6 ottobre 2012

FARE IL PUNTO

Stamattina ho fatto l'ennesimo colloquio.
Mi chiamano e mi dicono "Abbiamo ricevuto il tuo cv per il posto da commessa. Volevo chiederti anche un'altra cosa"
Rispondo che va bene, "vengo lì all'orario che volete e poi ne discutiamo".

Vado.
Entro nel negozio. Il capo mi saluta, si presenta e esordisce così "Guarda, io ti ho fatto venire qui per un motivo ben preciso, non per il posto da commessa"
"In che senso?"
"Beh, che io non voglio laureati nel mio negozio. Ho avuto una brutta esperienza"
"Ah, mi scusi, ma allora perchè mi ha chiamato?"
"Io ho un sito e ho visto che tu come studi hai fatto giornalismo. E' un sito per mamme, quindi ho bisogno di qualcuno che lo aggiorni".
"Ah"
"Sarebbe un impegno di qualche ora al giorno, giusto per tenerlo aggiornato"
"Ok"
"Ti pagherei, però, ovvio"
"Mmmmh..."
"In nero, poi magari tra un annetto ti assumo come mia segretaria occupandoti però del sito"
"Ah"
"Che ne dici?"
"Ci devo pensare"

Ora.
Io devo fare mente locale, ma devo capire.
Le cose sono due:
a) o mollo quello che ho adesso,che mi fa schifo, prendendo pochissimo, ma almeno i contributi, per quanto pochi, vanno su, e fare questo, senza avere nessuna certezza;
b) tenere il mio orrendo lavoro in assicurazione e farmi le mie due lire di provvigioni quando capita, con la certezza che però posso rimanere lì.

Io devo ancora capire, però, cosa spinge certa gente a proporre certe cose. Senza sentirsi dei vermi, poi. Quando lo capirò, poi, forse, potrò anche affrontare la mia situazione lavorativa con più serenità. Fino ad allora, serena non la sarò per nulla.

Poi ci pernserò, ma per ora una risposta da dare al tizio già ce l'ho.

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