10 dicembre 2013

E' Natale anche quest'anno

Sono tornata.
Bello, eh?!
Comunque a breve sarà Natale. Che schifo. Un altro Natale arriva e io quest'anno ho ancora meno voglia di festeggiarlo che gli anni scorsi, il che è tutto dire.
Girovagando come una nomade su Internet, ho visto che il 99% delle blogger che seguo (gente che non fa un tubo per scelta o per obbligo) ha fatto una guida dei regali da fare e da regalare alla mamma, al babbo, al moroso (un santo, dato che le sopporta), al cane e al vicino a cui si augura sempre la morte veloce ma dolororsa, ma che a Natale bisogna fare i buoni, e quindi si fa anche il regalo al vicino.
Dato il mio umore sepolcrale di questi ultimi 3 mesi, dato che sono una brutta persona, dato che non ho ormai più soldi e che di fare i regali agli altri non se ne parla, dato che è ora di smetterla di dire che è più bello dare che ricevere, dato che a Natale sono tutti più buoni e è ora che lo siano con me, io vi faccio la lista di quello che IO vorrei. E sono stata brava che ho messo il condizionale e un "voglio" cubitale.
 
Premessa #1
So fin da ora che nessuna, ma neanche mezza, delle cose che metterò qui mi arriverà: i miei non sono i Barilla e A. non è un Agnelli e pretendere certi regali non mi sembra neanche intelligente, ma insomma, mica li pretendo, li sogno, mi piacciono, mi faccio le mie cartelle sul desktop e me li riguardo con gli occhi a cuore e i pugnetti sotto il mento. Poi la mia famiglia e A. hanno fatto talmente tanto per me quest'anno che pretendere e volere queste cose sarebbe, se non egoista, parecchio stronzo da parte mia.
 
Premessa #2
Alcuni regali saranno costosi, MOLTO costosi. Ripeto, non è che sono una figa di legno e che pretendo certe cose. NOH. Semplicemente mi piacciono queste cose. Atri regali invece avranno un prezzo contenuto, anche perchè, ehy!, se voleste regalarmi qualcosa, magari vi avanzano quei 5 euri e io sono qua e vi bacio anche sulla guancia.
 
Ergo, iniziamo.
Ecco LA lista definitiva.
 
1) SMARTPHONE DECENTE (NON BLACKBERRY)
 
Io qua ho messo l'Iphone e il Samsung.
Devo premettere che io sono per principio contro la Apple, non capisco un cazzo e vabeh, quindi ora è inutile che veniate qua a spiegarmi che la Apple è figa (ci vedo, grazie, esteticamente è il massimo), che funziona benissimo (ci mancherebbe, costa il triplo di un apparecchio di un'altra marca), che non si svaluta (idem come sopra). Lo so. LO SO. Ma a me la Apple sta sui maroni. Detto ciò, l'Iphone è IL sogno per me che modifico foto, immagini e smanetto in continuazione per rovinare le cose. Infatti, l'unica cosa che apprezzo della Apple, oltre a non distruggersi mai (debbo dirlo), sono le centordici applicazioni che si possono scaricare. Roba che il mio BB maledetto si sogna. Fugiriamoci, già non funziona con le SUE di app, immaginiamo con quelle che può avere l'Iphone. Nell'immagine ho messo il 5, perchè oggettivamente è figherrimo, sottile e leggero. Noi, cioè IO, lo vogliamo bianco, perchè ho già trovato una cover rosa cipria che è un amore. Quindi NO IPhone nero o peggio di quei coloracci evidenziatore (uscitemi il nome del genio del marketing Apple che ha pensato potessero piacere quelle robe inguardabili).
MA, non pretendo un IPhone5. No, mi va bene anche il 4s, che incidentalmente ha A. e spero di fregargli il giorno in cui si staccherà da sto telefono per più di 5 minuti.
La Pably ha il Samsung (qua ho messo l'Advance), e devo dire che mi piace. Molto simile graficamente all'IPhone, anche se sono dubbiosa: avendo due sistemi operativi diversi, molte app non ci sono e io HO BISOGNO dell'app BeautifulMess che modifica le foto benissimo con le scritte e i cuoricini. O BeautifulMess o morte.
 
