18 marzo 2013

RANDOM

Un rapido elenco di pensieri random che sicuramente vi interessano molto:

1) Trovare un altro lavoro in tempi brevi (IMPOSSIBILE).

2) Sperare che il lavoro che ho adesso mi venga prorogato, almeno (RIDO).

3) Trovare un coprispalle beige per il vestito della laurea, o in alternativa un altro vestito (che mi copra fianchi e bracciotte da contadina irlandese) per il matrimonio. Trovare anche un modo per non soffrire le pene dell'inferno dopo 5 secondi che ho su quelle maledette scarpe col tacco. Trovare in alternativa altre scarpe, coprispalle e borsa. E' la fine.

4) Smettere di smadonnare contro il PD. E' l'unico partito che si può votare, quindi facciamocelo piacere. Che poi alcuni elettori del PD siano da fustigare è un altro paio di maniche. Siamo sempre lì: meglio criticare il M5S che criticare a ragion veduta il buon Bersani cha ha fatto oggettivamente una campagna elettorale basata sul nulla. Ah, no, basata sui giaguari.

5) Trovare un modo per farsi crescere le unghie. Non voglio quelle unghie da prostituta della via Emilia però. Niente robe tipo gel o così. Smettere di mangiarle durante i film o perchè sono nervosa.

6) Smettere di essere nervosa.

7) Smettere di mangiare in generale. Se a cena mangio il latte e i cereali come i cinnetti, poi prima del pranzo del giorno non  posso mangiarmi anche i pesci rossi.

8) Riprendere a andare in palestra, che ormai l'abbonamento è fatto e sta facendo la polvere (anche se dal 1 aprile avrò un sacco di tempo, visto che non avrò più un lavoro).

9) Avere meno arterio (IMPOSSIBILE), mica tutti mi sopportano.

10) Smettere di controllare se per caso quella borsa su Ebay viene meno di ieri. NOH, Chiara, non viene meno di ieri, da quando le aste sono al ribasso??

11) Prenotare quelle minchia di massaggi comprati su Groupon. Ricordarsi di farlo prima del matrimonio, almeno sfruttiamoli. (E magari prima del matrimonio, facciamoci anche una lampada, eh Chiara, che siamo verdi come i piselli).

11) Leggere di più.

12) Ridere di più.

13) Parlare di meno.

14) Smettere di incazzarmi e farmi tappare la vena da tutto.

15) Capire che il mondo (il mio mondo, almeno) è pieno di, nell'ordine, sapientoni, rompiballe, pesanti e criticoni. Facciamocene una ragione e sopportiamoli.

16) Prendere la piadina alla bresaola invece che quella con 8 chili di crudo (vedi punto 7).

17) Mettersi nell'ottica che non ho sempre ragione. Capita, raramente, che ho torto. Rendiamocene conto.

18) Cercare di non addormentarsi sempre alle 8e30 di sera (vedi punto 2)

19) Guardare meno Real Time e più Discovery, meno Enzo e più Bear Grylls (anche no).

20) Contare fino a 100 prima di rispondere male.

21) Trovare il vestito rosa cipria a disegni neri che la Clio Makeup aveva oggi. Copriva bracciotte e fianchi. DEVE ESSERE MIO.


