24 ottobre 2012

DUE PAROLE SU STA ROTTURA DEL NON ESSERE "CHOOSY"

Mi sembra giusto parlarne.
La Fornero ha esternato. Ancora.
Ora, io da "giovane vittima della crisi" mi posso lamentare relativamente perchè un lavoro, anche se poco pagato ce l'ho. Anche se la mia fine sarà vendere ghiccio agli eschimesi con l'inferno dantesco della partita Iva, anche se il mio stipendio mensile è pari a 1/3 di uno stipendio normale di una persona che come me lavora 8 ore. Esclusa la malattia, le ferie, le aspettative e i contributi. Ecco, io in tutto ciò, un lavoro ce l'ho. E mi devo reputare fortunata a lavorare minimo 8 ore tutti i giorni, senza straordinario nè tutto quello che ci si aspetterebbe. Ma ce l'ho e me lo tengo stretto. Anche se è un lavoro che mi fa schifo e non centra niente, ma niente, col percorso di studi che ho fatto. Ce l'ho e me lo tengo.
Poi arriva la Fornero che dice che i laureati devono adattarsi, essere "choosy". A parte la noia dei giochetti di parole con "choosy" che mi stanno facendo le balle a pezzetti microscopici quasi quanto il famoso "è colpa di Pisapia" (che forse io ho sentito ancora di più perchè all'epoca lavoravo a Milano), io mi sento di fare un paio di ragionamenti su questa esternazione e NO, non tutti saranno a sfavore della Fornero.

1) Molti urlano allo scandalo perchè una che ci governa senza essere eletta dal popolo si è permessa di darci degli "schizzinosi". In effetti quelli che erano al governo prima eletti (non da me) dal popolo lavoravano meglio. Sì, certo. Poi io sono la regina Elisabetta. Infatti Berlusconi che a promesso non so quanti milioni di posti di lavoro diceva la verità, eh. Certo. E l'italiano medio che beve tutto, basta che Belen si scosci un po': poco importa se i posti di lavoro millantati provenissero dai posti vacanti della gente andata in pensione, eh. Poco importa. Basta fare notizia con questi nuovi lavori pronti per tutti.

2) Siamo schizzinosi. Poche palle, è verissimo. Che poi, nei dati di fatto, lo siamo meno è un altro discorso. Ma anch'io, che durante l'università ho sempre lavorato (e la cosa non è da tutti, ci tengo a sottolinearlo) come cassiera, il primo anno dopo la laurea cercavo solo lavori affini al mio campo di studio. Credo sia normale: uno si spacca la testa (non la schiena, occhio, chè quella se la spaccava mio babbo quando a 16 anni lavorava in fabbrica) per degli anni e non vuole finire a fare una cosa diversa. Credo sia logico. Poi subentrano altre cose: il denaro che manca, la famiglia che sì, mantiene, ma cazzo, si hanno quasi 30 anni, bisogna andare a chiedere alla mamma ancora i 10 euro per la benzina?!?! Poi subentra quella cosa che si definisce FARE DI NECESSITA' VIRTU'. Che purtroppo è completamente diverso da quello che ci/mi hanno sempre detto: "impegno e tutto viene a risultato". L'impegno c'è, c'è stato (e forse adesso qualche frutto lo vedo, anche se non si sa mai), ma le cose non stanno così. Io mi devo adattare a fare un lavoro che non mi piace, che mi porta via energie, tempo e denaro (la benzina che uso per venire al lavoro devo usarla per forza), ma nonostante ciò non ho un ritorno economico tale che mi possa permettere di dire che mi mantengo. Il pensiero non c'è neanche.

3) La Fornero ha ragione. Oggi non tutti ragionano come me, molti stanno lì e aspettano che il lavoro per cui hanno studiato arrivi. Non è così, ma zero proprio. Non arriva il lavoro di merda, figuriamoci quello per cui si hanno buttato anni. Il problema è anche un cambio di prospettiva ma da entrambi i lati della medaglia, cioè lavoratore e datore di lavoro. Io ho mandato non so quanti cv per commessa, cassiera, receptionist, segretaria generale, tutti lavori per cui anche un disadattato sociale sarebbe andato bene. Le risposte, se arrivavano, erano "No, guardi lei è troppo qualificata, ha due lauree, poi se trova altro va via e noi la formiamo per nulla". A parte che devo ancora capire cosa c'è da formare per diventare cassiera (per esperienza ci vogliono circa 10/15 minuti per capire il funzionamento di una cassa e essere autonomi, eh) o receptionist (tempo di insegnamento: 5 minuti, testato da me medesima), ma le cose stanno così. Io posso non essere schizzinosa finchè voglio che se dall'altra parte mi trovo dei datori di lavoro così, sto fresca. All'ultimo, ennesimo colloquio, ho sbottato all'ennesimo datore di lavoro che mi diceva "Eh, ma lei è laureata, è troppo qualificata per fare la receptionist", ho risposto con un piccato "Sì, ho capito ma anch'io devo mangiare e vivere. La laurea non è commestibile, ancora". Inutile dire l'esito del colloquio.

4) Il 99% dei giovani (che brutta parola) se ne fotte. E è vero, perchè tanto hanno i genitori dietro che parano il culo, pagano le bollette e lavano e li cibano, o c munque hanno qualcuno dietro che li mantiene. Non sarà sempre così, e anche avere un minimo di rimborso (perchè il rimborso, per quanto minimo, ci DEVE essere, perchè la beneficenza qui non si fa) da quella sorta di indipendenza di cui uno ha bisogno. Capirai, a 28 anni andare a chiedere alla mamma i soldi per una pizza o un cinema. Ma prego? E l'orgoglio personale, dov'è? Io quando ero in bolletta 6 mesi fa non sono uscita per delle settimane, ma di sicuro non andavo a chiedere soldi a mia mamma per "l'ape in centro". Anch'io ho i miei dietro, e meno male perchè se no con lo stipendio che ho, sarei già sotto un ponte, ma almeno se voglio farmi una pizza posso senza chiedere l'elemosina. E soprattutto, mia mamma quando dopo 3 mesi che non battevo chiodo nel mio ambito, mi ha detto "Capisco che tu abbia studiato, ma prova a cercare altro, poi fai sempre in tempo a lasciare". Non che non ci avessi già pensato, ma alcune persone se lo devono far dire. E se uno è laureato, dovrebbe arrivarci da solo a certi ragionamenti.

Detto questo, per me la Fornero ha sbagliato perchè non potendo citare tutti i laureati/giovani uno per uno ha fatto di tutto l'erba un fascio. Anche perchè io non mi sento choosy, ho fatto la cassiera e se potessi tornerei a farla ancora, visto che pagherebbero più di quello dove sono ora; sto facendo robe che riguardano l'economia e il commerciale, roba che ho tutta imparato qui. Certo la paga è una miseria. Ma bisogna piegarsi ogni tanto e non sempre e necessariamente la si prende nel culo. Negli ultimi giorni ne ho avuto la prova. Si fatica e tanto, ma ogni tanto delle microscopiche soddisfazioni si prendono. Sono piccole, ma visto che bisogna accontentarsi, va bene così.

E domenica vado a festeggiare queste micro-soddisfazioni a suon di torta fritta e chizze alla fiera di Montecchio.
Toh.

6 ottobre 2012

FARE IL PUNTO

Stamattina ho fatto l'ennesimo colloquio.
Mi chiamano e mi dicono "Abbiamo ricevuto il tuo cv per il posto da commessa. Volevo chiederti anche un'altra cosa"
Rispondo che va bene, "vengo lì all'orario che volete e poi ne discutiamo".

Vado.
Entro nel negozio. Il capo mi saluta, si presenta e esordisce così "Guarda, io ti ho fatto venire qui per un motivo ben preciso, non per il posto da commessa"
"In che senso?"
"Beh, che io non voglio laureati nel mio negozio. Ho avuto una brutta esperienza"
"Ah, mi scusi, ma allora perchè mi ha chiamato?"
"Io ho un sito e ho visto che tu come studi hai fatto giornalismo. E' un sito per mamme, quindi ho bisogno di qualcuno che lo aggiorni".
"Ah"
"Sarebbe un impegno di qualche ora al giorno, giusto per tenerlo aggiornato"
"Ok"
"Ti pagherei, però, ovvio"
"Mmmmh..."
"In nero, poi magari tra un annetto ti assumo come mia segretaria occupandoti però del sito"
"Ah"
"Che ne dici?"
"Ci devo pensare"

Ora.
Io devo fare mente locale, ma devo capire.
Le cose sono due:
a) o mollo quello che ho adesso,che mi fa schifo, prendendo pochissimo, ma almeno i contributi, per quanto pochi, vanno su, e fare questo, senza avere nessuna certezza;
b) tenere il mio orrendo lavoro in assicurazione e farmi le mie due lire di provvigioni quando capita, con la certezza che però posso rimanere lì.

Io devo ancora capire, però, cosa spinge certa gente a proporre certe cose. Senza sentirsi dei vermi, poi. Quando lo capirò, poi, forse, potrò anche affrontare la mia situazione lavorativa con più serenità. Fino ad allora, serena non la sarò per nulla.

Poi ci pernserò, ma per ora una risposta da dare al tizio già ce l'ho.

28 settembre 2012

HO I CAPELLI LISCI DA UNA PARTE

Ho i capelli lisci da una parte e ricci dall'altra. Perchè ieri sera li ho lasciati bagnati e mentre ero al telefono me li lisciavo con la mano. Adesso sembro poco normale.
Sono in ufficio da sola, ultima ora di libertà prima che arrivi la collega spia e inizi a scrivermi sui fogli che "Ambasciatore non porta penE", poveretto.

Come diceva qualcuno, la vita è fatta di finezze e bisogna gioirne appena si può, perchè già la vita è una merda, poi se non si gioisce neanche delle finezze, allora, ciao!, non vale la pena vivere.
La mia finezza quotidiana deriva da un Kinder Bueno, motivo per cui ho ricominciato a andare in palestra. La gioia che ne deriva mi è tutt'ora ignota, ma va bene così. L'abbonamento fatto a ottobre 2011, lo inizio a sfruttare a ottobre 2012. Non fa una piega.

Ho deciso che per il corso d'aggiornamento di lunedì dovrò prendermi una giacca. Non ho giacche, anzi blazer, e ho un guradaroba tutto universitario fatto di jean a sigaretta, magliette dell'Hard Rock e Converse grigie (o grige?) un tempo bianche. Lavoro in ufficio e la cosa più elegante che indosso sono due braccialetti che mi hanno regalato. Bisogna fare qualcosa. Forse.

