29 gennaio 2015

Ti faccio un INPS così (scusate)

Allora.
Ricomincio a bomba coi post stizziti.
IO GIURO CHE OGGI AMMAZZO QUALCUNO.
 
Devo fare domanda di disoccupazione.
Sì, gravo sulla società. Tenetevi per voi le polemiche chè oggi neanche Jude Law riuscirebbe a placarmi.
 
Comunque la simpaticissima impiegata del Caaf del mio "sindacato" mi da informazioni sbagliate. L'altro giorno per sicurezza controllo su Internet certe scadenze e scopro che la scadenze è il 31 gennaio, un sabato, quindi domani. OK. Impazzisco subito. Già pianifico piani demolitori per la sede del "sindacato".
Poi chiamo l'INPS. Chiamo il numero della sede di Parma, ma mi risponde il gioviale Garmine, con la G, lui l'ha pronunciato così, quindi sarà così. Non penso sia di Parma. Mi conferma che la scadenza è il 31, mi dice quello che mi serve. Ovviamente non ho mezzo dei documenti che servono. Ho anche una bronchite in atto. Come faccio a averli senza fare da untrice per la città?
"Può richiedere i documenti che le servono via Internet"
"Ah, ottimo, quanto ci vuole?"
"15 giorni"
"Carmine, scusi, ma se la scadenza è il 31, 15 giorni sono troppi"
"Ha ragione, allora deve andare in ufficio. Faccia una delega"
"Ah bene, quindi faccio la delega e mi danno tutto?"
"Ah, no, in teoria no, ma dipende, sa, siamo in Italia e magari il suo ufficio glielo da senza delega, hihi!"
(Si, Carmine siamo in Italia e gente analfabeta e incompetente come te lavora, quindi ok, hihi.)
"Ok, allora provo, grazie"
"Mi raccomando non riattacchi che deve dare la valutazione della telefonata"
"Ma meglio per lei se riattacco, guardi, arrivederci"
 


Ok.
Fortunatamente l'ufficio INPS da a mia madre (spedita negli uffici con la delega) i documenti. Mia mamma, per scrupolo, richiede tutte le informazione.
GLIELE DANNO TUTTE SBAGLIATE. TUTTE.
O meglio l'esatto opposto di quello che c'è scritto su Internet.
"Ma no la scadenza è il 18 febbraio" (Balle,  il 31 gennaio)
"No, ma si figuri, può fare con calma, tanto la domanda al Centro per l'impiego può farla anche lunedì o martedì" (Ballissimme, proprio, devo farla domani o ciao)
"Il PIN che le ho dato  attivo da subito" (Ballissimissime, si è attivato stamattina alle 9, momento in cui ho notato che la gentile impiegata INPS aveva segato tutte le risposte, brava, 10+)
 
Stamattina, felice e allegra vado sulla pagina INPS. Ok. Molto usabile.
Hahahahhahahahahahahahahahahahahahahahahahhaahhahahahahahahahahhahahahahahahahahhahaha.
MADONNA.
Ok, spulcio il sito. Chi l'ha fatto è un sadico e io con Dreamweaver lo facevo meglio. Inoltre, chi l'ha approvato un pazzo.
 
Chiamo il numero verde INPS.
"Buongiorno Antonio, senta devo fare richiesta di disoccupazione, mi aiuta? Perchè se digito nella barra di ricerca non mi viene fuori nulla"
"Cos'è la barra di ricerca?"
"Sì...vabeh devo fare la disoccupazione per i CoCoPro"
"Ok, vada in basso a destra nei servizi per il cittadino"
"Guardi sono in home page ma io in basso a destra ho altro, aspetti che cer...."
"NO SIGNORA SE LE DICO IN BASSO A DESTRA E' IN BASSO A DESTRA, SE LEI HA UN MONITOR, AVRA' UN MONITOR, NO? ECCO IN BASSO A DESTRA"
"Si, guardi, le dico che qua in basso a destra non ho nulla, sto cercando nella pag..."
"SIGNORA, MA MI CAPISCE? IN. BASSO. A. DESTRA."
"Si, la capisco e stia calmo, in basso a destra non ho niente"
"ALLORA NON SO COME AIUTARLA. ARRIVEDERCI."
"No, che arrivederci. Aspetti che controllo nella ho.."
TUTUTUTUTUTUTU.
 
TUTUTUTUTU? TUTUTUTU? MA IO TI AMMAZZO.
 
Si, adesso sto in linea e ti do tutti voti bassi, maledetto Antonio.