Niente di tutto ciò avverrà. Ma almeno ne sono consapevole

14 marzo 2013

GIUSTO PER CAPIRE CON CHI AVETE A CHE FARE

Il blog.
Il blog è una sorta di diario personale che si decide SCIENTEMENTE di condividere con la rete. E' una sorta di esplosione dell'ego, ne sono consapevole, anche perchè a chi fotte se io sono andata in palestra o ho cucinato? A nessuno, ma almeno io quando scrivo mi diverto. Poi che a qualcuno interessi mi va bene, ma non è primario. Questo fatto è testimoniato dal fatto che i miei post hanno una media 0/ 2 commenti. Quindi, ecco, non è che il mio ego sia appagato eh, ma insomma, è più una sfogo. Uno sfogo relativo, ma meglio di  nulla.
Seguo qualche blog, niente di serio, tutta gente che non ha un cazzo da fare e non fa altro che postare foto sue nei camerini con un maglione o gente che viaggia grazie ai soldi del marito, ma chi se ne frega, voglio dire. Mica ti seguo perchè sei Einstein, ti seguo perchè il tuo modo di scrivere mi piace e ogni tanto mi garbano anche le foto.
Poi viene il giorno che la/il blogger in questione fa un post oggettivamente brutto, oggettivamente scritto male, oggettivamente marchettaro, oggettivamente terribile se paragonato alle precedenti pubblicazioni. La gente commenta. Dico la gente perchè io non commento mai. Dopo essermi beccata della repressa, della sfigata e della cicciona (li ci avevano preso) cessa (qui no, dai!), ho deciso che mi metto a commentare quando vedo che :
a) i commentatori sono dei cazzoni (come il forum dove vado tutti i giorni, un gruppo di stordite come me ma ci sono dei commenti che mi fanno ridere fino alle lacrime agli occhi);
b) l'argomento merita sul serio un mio apporto, e la cosa capita piuttosto di rado;
c) quando penso che l'autore abbia un cervello funzionante e capisce che le critiche si prendono, si ribattono, ci si confronta e poi ciao, va a morì ammazzato, che manco ti conosco, amici come prima.
 
Poi ieri capito casualmente su un blog. Ci capito casualmente perchè leggo che vive a Londra, è una giornalista (cioè  si reputa tale, anche se è forse pubblicista ma manco quello), si è trasferita là e ha qualche anno più di me. Non dico chi è perchè un tale personaggio non merita neanche un click di più di quel che gli ho dato io. Il blog parla della sua vita a Londra, della sua famiglia e dei suoi psedolavori. Ho letto qualcosa poi mi sono soffermata sul ll'ultimo post. Il post in questione si intitola "Il comunismo dell'infelicità".
Un titolo altisonante. In pratica la tipa si lamenta dei commenti negativi che riceve spiegando che se lei ama il bello (fotografa cupcake, eh, mica statue di marmo), allora noi dovremmo cercare di essere positive e dovremmo cercare di essere come lei, invece di trascinarla nella nostra infelicità, da qui il comunismo del titolo.
Posto che un tono del genere lo dovrebbe usare con sua sorella, non con dei lettori, mi chiedo: ma davvero?! Cioè, ma sul serio. Ma come cazzo si permette questa qua? Ha pubblicato un libro sulla falsa riga del blog. Che voglio dire ce ne vuole per improntare un blog sulla nascita di tua figlia. Dirsi stupita se si rimane incinta a 27 anni. A 27 ANNI! Non a 16, a 27. Non sei nè piccola nè incapace di intendere nè di volere a quell'età, se ci rimani sei anche un po' pirla. Parere personale.
La tipa lavora come freelance a Londra e ha sta pargoletta, molto bellina tutta boccolosa. Insomma lei il blog l'aveva improntato sulla sua gravidanza e sulla sua indecisione se continuarla o meno (sarà felicissima la pargoletta, all'età della ragione, di scoprire di essere così voluta, per altro). Ha un marito con parecchia pila, e se dico parecchia è PARECCHIA. E viaggia in continuazione. Ma beata lei. Però ha quel tono da superiore che a me ha stomacato dopo 3 righe. Senza contare quelle frasi che vorrebbero essere intellettuali, mentre sono solo banali e anche un po' trite.
Le sue adepte criticano un po' sto tono da fighetta che sembra mettersi sopra un piedistallo e sembra mandare a fanculo chi la legge e partono i commenti. I commenti di solito hanno 4 tipologie:
1) Le ancelle. Gente che per davvero non ha una vita. Gente che dice "sei il mio mito", "sei la mia fonte di ispirazione".  Cioè una blogger che ha avuto un culo incredibile è il vosttro mito. Io di miti non ne ho, ma almeno evitate ste leccate di culo. Ringraziano per un post "Lo stampo e me lo appendo, è bellissimo", col cuore finale. Augurano una vita felice alla pennivendola. Dovrebbero augurarsela a loro stesse una vita felice, perchè quella che hanno dev'essere molto povera.
2) Le stronze. Quelle che vanno sul personale. "Sei cessa, che cazzo scrivi". Come se le due cose avessero una correlazione. Patetiche pure loro;
3) Le paladine delle cause perse. Che difendono la scrittrice, come se ne avesse bisogno. E non è che la difendono con motivazioni sensate. No. La difendono col sempreverde e berlusconiano berlusconiano "Siete invidiose". Approfondirò dopo questo punto.
4) La gente che critica dando il perchè e il per come del proprio apprezzamento o del proprio schifo. Ci sta che il post non ti piaccia, argomentami perchè e per come e io ti dirò solo grazie e cercheerò di migliorare. Il resto è fuffa.