Devo anche capire perchè è da esattamente dal 1 gennaio 2012 che non mi mangio le unghie e la cosa non cambia: ho le mani da neonato, con le unghiette corte e le dita tonde. Non capisco. Mi sono comprata, in questi 8 mesi e 28 giorni, una quantità industriale di smalti, per sfoggiare queste mie unghie ovali e delicate e invece sono ancora lì mai usati. Non mi pare giusto. Ho fatto anche l'investimento di uno smalto Chanel che è lì intonso. Non è giusto.

Abbiamo prenotato per andare 2 giorni a Perugia per l'Eurochocolate. Spero di assistere dal vivo alla memorabile scena ripresa dal Tg2 in cui due standisti lanciavano tocchi di cioccolato alla folla inferocita. E spero di riuscire a sbaragliare la concorrenza a furia di culate. Mi sembra il minimo. Dovrò vivere a aria e acqua per un mese. Non credo di potercela fare.

Il lavoro nobilita l'uomo, ma qui di nobile c'è poco: ognuno ha i cazzi suoi da fare e è il primo anno che con gli amici dell'università non ci si vede appena finite le ferie. Non mi piace questo cambiamento: ognuno ha i cazzi suoi e nessuno vi rinuncia, me compresa. Non ne faccio una colpa a nessuno, ma è un peccato. Prima nessuno faceva un cazzo e dicevamo "Quando lavoreremo sarà tutto diverso: faremo mille cose". Ora più o meno tutti si lavora, si guadagna (chi più chi meno) e non possiamo mai fare un cazzo perchè siamo stanchi o perchè se uno è libero, gli altri hanno altro, e viceversa. A 16 anni uscivo alle 8 del mattino e tornavo 3 di notte, almeno al mare, e mi addormentavo alle 5 perchè leggevo. Adesso, se mi alzo alle 7 e alle 10 non sono a letto rischio una nevrosi e un attacco epilettico. Il lavoro nobiliterà l'uomo ma io ho seri dubbi sulla riuscita della serenità personale. Forse perchè faccio un lavoro che non mi piace, quindi è una fatica fare tutto. Ma almeno ce l'ho e ancora mi chiedo come ho fatto a non impazzire i 4 mesi che sono stata ferma. I "Grazie per avermi sopportato" sarebbero tanti da dire. E soprattuto bisognerebbe dirli a tanti.

La Sardegna mi ha aiutato a staccare e a pensare che forse, ma forse, la felicità vera esiste. Sole, mare. E altre cose che nons to qui a dire perchè si sanno.

Andare fuori e rendersi conto che il 90% delle persone fa rimpiangere la stessa appartenenza al genere umano. E quello che più deprime è che spesso questi aborti malriusciti saranno un domani i miei medici o, al contrario, adulti odieni col cervello di un chicco di riso, quand'è gonfio. Gente di 50 anni che mentre tu lavori, per lui, si lamenta perchè sei lenta, quando, se lui avesse fatto tutto come andava fatto, non sareste lì e lui sarebbe a frantumare le palle alla moglie e non a te. Li odio. Al lavoro mi controllo. Poi a casa esplodo, non parlo con nessuno. Mangio la mia bresaola e leggo.

Perchè, in tutto sto marasma, ho ripreso a leggere. Ho la mia pila di libri che sta calando. Leggo un sacco. E quando chiudo l'ultima pagina mi sento bene. Una sorta di felicità. Poi l'altro giorno ho trovato (leggi: ho rubato nella casa di fianco) un catalogo dell'Ikea. Il giorno in cui potrò permettermi di andare all'Ikea a comprarmi il letto matrimoniale sarà un gran giorno. Perchè vorrà dire che avrò una casa mia e uno stipendio decente.

Ecco tutto si riduce a un letto matrimoniale. E non con la solita concezione del letto. Ma di simbolo di libertà. Hahhahahahahahahah! Che sega mentale.

Fatto sta, che se avessi un lavoro decente sarei più serena. Ma ho un lavoro schifoso. E è sempre meglio che non averlo affatto.

Anche se quel letto matrimoniale un po' mi manca già.

20 settembre 2012

POI IN MACCHINA

Potrei fare un trattato sugli annunci di lavoro che trovo sui siti e sui giornali.
Lavoro il cui datore di lavoro più intelligente probabilmente è una scimmia antropomorfa che si esprime a gesti.

Potrei fare un elenco infinito degli annunci più improbabili, più inutili, più "facciacomeilculo" e più tristi.
Come potrei contare il mio odio estremo nei confronti delle agenzie interinali, luoghi infernali in cui un'alfabeta giudica se si è o meno idonei a sostenere il colloquio con l'azienda in questione. Un'alfabeta che 90 su 100 neanche è laureata e 90 su 100 neanche si sa esprimere in un italiano che si possa definire dignitoso e comprensibile.

In pratica se prima dovevi fare bella impressione al futuro e possibile datore di lavoro, ora bisogna fare buona impressione alla stronza dell'agenzia che ti chiede due robe per capire se a) sai scrivere il tuo nome; e b) se ti esprimi meglio di lei.

L'ultimo colloquio che ho fatto (si parla di mesi fa ormai) è stato in agenzia. Per un posto da centralinista receptionist, dunque non per un posto da chirurgo o per un ingegnere nucleare, eh. Per un posto da centralinista. Il contratto poi era a tempo indeterminato, quindi sarebbe stato perfetto.

Arrivo in agenzia e mi accoglie questa cosa con braccia e gambe e in un idioma a me sconosciuto mi chiede di accomodarmi nel bugigattolo con un tavolo e due sedie.
Mi siedo, inizia a farmi delle domande.
"Hai già fatto questo tipo di lavoro? Qui dovrai anche fare commissioni per il tuo capo"
"Beh guardi, a Milano andavo anche a prendere le medicine per il cane della capa, quindi, sì, ho già fatto lavori di questo tipo"
"Vedo che sei laureata"
"...sì"
"Non è un po' poco questo lavoro per te?"
(posto che nessuno, NESSUNO, ti ha dato il permesso di darmi del tu, anche se ho la laurea, mi va bene anche questo, perchè devo mangiare anch'io)
"Direi che se mi offrissero un lavoro lo prenderei e prima di mollarlo ci penserei due volte, a prescindere dalla laurea"
"Ok"
"...ok?!?!"

.....

Poi mi guarda. Guarda il cv. Mi riguarda. La riguardo. ("Ci fissiamo un altro po' o iniziamo a comunicare?!")

.....


"Chiara, ascolta, ci ho pensato. E il tuo cv non lo manderò"
"Per quale motivo?"
"Beh sai, hai la triennale, la specialistica, hai già esperienza. Questo lavoro è poco per te, non ha senso mandarlo, perchè alla prima occasione molleresti tutto e l'azienda sarebbe da capo"
"Mi scusi (notare, merda, che io ti do del lei, perchè anche se sei una semi analfabeta, ho un'educazione), ma allora perchè mi ha chiamato?"
"Beh, un colloquio non si nega a nessuno, poi dal tuo cv hai già diverse esperienze e una centralinista per te sarebbe troppo poco"
"Ascolti, le chiedo di inviare il cv poi eventualmente sarà l'azienda a non chiamarmi, ma lo invii. A lei cosa cambia?" (dimmi te, se devo pregare una stronza di inviare il cv)
"No, no dai, non ha senso. Lo sappiamo entrambe che abbandoneresti non appena troveresti un lavoro migliore"
"Dunque, a parte che questi non dovrebbero essere affari suoi, le sto chiedendo di inviare una mail all'azienda. Non le sto chiedendo nulla che esuli il lavoro" (potessi, ti avrei già staccato la testa a mani nude)
"No, Chiara, ho già deciso, non invierò nulla, sarebbe una perdita di tempo mia, tua e dell'azienda. Ok, se ho altre cose ti ricontatto"
"Arrivederci"

Ecco.
Io ti ho augurato tante cose, cara la mia impegata dell'agenzia. Tante cose. Ti ho augurato di diventare un giorno mia subalterna. Te lo auguro. Col cuore, perchè se per sbaglio io dovessi diventare qualcuno e tu una mia impiegata sarebbe la tua fine.

Poi vabbè.
Al ritorno in macchina ho pianto.
Ma quella è un'altra cosa.

25 maggio 2012

AAA CERCASI CAMERA SINGOLA DISPERATAMENTE (dopo un anno sono qui a pensare alla mia ricerca)

L'anno scorso di questi tempi ero una milanèse.
Uscivo di casa alle 8 per rientrare alle 7. Non dormivo, non leggevo e ero stronza a dei livelli inumani, avevo l'ansia, ero drogata di Maalox e ero sempre di fretta. Avevo un nervoso che la metà sarebbe bastato, odiavo chi parlava mezzo inglese e mezzo italiano ("Chiara, dobbiamo essere smart"..ma smartati sto cazzo, va'!), chi metteva i tacchi e poi si incastrava nelle rotaie del tram e odiavo le anoressiche del quadrilatero che non vedevano un carboidrato dal 1990, mentre io mi strafogavo di Kinder Buoeno e Magnum Algida al triplo cioccolato. E io ero comunque incazzosa come una iena, loro poverine dovevano aver una vita pran difficile.
Comunque.
Ho fatto la pendolare parecchio, da gennaio a maggio. A marzo ho iniziato a cercare casa. E per casa intendo un buco con un letto, un tavolo per metterci il pc, un armadio per metterci i 4 stracci con cui mi abbiglio e una finestra giusto per respirare.
Partendo dal fatto che io sono molto schizzinosa, alcune camere le ho eliminate proprio, quindi niente condivisione, chè se io voglio passare il sabato in mutande e basta voglio essere libera di farlo senza che qualcuno si lamenti del dubbio spettacolo. Poi, diciamolo, le persone, almeno al 90%, hanno un'allergia all'acqua e alla doccia, e io, di condividere la camera con un puzzone, anche no. Del sesso dei miei coinquilini me ne sono fottuta, uomo, donna, ermafrodita, non mi interessava, era sufficiante che si facesse i cazzi propri e rispettasse la mia privacy.
Comunque ho inziato a ricerca una casa normale, con quegli accorgimenti di cui sopra, con Internet e una lavatrice, possibilmente comoda coi mezzi. E se dico lavatrice, non è così scontato, anche se eravamo nel 2011 e al fiume a lavare i panni non ci si va più.
Cercavo camere singole nella zona di Milano come normalmente cercherei della Nutella, come se non ci fosse un domani.
Dal lunedì al venerdì pendolarizzavo, dormendo 6 ore a notte e il sabato in compagnia della mamma (non per altro, ma almeno mi faceva compagnia, cari, che pazienza) me ne andavo a Milano a cercare un tugurio.
Ne ho viste parecchie, ma le migliori sono le seguenti