2) ROBOT DA CUCINA KENWOOD
 



 

La mia anima da casalinga disperata e disoccupata fuoriesce e anche qua ho gli occhi a cuore. Guardate che belli. Sono bellissimissimi. E costano come il fuoco. Ma immaginate in una cucina bianca, con i pensili scuri (la mia cucina è incidentalmente così, ma pensa un po'), come potrebbero stare bene, in bella mostra su una mensola o sul piano della cucina. Loro, belli cromati e lucidi (chè li luciderei tutti i giorni con amore e anche parlandogli), pensate che figurone porco potrebbero fare! Immaginatelo! Poi io che adesso cucino in continuazione e magno, soprattutto, in continuazione, abbisogno di questi attrezzi, anche se attrezzi è riduttivo. Li tratterei come i figli che non ho e li mostrerei a tutti con orgoglio. Li farei vivere bene. Lo giuro.
 
3) UN BILLY IKEA
 
 
Quando ho fatto trasloco, ho portato il 99% dei libri in casetta. MA c'è un problema, non li ho portati tutti (alcuni vegetano a casa dei miei) mentre A. non sa dove mettere i suoi libri sul calcestruzzo e sulle travi di sostegno dei ponti (esistono? Bah, ho inventato). Li lascia a casa dei suoi, ma insomma, anche lui deve avere i suoi strumenti di lavoro comodi e agevoli, giusto? Quindi noi (e qua parlo al plurale perchè serve a tutti e due) vorremmo una libreria Ikea. BILLY. BIANCA. Non si accettano altre marche o colori. BILLY e BIANCA. Stop. Non è difficile.
 
4) STIVALETTI PERFETTI "IL LACCIO"

Questi non sono gli stivaletti che avevo addocchiato (e purtroppo lasciato) in vetrina, ma sono un altro tipo. Sono bellerrimi lo stesso: di pelle (vera? Finta? Mah, chi può dirlo), eleganti, ma anche sportivi, stile Beatles, appena alti, con la cerniera di lato e due sottili righe di borchie, perchè ok che siamo tauri, ma fino a un certo punto. Ignoro il prezzo di questo modello. Il modello per cui ho pianto laGrime amare costava sui 90 euri, mortacci loro.
 
5) PORTAFOGLIO MIUMIU GRIGIO
 
Lo so, ho già milioni di portafogli, tutti di Stradivarius e di H&M, insomma di una certa fattura, eh?! Ma insomma, guardatelo! Non è meraviglioso? Starebbe benissimo nella mia borsa di (finta) pelle di Zara, nelle stesse tonalità pastello. Lo so, ci starebbe benissimo. Questo metelassè (o come ceppa si scrive), questo colore grigio perfetto per il mio umore incazzoso. Sarei incazzosa ma con stile. Bello, vero!? Peccato che la signora Miuccia Prada abbia pensato che per essere incazzosi ma con stile si debba spendere quanto il PIL della Germania. Lo trovo ingiusto.
 
6) ANELLI SMORFIOSI/ SDOLCINATI TIFFANY




 
NO!
NO, NON VOGLIO AVERE L'ANELLO AL DITO!
NON VOGLIO LA FEDE AL DITO CHE' SE NO L'OROLOGIO BIOLOGICO FA TIC TAC E IO MUOIO DIVORATA DAGLI ALSAZIANI!
NON VOGLIO UN ANELLO PER QUESTI MOTIVI!
Io voglio questi anelli perchè sono bellissimi. Io apprezzo parecchio il secondo, nonostante le scritte bimbominkiose incise sopra (ci manca solo il "!!!1!!1!!" alla fine delle scritte). Lo apprezzo perchè è sottile, non da troppo nell'occhio e può passare per una fedina normalissima. Il primo è caruccio, ma troppo da moroso e soprattutto se mi ingegno bene lo trovo anche nei banchetti scrausi del mercato del mercoledì.
 
7) CANDELE VARIE DI MAISONS DU MONDE o YANKEE CANDLES

Come sapete, io le candele le aborro, mi fanno schifo, davvero. Non le accendo mai perchè accese impestano la casa, poi, oggettivamente, più che fare l'atmosfera romantica, fanno l'atmosfera da veglia funebre dell'800. Io, però, che sono (a)normale, le voglio perche ho una vetrinetta nel mobile in sala che voglio riempire di candele dalle svariate fogge e dagli svariati profumi. Soprattutto perchè una candela buonissima da spenta, da accesa saprà di bruciato. Io ho messo le candele di Maison du Monde perchè sono economiche, esteticamente sono carine e hanno anche quel buon odore di bucato che profuma anche l'ambiente. Non accendetele perchè se no l'odore vi rimarrà nei secoli dei secoli attaccato alle pareti e alle tende. Se poi vogliamo andare sul fighetto, allora parliamo delle Yankee Candles, buonissime, costosissime e profumatissime. Io ho comprato un cerino (sembra quasi quelli da cimitero, perchè sono appositi per i porta-candele) al sapore di cotone e ha profumato la stanza. Buonissimo. Peccato, appunto, che costino come l'oro. Evidentemente la cera è ricavata da api dorate in via d'estinzione.
 