(La foto è stata salvata con il nome merda.jpg)


Eccoci al punto 3.
SEI SOLO INVIDIOSA?!?!?!? MA DITE DAVVERO?!??!?!?!? Siamo all'asilo evidentemente e non me n'ero accorta. Il problema di sta gente (della blogger e delle ritardate che accusano le commentatrici di invidia) è che deve avere avuto un vita parecchio vuota se pensano che SUL SERIO qualcuno potrebbe invidiarle. Sei bionda? Che invidia! Vivi a Londra? Sono verde. Fai viaggi? Ti invidio, ma fino a un certo punto, visto che il tuo viaggio si limita a TopShop, Starbucks e H&M, capirai. Potresti essere anche a Roma e sarebbe la stessa cosa. Ma rendiamoci conto. All'asilo si fa sto ragionamento.
Io non ho mai invidiato nessuno, anzi sì, chi ha un lavoro fisso lo invidio, e parecchio. Ma almeno (forse) ha un senso.
Io che di commentatori ne avrò circa 3, ho avuto anch'io il mio bravo commento sull'invidia. Vorrei precisare che il post parlava del mio astio per Paola Maugeri, che reputo incompetente, assolutamente ignorante sia in campo musicale, sia in inglese e anche brutta, ma fosse anche gnocca sarebbe insopportabile lo stesso. Un commentatore mi ha scritto che sono invidiosa. Lo avessi avuto davanti gli avrei spaccato la faccia. INVIDIOSA DI PAOLA MAUGERI?!?! Ma sul serio? C'è gente che pensa che si possa essere invidiosi di Paola Maugeri. Come se Paola Maugeri avesse fatto qualcosa per cui essere invidiosi. Paola Maugeri è lei (almeno per me). Poi lamentiamoci delle votazioni di 3 settimane fa. Mah.
La gente ha perso il senso della misura. Non pensa. Non pensa che può accadere che può stare sul culo, far stronzate. Pensa di essere simpatica, intelligente, interessante e di avere sempre ragione. Chi li critica lo fa perchè non è nè bella, nè intelligente, nè interessante e soprattutto ha torto.
Ergo, sono invidiosi e criticano per quello.
Ma può capitare che chi critica ne sappia di più o semplicemente ha un'opinione diversa che come tale va rispettata, anzi no. Possono anche mandare a fanculo, figuriamoci. Chi vi dice nulla (oddio, io se mi metto a commentare divento cattiva ma con stile, mai una parolaccia o un insulto, bisogna essere inattacabili). Le uniche volte che mi parte l'embolo è quando leggo che sono invidiosa, ecco lì mi abbandono a lande di cattiveria, maleducazione e poi finisco sempre con "VAFFANCULO VOI E LA VOSTRA INVIDIA" tutto in maiuscolo. Giusto per rimarcare il lord che sono. I commenti sull'invidia sono la morte della critica e del pensiero.
Poi vabbè gli idioti ci sono sempre, ma l'invidia lasciamola a coloro che forse possono provarla perchè non hanno ancora una testa pensante: i neonati.
E gli elettori di Berlusconi.