1) Una delle prime camere che ho visto era a circa 3 chilometri a piedi da dove lavoravo io. L'annuncio riportava la dicitura "centralissimo, in via Bramante" (io lavoravo in via Bramante). Ecco, peccato che via Bramante fosse la prima via dalla casa in cui passassero i mezzi. Quindi per andarla a vedere ho dovuto scarpinare mezz'ora. Mi immaginavo col mio trolley formato emigrante che scarpinavo lungo la via tentando di evitare gli scaracchi dei cinesi (via Bramante è in zona Paolo Sarpi) e le merde dei cani, aumentante esponenzialmente nell'arco di tempo passato a osservare la casa. La camera era descritta nell'annuncio come "luminosa e spaziosa". Peccato che si fossero dimenticati il dettaglio a mio avviso fondamentale: era sprovvista di porta, per avere la mia privacy (=per girare in mutande) avrei dovuto tirare una tenda. Era una sala a cui avevano sostituito il divano con una branda. Niente armadio perchè è una sala e "quando la coinquilina non c'è, visto che è grande, lo usiamo per mettere gli stenditoi". L'armadio avrei dovuto dividerlo con un coinquilino, e ovviamente l'armadio era nella sua camera. Ecco, il tipo era fumatore. E di per sè, il fatto che uno fumi a me non frega particolarmente, basta che non fumi addosso a me e nella mia camera, perchè non voglio avere l'odore di una fumeria. Peccato che il tizio fumasse in camera, col risultato che tale camera avesse un odore improponibile. Tenuto conto che i miei vestiti avrebbero dovuto stazionare nell'armadio a momenti vomito. I due bagni tanto declamati nell'annuncio erano due stanzetti, uno coi servizi, l'altro senza servizi con delle valigie, quindi il secondo bagno era solo ipotetico. I tipi erano anche simpatici, per carità, ma in casa c'era un odore di fumo che mi ha fatto sboccare la piadina dopo un secondo che ero nell'appartamento. E la mia camera era chiusa da una tenda. PARLIAMONE. Il costo era di 350euro escluse le bollette e internet, ma con contratto. Per una stanza senza porta e senza armadio praticamente a Monza. STOCAZZO.

2) Zona Zara, proprio davanti alla fermata della metro di Zara. Era anche carina, come zona. Di giorno. Di sera era un susseguirsi di travoni che facevano paura. Ma a me fregava poco, ero talmente morta alla sera che era già tanto se mangiavo. Comunque era in un viottolo interno, quindi ci ho messo 8 ore a trovarla. Era un villino a due piani, al piano terra c'erano altre due ragazze, al primo piano io e altri 3 ragazzi. La mia camera era buia, ma buia da matti perchè davanti c'era un albero (d'estate avrei goduto molto con tutte le zanzare che già c'erano a marzo). Il letto era singolo, ma volendo si poteva mettere un matrimoniale, un comò e un armadio. Internet niente, dovevo farmi la chiavetta. Mi fa vedere la sala: anche qui una tenda "sai s'è rotto lo sportello e il padrone si dimentica di sistemarlo"). La cucina larga un metro con la lavatrice, che "però non funziona". "Scusa, non per criticare, ma dove lavate i vestiti?" "Torniamo a casa tutti i weekend, quindi portiamo a casa le cose da lavare, se no c'è la lavanderia in fondo al viale". Costo: 500 euro in nero. Ammazzatevi (Caro padrone di casa, se vai all'Ikea con l'affitto di un mese di tutta la gente del villino ci rifai l'arredamento, pidocchio).

3) Zona Sesto Marelli. La casa era molto carina, la coinquilina era la padrona di casa, aveva un gatto (avrei messo un filo spinato sulla porta, chè io i peli non li reggo) insostenibile e era un chilometro dalla metro in vialone che di sera quando ci sono andata, quello con faccia più rassicurante probabilmente aveva appena commesso un furto con scasso. 450 euro tutto compreso, ma in nero.

4) Zona Martesana. Appena ristrutturato, in una zona residenziale, non c'era neanche un Conad o un alimentari a gestione familiare che ti fa pagare il latte 8 euro. Niente. Il nulla. "Heheheh, ma abbiamo la chiesa che scampana ogni mezz'ora". Avrei iniziato a tirare madonne alle 7 del mattino, senza avrele mai tirate in vita mia. Non sarebbe stato bello. I coinquilini erano pure carini, gentili, mi hanno anche accompagnato alla metro, pagato il gelato e chiamato 2 volte per convincermi a accettare. Peccato che da dove lavoravo ci avrei messo un'ora abbondante.

Poi c'è stata la mia casetta in viale Monza. Le troie non c'erano di notte ma la domenica alle 11. Mi sono alzata per andare a bere dopo una serata difficile e guardando giù ho visto due ragazze in mutande. Mah, orari strani. Io sono abituata alle donnette della via Emilia che senza mutande stazionano a Calerno, ma alle 11, mai successo. La camera era un corridioio, ma c'era tutto, era comodo con la metro e per andare al lavoro. Aveva la lavatrice, una connessione internet e una porta. Luminosa era luminosa, visto che dava su viale Monza. nulla da dire, se non che, essendo al primo piano, avevo le macchine direttamente in camera.


(La vista dalla mia camera)

Poi vabbè ho abbandonato tutto.
L'unica cosa che mi è dispiaciuto lasciare è stata la casa. La casa, anche se la mia camera condivisa con la sorella a Parma mi è mancata più di quel che avrei mai potuto immaginare, era bella. Bella nel senso che tornavo e stavo bene. Ero tranquilla. Le coinquiline erano tutte ragazze, brave, non rompevano e col mio storico arterio avrebbero potuto ammazzarmi. Sono state compagne di un viaggio anche se breve che mi è dispiaciuto non poter continuare. Ero schizzata più del solito all'epoca e credo non sia stato facile aver a che fare con me, ma vabbè.
(E ringrazio la cinese della pizzeria sotto casa che mi ha sfamato).







8 maggio 2012

AMMINISTRATIVE 2012. LE CONSIDERAZIONI

Io so già che probabilmente questo post verrà messo nella categoria "pressapochismo postelettorale da Facebook". Lo so. Già so che il 90% della gente che mi conosce avrà la conferma che sono un'idiota e che non capisco un cazzo, oltre che del resto, anche di politica. Quindi, bene. AgIamo subito, e ciao.
Allora.
Parma, Anno Domini 2012. Anno della fine del mondo, non a caso.
Nel 2011 il simpatico sindaco Vignali viene commissariato. E io, partendo dal presupposto che Vignali andava bene per fare tutto meno il sindaco, so che la colpa non è tutta sua. Ha una giunta alle sue "dipendenze", un'opposizione. E i casini ci sono comunque. Peccato che le ultime due settimane prima delle sue dimissioni, il caro Vignali viene, nel vero senso della parola, abbandonato. Si dimettono tutti, dal primo all'ultimo, anche il vice-sindaco. Entrambi erano parte della giunta Ubaldi, lo stesso Ubaldi che si fa fotografare nei manifesti elettorali con Vignali. Perchè sapeva che la gente di Parma è stupida. E sa bene che se non fosse per lui Vignali sarebbe tornato a fare quel che faceva prima di fare l'assessore alla viabilità, cioè...boh, ignoro cosa facesse Vignali, presumo vivesse.
Comunque, saltano fuori intrallazzi poco piacevoli e Vignali viene abbandonato da tutti. La giunta si schifa, il vice sindaco si dimette. E, cosa che a me fa profondamente incazzare, dicono che non
sapevano niente. Dunque, allora, chiariamoci, non si può rispondere alla domanda "C'è corruzione, cosa ne dice?", con "Io non ne sapevo niente". Sei il sindaco, io (o meglio, i cittadini che ti hanno votato, perchè IO NO, ci tengo a precisarlo), ti delego per seguire tutte ste magagne e tu mi dici che non sai?!??! Ma, allora, di grazia, tu, in piazza Garibaldi, cosa ci fai tutto il giorno?!?! Un cazzo, come gli altri della tua cricca.
Comunque, si sapeva, a Parma abita gente che preferisce il centro con le aiuole, piuttosto che via Trento sicura, quindi come era logico hanno votato  il "delfino" di Ubaldi. Vabbè. Dettagli. Il comune viene commissariato e domenica e lunedì ci sono state le votazioni.
Per il sito per cui scrivo ho dovuto seguire un po' di comizi di candidati e, a parte qualche lieve differenza sull'inceneritore, le proposte erano tutte uguali. Quindi già qui.
Ma poi viene il bello. Io sono a Pescul a farmi uscire la spalla invece di sciare e leggo su Repubblica che a Parma si candidano Ubaldi e Buzzi. Buzzi è il vicesindaco dell'amministrazione Vignali.
UBALDI e BUZZI. Rispettivamente con degli slogan per cui, già se fossero brave persone ci sarebbe da vergognarsi, ma, oltre ai casini che hanno causato, prendono anche in giro.








Ecco. Parliamone.
Comunque. Durante il seggio leggevo le perle dei candidati. Ubaldi mi da sempre un sacco di soddisfazioni, specialmente quando parla dell'amministrazione precedente che ha portato lui al potere: "Parma non si dimenticherà quello che ho fatto per lei e mi voterà". A casa mia si chiama faccia come il culo. E poi "Toglierò l'IMU". Sì, dai, poi? Dipingerai il cielo di viola? Tesoro, lo so io che non capisco un caiser, che le tasse in un modo o nell'altro si devono pagare. Quindi se tu mi dici che non mi fai pagare l'IMU, io la pago in un altro modo, tipo con l'aumento dei ticket dell'ASL o con l'aumento dei biglietti del bus (che già vengono uno sproposito) o mi cali le corse degli autobus o qualunque altra cosa che mi aumenterai perchè, caro Ubaldi, le tasse le DEVO pagare, non sono a discrezione tua. Appena ho letto sta cosa ho pensato "Ecco è fatta. Va su un'altra volta". Parma certe sottigliezze, chiamiamole così, non le ha mai capite. Quindi io già mi vedevo governata ancora da sto tizio.
Di Buzzi non parlo nemmeno perchè ci vuole una faccia notevole per ricandidarsi ancora dopo essersi dimesso da un'amministrazione ormai per terra unicamente per non rischiare, non certo per vergogna o che altro. Infatti, visto che la vergogna non sanno nemmeno cosa sia, si è ricandidato.