 
Richiamo.
Mi risponde un tipo.
Mi aiuta. Poi cade la linea.
VABEH MA ALLORA.
 
Comunque riesco nell'iscrizione e poi mi chiede di inserire delle date relative al 2013. Ma nel 2013 manco mi ricordo dov'ero. Comunque vabeh.
Chiede di inserire dei documenti che non ho perchè in questo caso proprio non c'era delega o bolla papale che tenesse e devo andarci io, ma l'impiegata INPS aveva assicurato "Sì, sì, può andare anche dopo". BALLE, BALLE, FORTISSIMAMEMENTE BALLE. Quindi annullo tutto.
 
Chiamo il Centro per l'Impiego.
Mezz'ora di attesa e poi tirano su il telefono e NON rispondono.
Rimango 10 minuti con il telefono all'orecchio. Sono idrofoba. A un certo punto sbotto "OH MA PRENDETE PER IL CULO?" Buttano giù.
Faccio il recall automatico, la voce mi dice che il numero è inesistente. Riprovo altre 3 volte. Alla quarta rispondono (saranno tornati dal caffè), mi risponde una a cui chiedo conferma di documenti richiesti e orari.
"Quali documenti servono per la disoccupazione?"
"Codice fiscale"
"E basta?
"No, anche carta d'identità"
"Niente contratti lavorativi?"
"Beh., ovvio" (E' ovvio che tu meriti la miseria, questo è chiaro)
"Ok, per favore, mi dice gli orari di domani? Su Internet dice che fate orario continuato"
"Sì, facciamo orario continuato dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 17" (Questa non sa neanche cos'è un orario continuato)
"Ok, quindi al pomeriggio domani siete aperti"
"No, domani solo mattino" (----BESTEMMIE REPRESSE---)


 
 
Quindi domani grande tour di Centro per l'Impiego e nuove bestemmie random sul sito INPS.
Tanto ho solo 39 di febbre.
Grazie, grazie per tutto questo.
Ora sono talmente incazzata che non ho neanche più fame.

26 gennaio 2015

The Book Club: La mia seconda vita (Christiane F.)

Ciao.
Sono tornata.
Non mi dilungherò sul perché e per come sia tornata e non abbia scritto.
Nella mia noia attuale ho deciso di iniziare questa rubrica. Non creo e non scopro niente, ma insomma, ho deciso di darmi questa scadenza mensile (massimo bimestrale) per la lettura di un libro. Non so se saranno libri nuovi o pubblicati negli anni/mesi scorsi, ma saranno libri che leggerò. Non parlerò/leggerò generi specifici, cioè se un giorno decido di leggere un libro inutile, lo leggo e ve ne parlo, poi magari voi non leggete e amici come prima.

Comunque. 
Ieri sera siamo andati a vedere "The imitation game" e nella libreria del cinema c'era questo libro

    (Christiane Felscherinow e Sonja Vukotic, "La mia seconda vita", ed. Rizzoli, 17 euro)

Allora. Partiamo.
"Christiane F., noi i ragazzi dello zoo di Berlino" mi è piaciuto molto, l'ho letto la prima volta a 16 anni e ciclicamente lo rileggo volentieri. L'ho letto anche in tedesco (a 18 anni, quando ancora leggevo e capivo il tedesco) e devo dire che è uno dei pochi libri che mi ha emozionato. Il finale era aperto: il libro termina con Christiane che viene portata via di peso da Berlino e si trasferisce dalla nonna e dalla zia. Le ultime pagine narrano della sua vita nella campagna tedesca. Stop. Nessuna menzione sul suo futuro o sulle droghe, se non accenni brevi sulle sbronze che si prende coi suoi nuovi amici e su qualche pastiglia che prende.