6 marzo 2013

"OGGI CUSCINO (cit.) IO"

I miei sono via. Finalmente si sono presi delle ferie in giorni in cui io non ero via. Era ora. Non avevo nessuno per casa. Mia sorella mi ha detto "Hai parlato più in sti 3 giorni che in 3 mesi". Molto bene. Il problema non sono tanto i miei, ma proprio il fatto di movermi senza rendere conto a qualcuno. Anche se c'era comunque mia sorella, il problema non si poneva.
I miei erano via e quindi ho deciso di cimentarmi nella cucina. La reazione di mia mamma è stata "Certo che per una che non ha mai cucinato ti butti fuori proprio molto" Grazie, grazie mille dell'incoraggiamento. Poi che io abbia la grazia di Borghese (e forse pure le sue capacità, che a parere mio stanno a zero) è una cosa secondaria.
Il fatto che io abbia cucinato è  già di per sè un evento fuori dal comune, anzi lo definirei ai limiti del paranormale, perchè c'è sempre o mia mamma o mio babbo, o il vecchio del Chelsea che cucina per me. Non mi dispiace neanche cucinare, se devo dire la verità, ma è il problema di avere poi qualcuno che PER FORZA vuole aiutarmi, dare opinioni (non richieste, OVVIO) e poi dire "Vabbeh lo faccio io", come se per montare la panna ci fosse bisogno dell'insegnante di sostegno.
Infatti appena i miei sono andati via ho approntato un piano bellico per fare una cena. Una roba per alcuni versi "for dummies", per altri versi "se viene bene faccio un pellegrinaggio a Lourdes".
Il menù consisteva in zuppa inglese e filetto in crosta. Per ovviare il dramma del disastro culinario ho pensato di fare qualche bruschetta e delle patate arrosto.

DOMENICA
 
Navigo come una forsennata su internet alla ricerca delle ricette. Giallozafferano in sti giorni è stata la mia bibbia. Un sito per cerebrolesi in quanto spiegano anche come capire se l'acqua sta bollendo. Giallozafferano I love you. Scarico le varie ricette, me le studio, tento di fare una sorta di lista della spesa. Risulta lunga più o meno un metro. Son già preoccupata.

LUNEDI'
 
Oggi niente straordinari chè devo andare all'Eurasia a fare finta di essere una persona autonoma che fa la spesa per se e che si cucina normalmente. Arrivo e ecco il dramma: io all'Eurasia non vado mai, ma a sto giro, visto che dovevo prendere il filetto (che costa più o meno come un rene, ma un pelo di più), invece della solita Esselunga, scelgo la Coop così sfrutto anche quei buoni pasto che mi danno a lavorare. Inizio a girare col carrello. Non ho trovato nulla, NULLA, da sola. Solo il prosciutto ma perchè c'era il banco e il salumiere mi ha servito come se fossi una ritardata. In effetti dovevo dare un'immagine di me poco piacevole. Avevo un caldo incredibile, ho avuto l'idea malsana di portarmi una borsa coi manici corti e me la dovevo portare al gomito come le fighette di legno perchè avevo paura che me la rubassero, se l'avessi lasciata sul carrello, avevo la lista della spesa, ma non sapendo dove fossero posizionati i prodotti ho scandagliato in lungo e in largo il super alla ricerca degli ingredienti, ma non trovandoli, ripiegavo su altro (tipo una tisana drenanate che non berrò mai, ma che sulla mia scrivania figura comunque molto bene). Poi quando trovavo un commesso chiedevo l'ubicazione di un ingrediente. Lo trovavo, poi dopo aver trovato un altro commesso facevo finta di nulla e chiedevo dove fosse un altro ingrediente. Insomma una spesa di un'ora e mezza. Ero così stanca una volta arrivata a casa che già il mio proposito di fare la cena stava scemando. Poi  mi sono detta che effettivamente quei 20 euro di filetto non dovevano essere spesi invano, ergo mi sono messa all'opera.
Dopo pranzo ho iniziato con la crema pasticcera per la zuppa inglese. Le creme sono due: una classica e una al cioccolato. Ho inziato a mescolare però non mi convinceva quindi ho sbattuto tutto nel water e poi ho ricominciato. Ho spedito mia sorella a comprare due cose (perchè in tutta l'ora e mezza alla Coop ce l'avevo fatta a scordarmi due cose) e poi ho ricomnciato. Il pan di spagna però l'ho comprato. Va beh tutto, ma non sono Mandrake e non sarei stata in grado di farlo.