E ieri sera dopo un viaggio da Reggio abbastanza travagliato ho letto su internet il risultato. E per la prima volta mi sono sentita orgogliosa di essere nata a Parma. I motivi sono svariati:

1) il mio seggio, a maggioranza di frati (non chiedetemi perchè), ha votato, per circa il 70% dei voti, il PD. NON il PDL, nano malefico, hai capito, tu e la tua Chiesa.

2) il PDL, la Lega, la Destra e l'UDC sono stati stracciati. Ma nel vero senso della parola.

3) Ballotaggio tra PD e Movimento 5 Stelle

Ripeto

BALLOTTAGGIO PD e MOVIMENTO 5 STELLE
(E' il 2012, non scordiamolo)


E io godo che mi cappotto.

Ora un paio di mie inutili e non richieste considerazioni:

1) Credo che l'astensionismo (il 35% degli elettori non ha votato) non sia da leggere come protesta. Se voglio protestare vado a votare e metto voto bianco o nullo (come ha fatto un tipo nel mio seggio che sulla scheda ha sobriamente scritto "Siete tutti ladri, farabutti e delinGuenti"). Semplicemente la gente si è rotta il cazzo. Di tutto e di tutti. Guarda a casa sua e basta. Per me è una cazzata non votare, perchè è una delle poche volte che (dovrebbero) fanno decidere a noi le nostri sorti, e non approfittarne mi sembra abbastanza stupido.

2) Il Movimento 5 Stelle non è anti-politica. E' un movimento che non è fatto da politici veri e propri. Le idee le hanno, le persone anche. E' che vi pippa il culo. E basta.

3) Il voto al Movimento 5 Stelle non è di protesta. Non voto per protestare, idioti, ma per dire chi mi dovrà gorvernare. Non è una boiata come la fate voi, il voto. I voti sono stati dati in base a ciò che le persone credevano giusto. Ubaldi, Buzzi, Bocchi e Zorandi, ma specialmente i primi due, fatevi un esamino di coscienza, sui vostri mandati e sulle vostre idee. Poi mi dite se davverodavverodavvero ci conveniva votare voi piuttosto che PD o M5S. E comunque, visto che la maggior parte dei votanti ha più di 70 anni, di sicuro non votano per protestaa, ma per dovere morale. E se è un dovere MORALE, di sicuro non lo si fa alla leggera. Solo scuse, avete.

4) Ubaldi, Buzzi (lo so ho il dente avvelenato), davvero. State zitti. Ma parlate ancora. Ma sul serio. Un po' di amor proprio. Vi hanno segato e con cifre ridicole. Andate a casa e inizate a mandare cv come sto facendo io e state zitti. Non avete scusanti: rappresentate dei partiti che fanno venire il latte alle ginocchia per idee e per le persone che li rappresenta. Avete avuto il coraggio, durante la campagna elettorale, di parlare della scorsa amministrazione come di una cosa che non vi ha mai riguardato quando tu, Ubaldi, ne sei stato l'artefice e tu, Buzzi, ne eri il vice sindaco. Davvero. Fate silenzio e ritiratevi.

5) Ubaldi, come vedi Parma non si è dimenticata. E ti ha trombato. Quindi basta. Fatevi due domande e poi stop.

Ora, ripeto, IO GODO CHE MI RIBALTO.

11 aprile 2012

LAUREA NO

"Cercasi cassiera per supermercato nella zona di Parma. Si richiede pregressa esperienza e disponibilità a strordinari, oltre a flessibilità nei turni. Diponibilità immediata".



"No signorina non possiamo accettare la sua candidatura"
"Perchè?"
"Lei è laureata?"
"E allora? Ho fatto la cassiera per 5 anni"
"Noi formiamo le persone per poi tenerle. Lei se trova altro del suo livello va via e noi dobbiamo formarne altri. La nostra politica è di non accettare laureati. Al massimo diplomati"


Ok.
Il prossimo step sarà eliminare le due lauree dal cv.


Vado in bagno a piangere.

30 marzo 2012

CIAO, MI CHIAMO CHIARA E HO UNA NEMICA

Non l'avrei mai pensato. Ma se mai avrò un figlio, e se continuo di questo passo non credo, visto che non ho manco i soldi per mantenermi da sola, figuriamoci un figlio, gli sconsiglierò di fare l'università. Ma proprio zero.
In sto periodo sto diventando parecchio cinica, o meglio il mio cinismo sta peggiorando. Al momento sto rimpiangendo quesi 5 anni di università. Sto rimpiangendo di aver fatto spendere ai miei cifre improponibili per delle rette e per delle pergamene di laurea che devono ancora arrivare (maledetta UniBo, se aspetti ancora me fai in tempo a chiudere), soldi per libri (la maggior parte fotocopiati perchè io 50 euro per un libro di 50 pagine non li spendo, specialmente se è tuo, prof, è sarebbe illegale far comprare ai tuoi studenti un tuo libro, pensa un po') e per menate varie.
Ovvio, non rimpiango le mie consocenze, i pranzi in via Indipendenza o le corse in via Zamboni e le risate durante le lezioni; come non rimpiango le mie conoscenze a Parma durante la specialistica o gli amici che ho trovato e che fortunatamente esistono ancora e sena cui, probabilmente, sarei sull'orlo del suicidio. Ma sinceramente, di tutti questi 5 anni spesi, non ne vedo l'utilità.
Quando ho finito le superiori, la mia prof di italiano (sempre in gloria, lei e le sua lezioni contro Berlusconi) mi ha consigliato una facoltà umanistica. Le sue parole erano state uno sprone a continuare a studiare, anche se finita la maturità, l'unico mio desiderio era di mandare a cagare per sempre La Merda Umana (brava Chiara, poi te la sei trascinata dietro fino al terzo anno di università) e poi boh. Non avevo un'idea chiara di quel che avrei fatto di lì a un mese, figuriamoci dopo dieci anni. Comunque la prof. mi aveva convinta aproseguire con facoltà che mi portassero a lavorare (hahahhahaah!) nell'ambito letterario, giornalismo, professoressa, roba così. Insomma, presa dall'ansia per l'università, mi son iscritta a Scienze della Comunicazione, eliminando Lettere solo perchè io di fare la prof non ne avevo e non ne ho la minima intenzione. Vabeh.
Ho finito dopo 3 anni giusti. Voto de merda, ma me ne fregava poco, Scienze della Comunciazione si è rivelata una "cagata pazzesca" (cit.) con esami praticamente identici nei 3 anni, se non qualche raro sprazzo di originalità, originalità che però non avrebbe aiutato a trovare un lavoro. Poi io ho scelto il curriculum semiotico. In pratica il sottotitolo del corso poteva essere "Se non vuoi trovare il lavoro, scegli questo". Ma io vivevo di ideali. Io facevo la pendolare e portavo le Gazzelle rosse e i jeans con le pezze al culo (ma davvero, mah ero ubriaca all'epoca) e andavo in giro col walkman. Leggevo Pirandello in treno e mangiavo le patate arrosto della mensa come se non ci fosse un domani. E studiavo sta roba pensando di essere negli anni 70, mica nel 2006, con l'idea che avrei lavorato in ufficio pubblicitario e vedendomi fighissima. Hahahahahahahahah!
Comunque poi ho fatto la specialistica in Giornalismo. Altra roba utile, devo dire, tenuto conto che ho dovuto recuperarare tipo 40 crediti di Lettere (potevo farla subito, no?). Senza contare le lezioni di Letteratura Italiana Contemporanea che hanno riguardato solo la poesia (e il romanzo, di grazia, fa così schifo?) e il programma arrivava a Pasolini. Contemporaneo, devo dire. Senza contare l'inutilità della mia tesi. Ma vabbè.
Tutto sto pippone per dire che se tornassi indietro farei ragioneria a indirizzo linguistico (evitando la scuola della Merda, ma andando nell'altro istututo) e poi sarei andata a lavorare. Almeno a quest'ora avrei un minimo di esperienza e starei messa meglio di adesso, sicuramente.
"Ma è il nervoso che ti fa parlare" Mamma, tu mi vuoi bene e per te sono una delle due bambine più belle del mondo (l'altra, per inciso, è mia sorella), mi porti a casa tutte le sere un cioccolatino diverso con grande gioia del mio culo, ma è così. Poi sarò nervosa, ma se poi vedo gente come Paola Maugeri che ha un lavoro e IO NO, ecco lì mi incazzo e di brutto.

(La Paola nostra negli anni 90)

Paola Maugeri. Ha iniziato negli anni 90 cantando, con dei capelli blu a dir poco inguardabili che neanch'io nel mio periodo triste, in un gruppo che, giustamente non s'è cagato nessuno. E' finita, come tutti gli incapaci, a MTV. Lì faceva l'alternativa della situazione (che già lì, altrenativo e MTV? Mah), passando il tempo a intervistare gente inutile come lei, tipo Bono degli U2 (memorabile il suo commento "Intervistare Bono (perchè lei lo chiama Bono, è suo amico, capito) è come intervistare il Papa, ti tocca dentro" Ora, io non sono cattolica, aborro Papa e Chiesa, ma....sei veramente una sfigata senza pari), Chris Martin dei Coldplay, spacciandosi come grande fan di qualsiasi genere e cantante.
Però ogni tanto, il giusto contrappasso c'è. E il contrappasso si chiama Paul Weller.
Chi mi conosce sa. Sa che io lo amo alla follia. Sa che questo tizio inglese ha 54 anni (un anno in più di mio babbo), ma io me lo farei subito. Canta, ma bene. E conosce Pete Townshend e è chiamato il Mod Father non perchè è papà di quei mille sgorbi che ha fatto mettere al mondo, ma perchè il movimento Mod è LUI. Ho tutti i cd dei Jam e i suoi da solista.
Quindi IO sono fan, capito, Paola, IO. Io so che è nato in un sobborgo di Londra nel 1958, che ha mille figli dai nomi improponibili, gli ultimi son John Paul e Bowie, per intenderci. Io so che uno dei suoi migliori amici è Noel Gallagher, che suo padre (ribattezzato anche "Banana") è il suo manager e la sorella Nicole è l'addetta stampa.
Ma tu, Paola, che cazzo ne sai.
E infatti hai fatto una mega figura di merda e Paul, conosciuto per la sua affabilità tipica di un hooligan incazzato dopo 9 pinte di Guinness, ti ha risposto guardandoti come se fossi l'ultima caccola del pianeta.
Io pensavo l'avessi capita, Paola, che ti dovevi levare. Invece no. Schifi MTV, perchè è troppo mainstream per i tuoi gusti da alternativa mancata e sbarchi a Virgin Radio. Ti ho scoperta una sera in macchina. Non capivo chi fosse che parlava un inglese così pessimo e tanto impostato. La prima cosa che ho pensato è "Ma che è? Un programma con bambini delle elementari?" Poi inizi con la tua cantilena a parlare dei Guns n'Roses (gggganzerousiz, tu lo leggi così). Rabbrividisco. Mia sorella impreca contro la radio. Ho mandato anche una mail di lamentela a Virgin, giuro. Mai avuta risposta.
Poi ieri sera, nel mio zapping compulsivo tra un programma di cucina e l'altro approdo a Virgin Tv.
E brava Paoletta. Ancora tu? Ma non dovevamo non vederci più? Ancora in tv? Adesso fai una trasmissionona, "She's in fashion" dove intervisti personaggi della moda, dalle fashion blogger agli stilisti. E fai le domande. Banali, perchè giustamente, le poni tu, mica le pone Eco ste domande, quindi il livello è quel che è. E non aspetti manco le risposte. Appena viene proferita una sillaba, tu inizi "Beh, ovvio, certo, anche io la penso così, giusto, perfetto, mi trovi d'accordo". Posso? MA CHI SE NE FOTTE DI QUELLO CHE PENSI TU!?!?!? Io no. Anche perchè erano domande talmente tanto retoriche che la risposta poteva essere solo una.