8) CUSCINO ROSA MAISON DU MONDE
 
 

Questo cuscino è molto caruccio e lo vorrei più per vezzosità e per smorfiosità (si dice?) che per altro. Non lo metterei in sala perchè mi vergognerei, non lo metterei in camera da letto perchè mi verrebbe tirato appresso: lo metterei nella camerina/sgabuzzino per ingentilire la cassapanca. Ecco, è fondamentale, ma non tantissimo, in effetti. Se mai avrò un figlia (e non se ne parla perchè io se mai avrò, avrò un maschio), questo cuscino sarebbe molto adatto. Ma visto come stanno le cose, no. Ma insomma! E' molto carino, dai! Basta!
 
9) MUG e TAZZE TUTTE DIVERSE
 



 
Io in casa ho tutte tazze diverse, non ce n'è una uguale, perchè non è vero che, come dice mia mamma, "sembra che hai rotto tutte le altre". Le tazze e le mug, le mie preferite, sono utili e poi fa sempre figo averne di colorate, disegnate e a pois. Altro che quelle della Parmalat blu col bordo bianco (che ho, per inciso). A me le mug sono sempre piaciute un sacco, infatti ne ho a chilate, ma quelle di Maisons du Monde o Zara Home sono bellissime, tutte delicate e molto colorate.
 
 
10) BUONO DA ZARA O FELTRINELLI





 
 
 
 Le carte regalo sono sempre ben accette e visto che io sono un'anima complessa voglio sia il dovere sia il piacere, dove per dovere intendo Zara e per piacere intendo Feltrinelli. Fatemi felici e regalatemi un buono da Feltrinelli. Anche da Zara, ma capisco che sia più oneroso. Insomma, fate vobis.

 
Ecco.
Ho finito la MIA lista. MIA, MIA, MIA, MIA!
Credo che questa lista, per quanto alcune cose siano costose, possa servire come spunto per qualche regalo.
Comunque eccola qua.
 
....e se non ci sentiamo buon Natale! (cit.) (faccina che vomita e mano che fa il dito medio)
 

(PS: se avete pensato di regalare l'anello alla vostra dolce metà, VI PROIBISCO, VI VIETO, VI PRECLUDO di comprare quegli obbrobri con lo zircone e il corpo in gomma. SONO INGURDABILI. Piuttosto un braccialetto, che non ha magari lo stesso significato, ma meglio di quegli anelli che sembrano degli elastici venuti male)
 

24 settembre 2013

Pensieri random #4

Oddio, due post in due giorni. E che è?
No, niente.
Giusto che ho qualche pensiero da cacciare fuori.
 
La rubrica "Pensieri Random" è tornata. Cheggggioia.
Comunque le cose stanno così.
  • Io sono un po' così, ho molti dubbi su parecchie cose, specialmente su quelle fondamentali.
  • Mi arrabbio facilmente, ultimamente. Ho bisogno di stare da sola almeno 3 ore al giorno.
  • Mi chiedo cosa spinga certe persone a comportarsi in un determinato modo, a avere una doppia faccia così placida. Senza per altro provare nessun tipo di vergogna.
  • Mi chiedo come ragionano certe persone. Se sono anomala io, se sono loro, se sono io la scema, eccetera eccetera.
  • Ho anche il raffreddore, non respiro, stanotte ho dormito male. Un allarme ha continuato a suonare per ore (credo, o erano minuti lunghissimi). Poi ha smesso e ha iniziato l'antifurto. Poi dopo ore ha smesso e un cane ha iniziato a abbaiare. Sto ladro deve aver avuto una sfiga mai vista.
  • Il mio conto in banca sta calando. La mia propensione a cucinare come la miglior rezdora d'Emilia mi sta facendo finire in bolletta. Basta con i dolci. Sono la cosa migliore che mi viene, ma io al momento sono a dieta nazista e A. non li mangia, o ne mangia uno, perchè preferisce il salato. Quindi li do ai miei e a mia sorella. La carne mi annoia perche deve passare le ore in forno.
  • Stavo pensando che vorrei fare un viaggetto, anche piccolo, un paio di giorni, tipo al freddo, a Praga, a Copenaghen, a Stoccolma. Lavoro arrivi? Dai, su.
  • Oggi sono andata a sfruttate l'ultimo buono di Groupon: mi sono fatta solo il colore, che coi bagni in terra sarda, ormai avevo lo shatoush naturale e sembravo una zingara della stazione. La tipa mi ha fatto il colore, la maschera e lo shampoo poi mi ha chiesto se li volevo tagliare, ma ho detto di no. Sono arrivata alla conclusione che li vorrei lunghi. Ma devo capire ancora quanto. E soprattutto perchè. In compenso me li ha asciugati. Alla fine sembravo Diana Ross.In macchina li ho prontamente legati e a breve li laverò e li riasciugherò perchè sta cosa afro no me gusta.
 