Ho usato una quantità di piatti, posate e pentolini che alla fine sembrava che la cucina fosse esplosa. Comunque ho assemblato le cose e immerso il pan di spagna (cioè quella listarella di legno che le industrie osano chiamare pan di spagna) nell'alchermes. Un fumo di alchool che ero mezza rincoglionita solo ad annusarlo. Boh, la zuppa era pronta. Ma fiducia zero. Ho preparato psicologicamente A. Lui non sembrava preoccupato. O forse faceva finta di nulla. Meglio assecondarmi nella follia.
(la zuppa inglese)


MARTEDI'

Anche oggi niente straordinario. Oggi devo andare a casa a riposarmi che oggi mi aspetta quella bomba del filetto da preparare. Mi preparo psicologicamente a un fallimento totale, a parte le bruschette (ma anche su quelle non ci avrei fatto troppo affidamento). Vabbeh, inizio, scotto il filetto e già qui mi sono venuti i primi dubbi. Giallozafferano dice "20 minuti", il macellaio a cui ho chiesto mi ha detto "un paio di minuti". Come faccio? Boh. Vado a caso, lo scotto un po' di qua e un po' di là, mi procuro bruciature da olio di terzo grado, metto sale e pepe a caso. Poi quando mi sembra a posto (sempre a caso), lo levo dalla pentola e poi metto a cuocere i funghi. Chiunque mi conosce sa che io i funghi li amo, li amo col riso, con la carne, con i crostini, con le tagliatelle, li amo fritti, ma il loro odore mentre si lessano è talmente nauseabondo che mi fa venire i conati. Giustamente ho scelto una ricetta in cui bisognava mescolarli continuamente durante la cottura. Stavo male. Li ho cotti e tagliati e intanto pregavo che cuocessero alla svelta.
 (i maledetti puzzoni)
 
Mi sono scoperta parlare da sola. Mia sorella era fuori e io dovevo sfogare l'ansia con qualcuno/qualcosa. O scardinavo gli stipiti o parlavo da sola. Quindi ho inziato a farmi film, molti, parecchi, TROPPI film su qualsiasi cosa. Ero talmente presa che non mi ero accorta dell'arrivo della sorella che mi fa "Ma con chi parli?" E io "Niente, niente, lascia perdere". Questa cena mi stava provando.
Finalmente i fungacci erano pronti e potevo frullarli. Il filetto di per se non è complicato come preparazione ma è un piatto bello pesante. Il filetto va coperto interamente con la crema di funghi, avvolto nel prosciutto crudo e riavvolto nella pasta brisè, poi si mette in forno e si tira fuori quando la pasta è dorata. Giallozafferano suggeriva anche di fare dei "divertenti decori" con la pasta, ma "Oh, già è tanto se ce l'ho fatta a non bruciare l'olio dei funghi, anche i decori?!? NOH MAI!" Quindi ungo con rosso d'uovo e metto in forno. Nel frattempo preparo le patate. Potevo finalmente ammettere che quella sequoia di rosmarino che abbiamo nel giardinetto 1x1 davanti a casa serve a qualcosa. Ho preso un ramo (non rametto, proprio un ramo) di rosmarino e molto professionalmente l'ho messo nella pentola con le patate.

A. è giunto.
Ero un po' tesa per il risultato, devo ammettere, innanzitutto perchè gli avevo promesso una cena luculliana, poi perchè sbagliare non mi piace (ma lo faccio spesso, troppo, sempre, diciamo). Inizio a preparare le bruschette e gli preannuncio la cena: sembra contento (io ascolto tutto e sto filetto se lo sognava di notte, quindi mi sembrava carino provare a farglielo) e molto preoccupato per la cottura, tanto che per quasi tutti e i 35 minuti di forno osserva il filetto coperto di funghi, coperto di crudo, coperto di pasta (!!!!!!) come un figlio.
Mia sorella a un certo punto ha urlato "Culona ma che buon odore quel filetto!" MA GIOIA, GAUDIO E TRIPUDIO! Ma vabbe, ci sta l'odore, ma io voglio sapere il gusto.
Comunque a un certo punto il forno ha iniziato a lamentarsi. Stavo per avere un crollo nervoso. Ci mancava solo che il forno smettesse di funzionare che poi spaccavo tutto. Avevo un'ansia da prestazione che levatevi tutti.
A. sentenzia che il filetto è pronto.
(la bestia a quasi fine cena....quella robetta davanti non è schifo, è solo carta da forno)
 
Ho portato tutto in tavola esordendo così "Male che vada ho del Philadelphia in frigo" (so come mettere a loro agio le persone, io).
La cena è piaciuta, almeno così mi hanno detto e CI CREDO, D'ACCORDO?!?!?!?. Poi come ogni massaia che si rispetti ho sbaraccato la tavola e la cucina e esattamente 10 minuti dopo stavo già ronfando sul divano. Che gioia dev'essere avere a che fare con me.
 