(Paola l'alternativa)

E per inciso, Paola, tu di moda non ne capisci un cazzo. Io neanche, ma mai nella vita mi sarei sognata di indossare la giacca a paillettes FUXIA che tu avevi su ieri sera e, nel caso, non me ne sarei bullata per mezz'ora. Sappilo.
(E anche basta con sta menata della vita a impatto zero. Hai vissuto per un mese o due senza inquinare. Ti è piaciuto? Bene, happy for you, ma anche basta, non sarà di sicuro grazie a te che la terra non imploderà, quindi, BASTA, hai rotto).

20 marzo 2012

AMARCORD

"Tuo nonno l'ho conosciuto a ballare. Lui faceva le liste dei partecipanti alle gare e io andavo lì con una mia amica (ma pensa te, mio nonno era un pierre ante-litteram). Prima di conoscere tuo nonno, mi veniva a prendere quello che abitava sopra di me, ma faceva lo stupido, allungava le mani e a me quelli che allungano le mani non mi piacciono (quel brutto porco che ha approfittato di mia nonna). Adesso è morto, poveretto, ma era un asino. Vuoi altre patate arrosto (no nonna, grazie, ne ho mangiate tipo un campo, basta)? Poi una domenica in Giardino ero con mia mamma e lui girava in bici e allora si è fermato a salutarmi. Abbiamo parlato un po' poi ho scoperto che lavorava vicino al negozio (la famosa "bottega" coi vasi dove poteva starci dentro seduta) e una sera me lo son ritrovato all'uscita e mi ha accompagnato a casa. Si fermava poi a parlare giù dal portone e un giorno prima di Natale mi ha fatto un regalo con un biglietto. Scriveva delle cose che sembravano poesie (basta, sto già piangendo dentro). Va' che tuo nonno in 50 anni di vita da sposati non si è mai addormentato senza dirmi "Buonanotte" e senza darmi un bacio. Non è mica da tutti (eh, lo so grazie. Però mo basta che ho il magone). Comunque poi lui lavorava da un ingegnere, che adesso è morto (pure lui è morto?), e sto ingegnere lo mandava in montagna a controllare dei cantieri. Una volta mi ha scritto che aveva fatto vedere la mia foto, ero in Giardino con una gonna blu a pieghe e un maglione bianco, non so se di cotone o lana, a tutto il paesello e anche il prete gli ha fatto i complimenti e lui mi diceva "Mica ci voleva il prete per dire che sei bella". Poi il prete gli aveva dato un vespetta vecchia che faceva po-po-po (oddio, un terribile deja-vu, ma stavolta con un trattore) per andare al cantiere. Poi quando siamo andati in viaggio di nozze a Sestri abbiamo incontrato il suo capo e il suo capo guai per lui, perchè tuo nonno lavorava bene e si impegnava. Una volta dopo che era tornato da un viaggio mi ha portato a casa un regalo bellissimo che però io non mi metto mai perchè è un regalo mio e basta (uh, mia nonna riservata...ma da quando?) e quindi non me lo metto mai, ma è bellissimo, fidati. Poi quando è nata tua mamma, lui è come impazzito, diceva che era la sua benedizione, tua mamma. Penso di non averlo mai visto così contento come è quando nata la mamma. Anzi sì, quando siete arrivate tu e la Paola. Poi tuo nonno era sempre arrabbiato. Odiava tutti, gli dicevo sempre che era noioso perchè mi sembrava di uscire con un temporale. Vuoi delle altre fragole? (no, di grazia, basta, sto implodendo lentamente) Comunque poi uscivamo e andavamo in Giardino a passeggiare e lui si calmava, ma aveva un nervoso subito, che era proprio cattivo. E io mi stancavo a passeggiare con uno sempre arrabbiato con tutti. Comunque con me è sempre stato educato e non ha mai alzato la voce (il nonno, infatti, aveva una pazienza da record, poveretto). Ah, ho preso due cestini di fragole anche per te così le mangi a casa (evviva, divento bonza di fragole!). Poi il vicino di casa non è più venuto a prendermi per andare a ballare perchè gliel'ho detto che era uno sporcaccione e poi, per me, non si lavava nemmeno. Guarda che io, tua nonna e Carlo eravamo poveri, ma io ero sempre pulita e in ordine, quindi a me quelli che non si lavano fan proprio schifo".

13 marzo 2012

AAA CERCASI SCHIAVO CONTENTO DI ESSERLO. ASTENERSI PERDITEMPO

Dunque. Iniziano a girarmi pesantemente. Io non voglio essere sempre polemica. Giuro, non vorrei. Ma è che mi disegnano così (cit.). A parte tutto, uno vorrebbe anche essere tranquillo e pensare positivo e tutto. Poi succedono mille cose e uno dopo un po' esplode (io anche prima di "dopo un po' ": io esplodo alla prima, anzi neanche). Comunque. Ad esempio una persona (io, ad esempio) si alza e già bestemmia in aramaico per il fatto di doversi scollare dal letto, poi entra nelle doccia e si accorge che il bagnoschiuma è finito e si deve lavare con quell'abominio al bergamotto che è lì più per bellezza che per uso reale. Finisce l'acqua calda. Poi esce e la bicicletta è sgonfia. Tre ore per capire che la gomma non si gonfierà mai perchè ha una valvolina da levare. Una bicicletta dell'anteguerra con la valovolina fetente. Vabbè. Venti minuti di bici e degli effetti della doccia non si vede neanche l'ombra. Andare in posta con la nonna che dopo un'ora si rende conto che "No, non ho tutti i documenti. Torniamo domani". A pranzo dalla nonna, mangiare chili di patate arrosto come se non ci fosse un domani e tonnellate di fragole allo zucchero, neanche fosse l'ultima pasto prima della sedia elettrica. sentire la nonna che dice che 40 anni fa era tutta campagna. Respiriamo. Manda giù. La nonna ha quasi 80 anni e l'arterio è il minimo che le può capitare. Poi già il fatto che sia in grado di cucinare le patate in QUEL santissimo e benedetto modo, boh, bisogna perdonarla.


Torno a casa e ci si mette al pc per controllare le offerte di lavoro e magari se per caso qualche buon'anima ci offre una straccio di lavoro. E lì io esplodo. Ero già esplosa al bagnoschiuma finito, ma per il quieto vivere mi son trattenuta. Poi leggo offerte di lavoro che ci vuole un coraggio e una faccia da culo non indifferente per chiamarle offerte o lavoro. Per dire dopo mesi, ho trovato un annuncio di ufficio stampa. ah, gioia, gaudio e tripudio.
Poi leggo meglio.
E' a Rubiera ( o Cavriago, non mi ricordo), comunque, per arrivarci, devo usare la macchina, ma va beh, il bolide ha superato avversità ben più importanti (tipo un viaggio Parma-Orio al Serio carico di valige per la vacanza a Barcellona).
Il contratto è per 3 mesi, senza possibilità di assunzione. Va beh, mica mi lamento, l'ultimo contratto era di un mese e mezzo, 3 mesi sono un'eternità. E capirai senza possibilità di assunzione. E chi se l'aspetta, l'assunzione.
Bisogna avere già esperienza pregressa in un ufficio stampa. Beh quella ce l'ho. Se poi ci mettiamo anche l'anno trascorso in Gazzetta i miei anni di esperienza son 4.
Richiedono flessibilità oraria e disposizione a straordinari e a lavori non pertinenti al contratto (faranno pulire l'ufficio a fine turno, minimo). Va beh dove lavoravo prima, andavo pure a far la spesa per la capa, quindi, non mi preoccupo. Spero sia solo qualcosa di meno umiliante che andare a comprare le medicine per il cane del boss.
Poi, bisogna essere pratici di computer, Power Point, Office, programmi di Windows. Ok, ci sono: il pc lo so accendere e le mie presentazione in Power Point son sempre figherrime e mi diverto pure a farle. Ottimo.
Bisogna avere la passione del cinema e per la letteratura. Ok, ci sono anche qua. Di film ne vedo a mazzi e i miei soldi, invece di spenderli in droga, li spendo in libri o in trucchi di Sephora che non uso. Perfetto. Son già carica a inviare il cv.
Poi leggo, in carattere 1 di Times New Roman: Stage di 3 mesi non retribuito.
(Sì, poi magari ti devo anche ringraziare se mi prendi a lavorare con te).
Ripeto: non retribuito.
....
...
....
MA ANDATE A CAGARE.
MA DAVVERO, ANDATECI.
Io giuro, volevo mandargli una mail di insulto.
Ora mi sto segnando i vari siti e le varie mail che propongono lavori non retribuiti o pagati una fame. Poi giuro su Dio e/o su quel che ho di più caro che quando avrò un lavoro decente e/o sarò ricca, manderò mail di insulti a tutte queste brave persone che propongono lavori che sarebbero anche decenti, ma che o pagano una miseria o non pagano.
Solo che non avrò mai un levoro decente e non sarò nemmeno ricca, quindi il problema non si pone.
Vi è andata bene.