Il libro che ho comprato ieri parte da quel periodo e arriva ai giorni nostri.
Io non conosco Christiane e non so quali demoni debba avere, ma questo libro per me è un clamoroso, enorme, fantasmagorico NO. 
No per svariati motivi.
Innanzitutto per lo stile. A differenza del primo romanzo che era una sorta di diario in ordine cronologico, fatti narrati con precisione di dettagli sia materiali che psicologici. Insomma, tutto molto specifico e devo dire che quello era uno dei punti di forza del romanzo.
Qui di specifico c'è poco. Non c'è ordine cronologico e non c'è specificità nei dettagli. Inoltre a differenza del primo, qui c'è un modo di raccontare i fatti che sembra cercare la pietà e la debolezza. Nel primo questa ricerca non c'era. Era una ragazza che raccontava la propria storia a due giornalisti e questo era. C'erano i suoi sentimenti, le sue paure, le sue debolezze, le sue crisi e la sua dipendenza, ma era tutto tremendamente naturale, come se lo stesse raccontando a un amico.
Qui il tono sembra voler raccattare un pietismo alla Barbara D'Urso, e voglio dire, no dai.
Inoltre in alcuni passaggi l'ho trovata antipatica, spocchiosa, arrogante e insomma avrei lanciato il libro dal balcone della camera. L'apice di questo suo atteggiamento si riscontra nella parte in cui lei racconta del suo incontro con David Bowie. Lei rimane delusa perché Bowie era molto taciturno e, a parte qualche parola di circostanza, loro due non hanno parlato approfonditamente. Lei parla di delusione cocente nei confronti di quel suo idolo e anzi, dice che praticamente lui è diventato famoso in Europa grazie a lei. No comment.
A parte questo, anche parecchi suoi ragionamenti sono di una banalità sconcertante che per una che esordisce dicendo che ha scelto i propri uomini per la loro profondità....mah.
Senza contare della maternità. Ha smesso la pillola perché così si sentiva più libera. Tre aborti. Io già dopo il primo avrei ripreso. Niente. Rimane incinta la quarta volta e lo tiene. Il bambino nasce. Lei è sotto metadone e ok, almeno si sta disintossicando. Poi, dato che si accompagna al figlio di un boss della droga di Berlino, glielo tolgono. Lei riprende con l'eroina. Un ragionamento proprio intelligente.
Comunque il figlio è l'unica persona che la appoggia, i suoi genitori praticamente la disconoscono (suo padre si è risposato, ha altri figli e vive in India, la madre lamenta il fatto che "Noi i ragazzi dello Zoo di Berlino" abbia arricchito Christiane e quindi ha più soldi per l'eroina), non ha amici puliti, i giornalisti la inseguono e appena arriva a Köttbusser Tör (nuovo centro della droga di Berlino), partono le retate e i servizi sui giornali. Insomma, ė distrutta e senza soldi, senza amici e senza figlio. Ha dei demoni notevoli da combattere, senza contare l'epatite che le sta mangiando il fegato.
Però vabeh. La storia è quella e amen, dispiace per la sua vita (ammetto che se a 45 anni riprendi a bucarti, beh, cazzi tuoi, sai a cosa vai incontro e sono affari tuoi, specialmente se ti hanno tolto tuo figlio a causa della droga), e vabeh. Ma sto libro ė NOIOSO. L'ho letto tutto d'un fiato, ma alla fine non vedevo l'ora che finisse, lei ha cercato scusanti sulle sue dipendenze dai 20 anni in poi. Senza contare la Vukotic (giornalista che ha curato la stesura del libro) che parla di psicologia e insomma salta fuori che la colpa è del padre. 
Io, boh. Ma boh davvero, nel senso che non so cosa abbia spinto negli anni 70 Christiane all'eroina, ma a me ste scuse mi annoiano. Davvero. La noia, noia, noia, noia e ancora noia. La psicologia, la politica e sti cavoli. L'eroina poteva essere un palliativo a 13 anni, a 45 se ti portano via tuo figlio per la droga, non riprendere a farti le pere. Sarà che io vedo tutto bianco o nero per queste cose, ma mi sembra un libro sia stato scritto per avere pietà e dire "poverina". Inoltre più che un diario sembrano tanti articoli di giornale messi uno di seguito all'altro. C'è del sentimento, ma sembra una ricerca di pietismo inutile.

Una parte molto interessante del libro è dedicata a come viene affrontata la tossicodipendenza in Germania e Svizzera (Zurigo, nello specifico), utile anche per capire perché l'eroina era così usata e perché adesso i tossici sono un decimo rispetto agli anni 70.

Comunque, se si ha letto il primo libro, questo è da leggere, ma in sè è un enorme NO. Lo stile è palloso, lei è insopportabile, mi vengono in mente le classiche ragazzette alternative che "cè cè cioè  mi piacciono gli alternativi", "cè cè cioè, sono bella quindi avevo tutti i clienti che volevo". Ma va a cagare. 

Voto: 6 perché va letto per per chiudere il cerchio sulla sua vita, ma lo stile e la forma sono insopportabili.


Ci risentiamo tra un mesetto con un altro libro.


C.


---- Non sono una critica letteraria, non sono invidiosa di nulla (qualche troll che accusa di invidia c'è sempre) e questo è il mio semplice parere -----