L'ansia mi ha ucciso anche perchè per tutto il pomeriggio mi sono vista in questa immagine:
Invece, pare, son stata brava.
Adesso per altri 28 anni posso anche non cucinare.

4 marzo 2013

COME FARSI DEL MALE: VATICANO SPA

Mi sembra giusto usare questo spazio anche per festeggiare: finalmente ho finito, dopo mesi e mesi, un libro. E l'ho finito quasi tirando maledizioni a tutti.
Il libro in questione è "Vaticano spa" di Gianluigi Nizzi, edizione Chiarelettere.

 
 
L'ho acquistato da Feltrinelli, cioè in quell'abominio che un tempo era Feltrinelli. Ora mi sento come un'anziana, che torna nel suo posto del cuore e non riconosce nulla, tutto è cambiato e è spaesata. Che poi, Giangiacomo si sta rivoltando nella tomba. Non penso si sia fatto friggere da un traliccio per vedere nella sua libreria una pasta a un prezzo esorbitante. Ma l'ho detto, sono anziana e io ste americanate non le tollero.
 
Ritornando al libro, già da tempo volevo prenderlo, poi un po' l'argomento che, come dire, non è proprio frivolo e leggero, e un po' il costo, 15 euro, che non è così popolare, soprattutto per le poveere in canna come me, mi avevano fatto desistere.
Poi qualche giorno Papa Ratzi si dimette  e io che penso sempre al gombloddo, decido di rinunziare a un panino del Chelsea (cioè, non rinunzio, compro entrambi e vaffanculo la povertà) e acquisto il tomo. 268 pagine.
268 pagine di spiegazione che a dispetto dei poveri cattolici che vedono il Maligno ovunque, sono molto obiettive e supportate da carte e documenti riportate nel libro. Ergo, non rompetemi le balle con la storia dei miscredenti che allontanano Dio & Co.
 
Comunque, non spoilererò nulla, anche perchè direi che già il titolo è molto esplicativo e poi, soprattutto, fare un riassunto del libro è pressochè impossibile in quanto tutto è legato e i personaggi (loschi) sono tutti legati gli uni agli altri da un filo (i soldi),
 
Quello che più colpisce, o meglio, da conferma dell'opinione che ho della Chiesa, della Chiesa Ufficiale, di Roma, del Papa, dei prelati eccetera è che tutto gira intorno al Dio denaro, senza che esista una regola che sia una a regolamentarne il traffico. E la parola traffico non fu mai usata più precisamente. Ma per questa assenza di regole bisogna innanzitutto ringraziare lui. Lui, che quando c'era i treni arrivavano in orario e il Sud era ricco e ha fatto quell'errorino di allearsi con Hitler. Il "caro" Mussolini coi patti Lateranensi ha dato il via a questo teatro in cui recitano la Chiesa (che comanda) e l'Italia, che sta lì  a aspettare che il Papa/un vescovo a caso parliper poi ovviamente assecondare ogni parola. Senza pensare che queste parole possano andare bene.
 
Lo Ior (Istituto per le Opere di Religione, non è divertente questo nome, per una banca, n'est pas?) è l'unica Banca al Mondo che non deve seguire regole comunitarie e comuni. Il Vaticano e la sua banca non ha l'obbligo di assistenza agli Stati in crisi, come ad esempio avviene per gli Stati Europei. Hanno fatto un passo (che all'epoca, nel 1996 sarà stato visto come una grande apertura) in avanti per quel che riguarda le norme contro il ricicleggio di denaro sporco proveniente dalla mafia, peccato che lo Ior, essendo un istituto autonomo, non è soggetto a verifiche esterne. Inoltre, i suoi dirigenti non possono essere nè arrestti, nè processati, nè arrestati in Italia. Patti Lateranensi dixit, eh.
 