Però un augurio posso farvelo: spero falliate, spero che un giorno, magari non troppo lontano, vi ritroviate nel mio stato attuale, a dover parlare con gente che il più delle volte non sa neanche coniugare un verbo e vi dice che avete poca esperienza, a dover combattere per avere un lavoro, anche se di merda, a ricevere mail dal server che dicono "La tua mail è stata cestinata senza essere letta". E vi auguro di poter leggere anche voi degli annunci del genere e di poter pensare un attimo a come ci si può sentire. Se il sentimento di odio supera o meno l'umiliazione e la tristezza, se il senso di inutilità che prende la mattina appena ci si sveglia vi fa sorridere o meno.
Vi auguro il peggio.
Davvero.
Ciao, adesso vado mangiare altre fragole.

8 marzo 2012

"OGGI E' L'8 MARZO" "AUGURI!" "PERCHE'????"

Ok.
Mi sveglio e mi trovo un messaggio di un amico (che per altro non sento da secoli) con scritto "Auguri!". Controllo. No, non è Natale (non ci sono i Babbi Natali che suonano appesi alla mia finestra), non è Capodanno (non ho il cerchio alla testa e non sono a Porto), non compio gli anni (non sto morendo di caldo e non sto bestemmiando la dea Khalì per il fatto di abitare in pianura), non è il 6 gennaio (ho amici burloni che mi fanno gli auguri per la Befana). Controllo. Sono sotto il piumone. E' marzo, che cazzo vuole questo. Dopo un'oretta apro Facebook, il male del millennio, e vedo mille mila foto di mimose. Gente che mi ha taggato in foto gialle e con didascalie tremende del tipo "Auguri donne, fatevi valere come persone e non come oggetti". Mi sono staggata prima ancora di vedere i commenti.
Quindi è di nuovo l'8 marzo. La maledetta festa della donna.
E ho un flashback di tutti i maledetti 8 marzo che ho vissuto. Fino ai 12 anni son stata ignara: non sono donna, son bambina quindi nessuno mi ammorba. Però mi ricordo che una mia prof delle medie il giorno dopo, il 9 marzo, ci aveva raccontato che era andata a vedere uno striptease con delle sue amiche. Già all'epoca l'avevo guardata come dire "E tu dovresti insegnare a me qualcosa?!?!?" Per una settimana non avevo fatto i compiti, in segno di spregio.
Comunque poi alle superiori iniziano tutti a rompere le balle: al bar di fronte a scuola, mentre compravo l'estathe, il barista, porgendomi un rametto di mimosa, mi salutava con un"Auguri" e io "Per cosa?" e lui "Festa della donna" e io "Ah" con un'espressione disgustata. Forse perchè il barista era la persona più porca sulla faccia della terra e la cosa più carina che l'ho sentito dire nei confronti di una donna è stata che aveva conosciuto una con la bocca perfetta per una cosa sola. L'avrei ammazzato. Per 5 anni, ho sentito sto idiota parlare delle donne come esseri da accoppiamento e da cucina e basta, poi l'8 marzo diventava un cavalier servente. Un odio mai sopito. Ancora oggi, quando lo vedo mi auguro che gli fallisca il bar.
Comunque forse più del fastidio degli uomini che mettono i link su quanto siano belle le donne e i negozi che mi ammorbano con le mimose, sono le donne che solo l'8 marzo si ricordano di esserlo. O solo quando fa comodo.
Per dire, io le mie amiche le vedo e ceniamo abbastanza spesso insieme, non è necessario vederci per l'8 marzo e magari andare a vedere 4 truzzi con meno peli di me che agitano il pube in direzione del mio naso. Che voglio dire, mi fai ribrezzo. Poi, fortunatamente, le mie amiche vanno oltre il tauro, quindi il problema dello spogliarello non si è mai nemmeno posto.
Ma a parte questa povertà, mi fan tristezza le donne che si accorgono dopo mille anni che le sono. Un esempio per me è stata la manifestazione "Se non ora quando". Una mia amica mi aveva chiesto di andare. Ho rifiutato. Non perchè reputo giusta la situazione che si era venuta a creare, ma perchè trovo riduttivo e anche ridicolo che tutto sto genere femminile si sia svegliato a causa di una ragazzetta che l'ha data all'ex premier. Voglio dire, Berlu sarà un essere (aggettivi negativi a caso), ma è libero di farlo con chi vuole. Se poi lo fa con minorenni esigo che venga giudicato per quello che è, ma che le donne si siano svegliate per quello, mi è sembrato il classico esempio di Italietta bigotta e moralista.
Non fraintendetemi, mi ha fatto schifo, ma era una novità? Io mi sarei indignata più per il fatto che le donne son sempre descritte dalla tv come delle zoccole perverse che col solo potere di una gamba semiaperta fan fare tutto quello che vogliono (vedi il tatuaggio di Belen. Sticazzi, anche. Ha un tatuaggio lì, e quindi? C'è gente che lì ha persino il piercing e allora? Non lo sapevate che era una un po' sui generis, quando le avete dato quella vagonata di euro per presentare quella roba pietosa che è San Remo? No? Allora, informatevi meglio) Che voglio dire, ci saranno anche quelle (ci sono donne che sono zoccole all'asilo, quindi perchè stupirsi?), ma è veramente necessario indignarsi così profondamente per una cosa che è da anni che succede? Boh. Tutto sto spiegamento di vip donne che hanno detto delle banalità assurde e per cui ho spento la tv dopo 5 minuti di interviste.
Ok. Le donne sono svantaggiate. Gli uomini guadagnano di più. Le donne lavorano anche a casa e non hanno tempo, mentre i mariti vanno a farsi le partite di briscola al bar. La colpa di chi è? La società sarà anche maschilista, ma i maschi vanno al bar invece di tirare l'aspirapolvere perchè son stati cresciuti così. La loro mamma li ha cresciuti con l'idea che la donna deve lavare, stirare e pulire e lavorare fuori casa e che l'uomo uscito alle 6 dall'ufficio può farsi i cazzi propri. Se fossi sposata e mio marito facesse tutto, io mi guardarei bene dal dire "Te le tiro io l'aspirapolvere", col cavolo. Andrei da Zara a spendere i miei soldi. Quindi, se l'uomo è un po' egoista e per nulla casalingo, la colpa non è (totalemente) sua. Nel senso, un paio di mutande te le potrai lavare da solo, o no? O hai bosogno della bali fino a 50 anni? Mio nonno, se non ci fosse stata mia nonna, sarebbe morto di fame: non sapeva neanche far bollire l'acqua per la pasta, figuriamoci, farla la pasta. La colpa sarà anche sua, che non ci si è messo, ma se mia non avesse fatto finta di nulla, lui almeno due spaghetti in bianco sarebbe stato in grado di farseli.
Poi. Le quote rosa. Vogliamo la parità? Vaffanculo le quote rosa. Ma cosa siamo delle mentecatte che dobbiamo avere per forza la quota? E se ci fosse un uomo più capace di noi? Un esempio. Ho lavorato in ufficio la cui direzione doveva essere composta, per forza di legge, da almeno una donna. Peccato che abbiano dovuto eleggere una donna incapace. E posso testimoniare che questa non sapeva coniugare il verbo avere. E il suo compito era prevalentemente parlare. Per legge lei è stata eletta, non per merito. La direzione non la voleva, ma ha dovuto eleggerla.
Sarà che vivo nel mondo dei sogni ma la festa della donna mi pare il classico contentino. La pacca sulla spalla, della serie "Avete anche la festa, cosa volete di più, non vi potete mica lamentare". Mi lamento sì, perchè è triste.
E poi, ok, la mimosa cresce nei primi di marzo, e simboleggerà anche la donna, ma, Cristo Benedetto, puzza di pipì. Mi volete dire che non c'era un fiore migliore che non mi sfiorisce dopo mezza giornata, che non mi impesti la stanza di tanfo di urina e che sia un minimo apprezzabile dal punto di vista estetico? Un bel giglio, no? Un tulipano? No, una mimosa puzzona.
Ditemi voi. Le donne son cresciute, grazie alla Chiesa, con un senso di colpa innato. E le donne, con sto senso di colpa, si accontentano. Si accontentano di un giorno l'anno in cui l'uomo è meno cavernicolo del solito, e si accontentano delle mimose. Dei fiorni gialli che odorano come il campo dove portavo il cane della vicina quest'estate.
Apprezzo solo la torta mimosa.

Che tristezza.

23 febbraio 2012

54° GIORNO

Dunque sono esattamente 54 giorni che sono al nulla. 54 giorni. E adesso sta anche per arrivare la primavera. Parliamone. Con la sua aria fresca, le giornate che si allungano, le temperature che si alzano e la mia incazzatura che aumenta.
Sono arrivata alla conclusione che sono un essere malinconico per natura. Mi piace la musica triste e i film dove si piange (anche se piango raramente, credo, anche se ormai piango anche per Glee) e dovrei smetterla perchè non posso zampillare come una fontana alla prima canzone. No. O per due fiocchi di neve che cadono. Tipo quel sabato che mi son alzata già inculenta, apro la finestra e vedo tutto a puntini bianchi. Magone, mal di gola, occhi gonfi e pianto. Basta.
Poi c'è la settimana della moda e tutti parlano di vestiti di cui nessuno parlerà una volta finite le sfilate. Anche perchè la gente non può permettersi un cappotto di H&M, quindi non credo che opterà per una maglia di Valentino al modico costo di mille mila euro.
Neanche saccheggiare tutto il bancone di Sephora, pur essendo conscia che non userò mai nulla di quello comprato, mi soddisfa più. Sarebbe il momento buono per smetterla di spendere soldi. Ma così giusto pour parler.
Comunque un proposito sta per andare a segno. Domani concertazzo dei Negrita. E mi chiedo ancora perchè quel gran pezzo del chitarrista in questo video assomiglia a Ligabue. Son problemi.
Devo capire altri miliardi di cose:
  • perchè se è da lunedì che mi cibo di aria e acqua il mio peso è uguale a quello che avevo finito il megapranzo di Natale dalla nonna;
  • è da 3 mesi che non mi mangio le unghie, ma non si nota la ben che (attaccato o staccato?) minima differenza;
Poi, prima ho parlato con quello che viene a fare la lettura del gas (sembro un'anziana, attacco bottone anche con quelli del gas), e mi ha detto che è australiano e è sposato con una di Parma. Ecco, cosa spinge un australiano e emigrare e a venire in Italia, ma soprattutto a Parma? Poi mi fa  "Eh io vorrei tornare là, ma mia moglia non vuola perchè ha la mamma qua" Io forse son stata stronza a rispondergli "Divorzia, fallo per me".
Mah.
Vado a guardare Dawson's Creek, va'.