La banca quindi è una sorta di terra di nessuno, cioè di pochi, di coloro che ben poco pensano alle opere di religione. Diciamo che qui viene "svelato" (se ce ne fosse stata necessità) il mistero dell'omicidio, perchè di quello si è trattato, di Roberto Calvi a Londra, dei coinvolgimenti del Vaticano con la P2 di Licio Gelli, con Andreotti che sopravviverà a tutti noi, senza contare i mille inghippi che caratterizzano l'Italia dal dopo guerra a oggi.
 
Io l'ho letto e devo ammettere che io sono contro la Chiesa, la vedo inutile, questa chiesa ricca, che parla di cose che non sa, che predica bene, ma razzola male, che rompe le balle sul preservativo, sulle unioni di fatto, sulle unioni omosessuali, ma tace di fronte a un vescovo che sevizia un minorenne, ecco, ecco questa chiesa mi fa schifo. Diciamo che io sono piuttosto drastica e reputo quasi ridicoli quelli che si immolano in nome di una religione che di religioso ha ben poco. Non a caso una citazione di Angelo Caloia, presidente dello Ior, informa, nel 1994, Giovanni Paolo II della somma che l'Istituto può mettere a disposizione del Papa: 72,5 miliardi di lire.
 
Il libro fin dalle prime righe mi ha confermato questa mia idea.
 
"Le transazioni a favore di mio padre passavano tutte tramite i conti e cassette dello Ior". Parola di Massimo Ciancimino, figlio del sindaco di Palermo Vito, anello di congiunzione tra mafia e Stato. Questa breve frase dovrebbe far riflettere tutti, soprattutto quelli che si ostinano a devolvere quell'8M per mille alla Chiesa, come mia mamma, che è la Bontà fatta persona e lei vede la Chiesa come la Comunità di Betania dietro casa nostra che cura i drogati. No, mamma, non è tutto così.
Ad esempio il prete della mia parrocchia (che ha 55 anni, ma ne dimostra almeno 20 di più), due anni fa è venuto a benedire. Io neanche volevo stare in casa ma mia mamma mi lancia gli anatemi e mi dice che "un po' di benedizione non ti farà male". Quindi sono dovuta rimanere in casa. Anche perchè mia mamma prepara la busta con l'offerta (quest'anno per la cronaca sono stata in bagno tutto il tempo della benedizione, mio padre è andato a fare il giro del quartere, mia sorella è uscita col moroso).Comunque arriva e neanche saluta e inizia:
P: "Uhm....tu ti chiami?....Chiara....sì....non ti vedo mai in parrocchia o a messa"
C: "In parrocchia non ci vengo mai e per pregare non è necessaria la messa per forza"
P: "Ma Chiara la Messa è il momento in cui si annuncia alla comunità il nostro credo"ù
C (ma a me che me ne fotte se la comunità sa o meno a cosa credo) "Beh penso che la preghiera sia una cosa privata, la comunità può anche non saperlo"
P: "Ma tu credi?"
C: "Direi che sono più per il no che per il sì"
P: "Ok, allora direi che la mia benedizione qui sia inutile. La busta?"
C: "Prego e arrivederci"
 
Posto che io potrò non credere ma tu prete benedici lo stesso, la busta (quella che tu alleghi all'avviso della benedizione) te la ficcherei nel naso.
 
E io rimango della mia idea. Questo è un prete e io gli voglio bene.
 
 
 
Io ero andata a sentirlo quando ancora scrivevo per la Gazzetta per un incontro con la Comunità. Penso di non essere mai stata così tanto contenta di andare in Chiesa come quella volta.
Io lo vedo e mi commuovo: ha due palle così e parla come una persona normale, con delle idee da persona normale non come dei pretucoli da 4 soldi ma con le scarpe di Prada. Se fossi sicura che il mio 8 per mille andasse a lui, gli darei tutto il mio (misero) stipendio.
Poi è di Genova, quindi non posso non volergli bene.