24 gennaio 2012

IL PROFUMO DELLA VITA

Sinceramente.
Non so cosa mi spinga a andare in profumeria, dato che non mi trucco, se non raramente (e sempre con le solite 3 robe, mascara, matita e blush), odio i gloss, anche se ne ho circa mille e tutti della stessa tonalità, non mi metto cremine strane prima e dopo essere andata a letto e fino a due giorni fa odiavo le smalto, perchè odiavo a morte (ora le odio odio e basta) le mie unghie tutte mangiucchiate e brutte come la morte se pittate con dello smalto.
Che poi, lo smalto a me piace acceso. Quel bel rosso scuro o rosso anni 50 a me fa impazzire. Ma le mie manine sono brutte e stanno male con quello smalto.
Il mio proposito principe per il 2012 è proprio smettere di mangiarmi le unghie. Da circa un paio di mesi ce la sto facendo e ho comparto LO smalto. E' una goduria per gli occhi e metterlo mi fa sentire più gnocca (non che ce ne fosse bisogno, ma vabbè) del solito.
E comunque ogni volta che esco un giro da Sephora devo farlo.
La mia follia è iniziata in 24 dicembre girando come una scappata da Colorno a ricercare il deodorante del mio profumo storico.
Amo quel profumo da anni, ha una boccetta bianco perlato e il tappo chiaro e soprattutto è da donna (no, non è scontato visto che ho sempre messo profumi da uomo, perchè quelli da donna sono immettibili da tanto son dolci) e non l'odore stomachevole e dolciastro che aborro. Avevo già la crema corpo (usandone una goccia alla volta), ma il deodorante DOVEVO averlo.


Ho girato per tutte le profumerie, facendo impazzire commesse per tutta la mattina (la mattina del 24 dicembre, parliamone) e tutti che mi dicevano "No, il suo profumo ha venduto poco, quindi la linea bagno non la fanno più. Anzi nel 2012 smetteranno anche la produzione del profuno ". Tristezza infinita, depressione a pacchi e mestizia a mazzi. Come non lo fanno piùùùùù? Perchèèèèè?
Va bene. Sono arrivata a casa come un'erinni, incacchiata come una belva. E mio padre "Ma cos'hai? Che è successo?" E io "Non hanno il deodorante del mio profumo, capisci?" E mio padre per tutta risposta mi fa "Vabbè, io vado a fare i gamberi per stasera" Non capiva il mio disagio.
Quindi, mi dirigo in bagno e analizzo la boccetta del mio profumo. Ormai è quasi finito. IDEA, ma che dico? IDEONA!! Cambio profumo, ne scelgo uno fotonico, buono e che abbia anche il deodorante. E l'ho trovato. Lui. Il Mademoiselle di Chanel, confezione figherrima e colore pesca. Ah. Va' che bello che è.

Ahahahahahha. Sta da dio nel bagno e soprattuto il signore qui sopra ha il deodorante. E non solo: ha anche il latte corpo e lo spary per i capelli. Ah. Quando ho visto tutto ciò ho mollato gli ormeggi e ho branacato su tutto e come un'invasata sono andata alla cassa. La commessa ha osato chiedermi se desideravo, per caso, anche la saponetta del profumo, così "quando ti lavi le mani hai la fragranza del profumo" Oh, sono idiota, ma non fino sto punto. NO! Niente saponetta, che quella che ho caso va bene uguale. Poi mi ha insultato e le ho comprato un balsamo per le labbra (un burrocacao per noi comuni mortali). Solo io posso accettare di comprare qualcosa dopo che mi hanno detto che mie labbra sono screpolate e secche e brutte (che poi, fosse vero). Ma vai a cagare, commessa malefica.
Poi mi volto. Ho visto quello smalto. Uh. Adesso mi starà di merda, ma fra un paio di mesi avrò delle mani che le televendite dei gioielli mi invidieranno, quindi DEVO avere quello smalto. L'ho avuto infatti.

Bello lui. Me lo sono messo e le mie mani son diventate magicamente figherrime. Ah. Nel mio mobiletto in camera fa la sua porca figura. Si erge tronfio tra gli smalti Kiko.
Sephora, ringraziami, adesso. Chè senza di me falliresti subito.

14 gennaio 2012

I LAVANDINI

Ieri la Giulia mi ha parlato di lavandini e di quante varietà e tipi di lavandini esistono. Un sacco di forme e materiali. La Giulia ha comprato casa. Io la ascoltavo e pensavo che non avevo mai pensato a quante varietà di lavandini esistono. Anche perchè non è che mi interessi particolarmente. Cioè, un lavandino è un parallelepiedo concavo che deve contenere l'acqua che esce dal rubinetto. Che sarà mai. Volevo dirglielo. Ma poi ho pensato che io non devo arredare la casa appena acquistata e che quindi il mio infinito sui lavandini finisce lì per quello. Magari fra secoli, quando avrò una casa mia inizierò a parlare delle varietà dei lavandini e delle mattonelle del bagno. Però so che il lavandino del mio bagno è bello. Mi ci posso lavare anche i capelli. Nei lavandini dei miei amici no. E quando mi lavo le mani in quei lavandini striminziti, mi vorrei bullare con loro del mio lavandino gigante. E del mio rubinetto che caccia l'acqua a forza mille. Ecco, la mia casa avrà un lavandino gigante e i rubinetti con getto forza otto. Come gli uragani. Che bello. Volevo consigliarle anche il rubinetto col getto importante. Poi mi son trattenuta: il getto importante è per quelle persone che vogliono tutto e subito, come me. Quindi per lei non va bene: la Giulia è riflessiva e posata. Io vedo un paio di scarpe e me lo prendo. Poi mi stramaledico perchè no, con quel tacco non me le metterò mai e, Dio santissimo, con quel colore, sembro una scappata da Colorno. E no, sono già poco normale con queste All Star pelose, e no, non voglio dare adito a commenti acidi da parte del prossimo. Comunque, anche la Giulia ha le All Star pelose, quindi un po' mi consolo. Fino lì quest'anno ho avuto un'impennata di acquisti pelosi che mi darei delle sberle da sola. La Giulia ha comprato casa, ma è solo l'ultima di una serie di compratori di case miei amici. Mi mette in soggezione sta cosa: comprare casa è importante. Beh. Io al momento non ho nemmeno un lavoro e vorrei una casa con una camera da letto con un letto gigante, le tende azzurro cielo, uno specchio con la cornice bianca e le lenzuola a pois bianchi e violetto. Con un comò con sopra un mazzo di garofani appena colti. E una foto dell'oceano. Ecco, quella ce l'ho. E' già un passo avanti.

13 gennaio 2012

VOGLIO ANDARE IN INGHILTERRA, IN INGHILTERRA....

Allora. Innanzitutto ringrazio la Fra. Ieri sera mi ha postato in bacheca su FB un video in cui si paragonavano i due uomini più belli di tutto il panorama europeo (americano no, ce ne sono parecchi con cui farebbero a gara): Hugh Grant e Colin Firth, ovviamente mentre lottano per tutte le Bridget del mondo
Allora. Io ho sempre avuto, nella vita reale, una predilezione per tutti gli uomini bastardi e infidi, degli stronzi che la metà sarebbe bastata. Sofferenze e lacrime come se non ci fosse un domani. Ergo, la prima volta che ho visto il film, il mio cuore è stato rubato, usato e buttato via da lui, Daniel Cleaver, Hugh Grant.
(Qui, Daniel mentre rema la barca durante la mini-fuga romantica con Bridget. Nel mentre canta una canzone degna del suo livello di porco infinito. (so che è in spagnolo, ma non me frega niente, quello che interessa è Hugh con camicia azzurra, occhiali e sigaretta al lato della bocca) Ma a che me me piasce)


Daniel. Daniel è un porco, se la fa e nel mentre se ne fa altre 50. Poi come ogni essere umano maschile, quando lei se ne va e trova uno furbo e con un minimo di cervello, lui si sveglia e si accorge di amarla. Buongiorno Daniel, buongiorno, davvero. Sei bello, per carità. 
Anche con sta camicia inguardabile sei parecchio, ma parecchio trombabile, ma sei un asino. Che parla inglese con un accento che fa cascare la gonna alla prima sillaba, ma svegliati. Le Bridget Jones vogliono uno che sappia quello che vuole. Tu sei quello che tutte vogliono, ma dopo circa mezz'ora lasci a desiderare. Specialmente perchè, ok, sei Daniel Cleaver, sei un giornalista, e ti piacciono i mutandoni della nonna, ma a noi interessa altro.
A ME interessa altro.
E questo altro è questo: Marc Darcy. Colin Firth. Colin Firth è stato il Darcy della serie "Orgoglio e Pregiudizio" della BBC. Cioè, è uno che recita, ma fa ruoli impegnati. Per inciso recita la parte del protagonista maschile di uno dei miei romanzi preferiti. Darcy, nel romanzo della Austen, è un uomo scorbutico e chiuso ma che ama in silenzio, che apre bocca per dire robe che stendono. Io voglio questo. Voglio LUI.
Ha le basette e i ricciolini. E' lui. Lui è l'UOMO. Comunque, a parte il Darcy della BBC, il nostro Mark Darcy è un avvocato per i diritti umani. E lui dice che "ama le ciccette sballonzolanti" di Bridget. Io ho un crollo psicologico quando sento questa frase. Aaaaah. Mark esci da quel film e umanizzati a noi donne, please. Umanizzati per me. Poi lui la "ama così com'è", nonostante la madre volgare, nonostante i maglioni natalizi con le renne e nonstante lei fumi come un turco. Io voglio lui, anche con questo maglione imbarazzante. 
Uno che mi ama per le mie ciccette sballonzolanti (oh, se ci sono, ce ne sono in quantità), le mie uscite infelici, per i miei sbalzi d'umore, per i miei 10 minuti di odio globale, per il mio attaccamento alla Nutella e per il mio pigiama coi pinguini, che nessuno ha mai visto per ovvi motivi. Mark poi fa a botte con la Merda Cleaver. Tira dei pugnetti deboli che fan tenerezza. Ma sfida a duello quel gran paraculo di Daniel, e lo mena, nel primo "Bridget Jones", di notte, poi in una fontana. Aaaaaah, bavetta generale e sorriso pirla per tutta la scena. E Mark chiede scusa se fa cadere i bicchieri durante la collutazione. Primitivo, ma con classe.
Noi ti amiamo Mark, noi ti bramiamo e tifiamo per te. Menagli a Daniel e fagli capire che per quanto il suo accento sia molto figo, non si può fare la prima anoressica che gli passa davanti.

(e comunque, Hugh, non prendertela, in "Love Actually" sei sempre il migliore, noi ti amiamo tanto lo stesso. Ma Darcy ama le ciccette sballonzolanti, non puoi competere, anche se balli e sei tanto bello).

God save the Queen.

11 gennaio 2012

DIECI COSE CHE ODIO

Hahahahahahha.
Diece cose che odio. Dieci?! Ma quando mai? Odio a caso e spesso profondamente. Dieci cose sono troppo poche. Come dice la Vale "Se le persone pigliassero un centesimo di quello che auguri loro, morirebbero tra atroci e lunghe sofferenze" Vero. Confermo e sottoscrivo. Il problema è che a me la macchina tira fuori il peggio di me. Ma non solo quello. Ci sono milioni di cose che odio.
Potrei fare un elenco, ma non basterebbe tutta la rete mondiale. Mi limito a alcune cose. E so per certo che mentre scrivo me ne verranno in mente parecchie e farò fatica a contenere il nervoso che mi susciteranno e la tastiera se resisterà alla furia del pigiamento tasti avrà la mia sempiterna stima.


E comunque odio, aborro e destesto (non necessariamente nell'ordine):
- La gente che parla e non sa, ma parla, parla e da giudizi (spesso non richiesti, perchè figuriamoci se io chiedo pareri, io sono despota e vorrei che tutti la pensassero come me e mi dessero sempre ragione, mi adulassero. Forse. Poi anche no);
- Le commesse della Benetton, della Sisley e di qualsiasi negozio inutile che appena entro mi chiedono "Hai bisogno d'aiuto?" Paio cieca? Sono senza arti? NO, Cristo. Quindi, di grazie, lasciami guardare in pace sti maglioni di garza, visto che me li fai pagare come se fossero oro.
- Gli stivali del MIO negozio di scarpe. (MIO perchè le scarpe le compro solo lì) Non ho le gambe da gazzella, ma neanche di Platinette, quindi spiegatemi perchè per far entrare il mio povero polpaccio in quella menghia di stivale devo comprare un 41, perchè col mio numero 38, il polpaccio va in apnea. Spiegatemelo, che se poi mi metto il 41 sembro un sub con le pinne.
- La connessione che salta mentre ascolto QUESTO o QUESTO. Tu internet mi vuoi male, ma male male se mi salti mentre ascolto ste cose. Primo perchè mi fai venire un infarto per i nervi, due perchè il mio cuore è già provato dalla tristezza e mi fai venire i colpi apoplettici se mi salti durante il loro ascolto, chè non posso finire la malinconia come si deve.

- I vecchi. In generale. In generale io auguro almeno una caduta dal marciapiede o una scapussata. Se lo meritano. Anche se non hanno fatto nulla a me personalmente, di sicuro hanno scassato le balle a qualcun altro. Ergo, la mia maledizione è giusta e uqua. Ma io odio e detesto con tutto il mio 60 chili di peso gli anziani sull'autobus alle 8 del mattino che si lamentano del casino. Allora. Non tutti non hanno un caiser da fare tutto il santo giorno. La gente normale lavora e va a scuola. E prende il bus. E la vita vuole che spesso al lavoro e a scuola ci si debba essere per le 8, 8 e mezza. La gente che, come voi anziani non ha un cazzo da fare, la mattina dorme o per lo meno ha la decenza di stare in casa fino alle 10. Voi, dove ceppa andate alle 8? A comprare il pane? Non penso che tutti abbiate una visita alle 8.01 del mattino e dobbiate per forza uscire a quell'ora. Se proprio volete uscire, allora state zitti e in un angolo, possibilmente con lo sguardo basso, perchè se io son seduta non è una colpa e lo sguardo accusatore "Ohiosonoanzianoedovreisedermiionontucheseigiovane" con me non attacca. Ma mi sta su lo sguardo fisso. Quindi occhi bassi. (Giacomo è un vecchio fantastico, anche se sarebbe da abbattere....)

- La verdura. Spiegatemi perchè della roba così brutta da vedere dovrebbe fare bene? Perchè una melanzana o una barbabietola (la prima volta l'ho vista alla mensa dell'azienda dove lavoravo prima: un colore che mi ha fatto ribaltare lo stomaco solo a guardarlo. Un bel rosso sangue. No, beh, invitante) dovrebbero essere salutari. Io apprezzo i pomodori e le carote, ma solo se affogati nell'olio e nell'aceto. Dopo il mio condimento sono tutto meno che salutari. Invece le torte, le creme, la pasta e gli arrosti, i cioccolatini, la Nutella e i gamberi in salsa rosa son così bellini da vedere. E fanno male.
- Le persone che vanno avanti mille anni con la stessa cosa. Abbiamo capito che la pensi così, basta non c'è bisogno che vai avanti due ore e mezza dicendo in ottomila modi diversi il tuo punto di vista. Che per altro non mi interessa, visto che appena hai finito col tuo sproloquio io faccio esattamente come voglio che, incidentalmente, è il modo che tu detesti. Ma pensa, certe volte, il caso. E se poi si viene a scoprire che avevi ragione? Piuttosto che ammetterti l'errore mi taglio una mano. Quindi, anche basta, grazie.

- Barbara D'Urso. Lei e Bruno Vespa, ma anche Federica Panicucci, Lele Mora, i cantanti di Amici e di X-Factor, Silvio Berlusconi e tutta la sua schiera di lecchini, ma anche e soprattuto Casini (bello rompere i maroni sulle unioni di fatto e la famiglia cristiana "amiamocituttifinoallamorteeoltre" e avere amanti e divorzi alle spalle, eh?!?!). Cioè, forse il mio non è odio, è più un compatimento. Mi fanno proprio pietà. Tutti. La Barbarella mi mette una tristezza per la mestizia delle sue affermazioni, frasi scontate che anche un bambino di un anno direbbe ("Picchiare le donne è male. Bisogna dirlo pubblicamente. L'opinione pubblica deve sapere" Grazie. Perle come se piovesse) Vespa. Ma io dico. Basta libri sul Cavaliere. Ma basta. Ma chi se ne frega. Basta coi tuoi modellini merdosi in compensato. Basta coi tuoi servizi strappalacrime sul terremoto in Abruzzo. Ma basta. Ma non ti vergogni neanche un pochino? Vabbè Lele Mora. Lele Mora ha cone suoneria del cellulare "Faccetta nera". Devo aggiungere altro? No, vero? Berlusconi? Hahahahahahahahhahahahahahahahahahahha. Ciao. Buona pensione. E basta parlare. Ora sei uno come me (con più pila, ci vuol poco), ma hai la mia stessa autorità quindi levati di mezzo e vai a svernare in Sardegna con le tue giovani pulzelle o con la tua nuova fiamma, di ovviamente 87 anni meno di te, che ti ama sicuramente (hahahahahahahahhahahaah, piango). Ah, giusto e portati dietro tutti quei pinguini che hai lasciato in Parlamento e magari portati dietro Fede. Chè uno che parla di "agenda rossa" di Borsellino come se fosse un'agenda comunista, quando invece è detta così per il colore della copertina, non merita neanche di aver diritto di parola.
- Le facce come il culo. Parlano. Ti intortano. Ti rincoglioniscono di parole. Poi, puff, si svegliano e dicono "Ma no. Hai capito male. Io ti ho detto nero ma intendevo bianco. E' stato un tuo errore" Ma crepate tutti, in modo lento e doloroso, magari.

- Gli automobilisti e i ciclisti quando guido. Ma anche i pedoni. Tutti vengono odiati in egual misura. Farei come fa Giovanni coi dalmata o coi ricci (Giovanni I <3 you, sappilo)

Per oggi può bastare.
(E comunque amo, in ordine sparso, il naso freddo su collo caldo, la millefoglie del Polpo Mario e il risotto coi funghi di Oporto, il porto di Genova, la focaccia del Conte Max, il profumo verde della Lacoste, accarezzare i capelli, lo smalto beige di YSL, la Jagerschnitzel di Col Alto a Corvara, i maglioni che sanno di bucato, il freddo polare, il profumo di mia mamma, mi sorella che studia cinese (ZHOUNGUò...rido un casino), le scaloppine ai funghi di G., il tramonto visto dal Palacio Real di Madrid, il Tegolino della Barilla e il rotolo di pizza di mio padre, andare in bici di notte con questo nelle orecchie e cantarla a volume da concerto, il mare d'inverno e Jude Law, ma anche Matt Dillon, Bruce Willis, Joe Strummer che canta "Stay free" e Paul Weller, ma sempre, anche se non canta e sta zitto, stare a letto se fuori piove, nevica o c'è il sole. E amo Noah Mills.

(Noah in "Sex and the city" Comapre in 2 scene: nella prima dice "Per vivere infilo tubi", nella seconda si vede solo la schiena e il culo perchè si fa Samantha. Samantha magistra vitae)

Sì, Noah, tu sei il mio uomo. Abbiamo anche la stessa età. Eddai...Cioè, sarei brava, non ti tradirei mai, imparerei anche a stirare le tue stramaledette camice Lacosta che indossi sempre. Dai Noah. Non sono come tutte quelle bestie di 2 chili che frequenti. Qui hai qualcosa (anche troppo) da stringere al cuore. E se mi portassi in quei ristorantacci ammeregani mangerei chili di patatine come se non ci fosse un domani, altro che insalatine. E ti amerei tanto. Mi trasferirei in America per te. Pensa come son generosa. Amami. Amami, ecchegazzo. I nostri figli prenderebbero tutto da te. E sarebbero maschi, così puoi fare l'uomo di casa e insegnargli a giocare a baseball o football o qualsiasi sport americano incomprensibile che finisce in -ball. Visto come son magnanima? Non sono come tutte le altre....)
Poi amo altre cose, ma ora devo guardarmi tutti i filmati di youtube sul mio futuro marito.
Quindi, ciao nè. 

(Ps: la tastiera ha resistito. E si è ripresa scrivendo di Noah)