  • Ieri sera solita visione di Pechino Express.
  • Enel che chiama e mi dice che a giugno devo aver ricevuto da loro un'informativa in cui il mio contatore entro 3 giorni esploderà se non cambio tariffa. Già. Come no. Certo. Peccato che il mio contratto sia inziato a metà luglio. Ma manco le balle sanno dir bene, oh.
  • Giovedì, giretto a Bologna e all'ospedale Apple. Spero di mangiare 15 piadine. Tutte insieme. Sempre che non muoia dalla tosse e dal mal di gola prima.
  • E' da mesimesimesimesi che non mangio le unghie e sono sempre ste robine piccolette. Che due balle.
  • Ma solo a me piace il nuovo sistema operativo Apple? Cos'è iOS7? E' quello. E' carino, minimale. Le cartelle sono più fini di prima. In compenso il Berry mi fa cagarissimo. O semplicemente dovrei aggiornarlo, visto che ce l'ho da un anno e mai fattoun aggiornamento. Anche perchè l'unica cosa che mi interessa è fare e vedere le foto su Instagram e l'app del Berry al momeno è in stand-by. Dicono che stanno investigando. Ho chiesto info all'account twitter del BlackBerry ma sono stati solo capaci di mandarmi un link, a cui devo accedere dal BB e poi il suddetto si impalla e devo spegnere, togliere e rimettere la batteria se nonon va più. TI ODIO BLACKBERRY, VA BENE? TI ODIO!
  • Leggo robe aberranti sul Twitter. Le (s)fashion blogger sono proprio delle teste di cazzo. E forse sono peggio anche quelle che vanno loro dietro fomentandole nelle loro cazzate. "Oddio, il mio fidanzato va a ballare coi suoi amici e torna alle 6. Domani mi sente". A parte la mia assoluta incapacità di dire "fidanzato" che mi sa di 800, di targhetta col nome (della serie "MIO" e "FIDANZATO" ergo stagli lontano, come se qualcuno volesse toccarglielo), certi ragionamenti sono di una pietà indicibile. Anche perchè loro poverine devono essere lasciate libere di esprimere la loro femminilità (che spesso consiste nel postare foto di loro due che limonano selvaggiamente; ma anche di prenderli per il culo nella loro totale, e veritiera incapacità nelle faccende di casa), mentre il masculo dev'essere figo, ma con stile, genio, ma non troppo se no si sentono inferiori, bravo, ma non troppo, uomo, ma non troppo, vestito da uomo, ma non troppo, socievole, ma non troppo (che poi magari se ne trova una più simpatica e allora ciao). Vorrei dire una roba, ma forse sarei volgare. Ma magari, se invece di postare le foto in cui limonate, limonaste e basta, mettendo anche la mano, forse sarebbe meglio. Ma magari, eh, poi mi sbaglio io. Sono così dolci (leggi: ritardate) quando parlano del loro moroso come di un cavaliere servente che le ascolta, quando parlano del moroso come di un povero depallato, poi lui magari una sera va a calcetto, e loro si sentono come la damina di campagna del 700: spaurite, senza nessuno a cui scassare la uallera e senza nessuno a cui impartire ordini. Senza nessuno da sfottere su Twitter. Poi si lamentano se l'uomo è stronzo: minchia io vi farei delle corna sovrumane. Leggere certi tweet mi sconforta molto sulla selezione naturale e lavorativa, dato che molte di ste mentecatte lavora pure.
  • Sto arredando la Casetta. Sta diventando bella. Forse un po' troppo provenzale, ma insomma, io compro le candele, A. compra l'hamburger maker, quindi molto bene. Mi ha regalato un porta rivista molto beddo e io sono contenta. E' simile a questo, ma ha dei fiorellini sopra e NON ha scritte zuccherose. Diventarà a breve una sorta di bidone della carta, già lo so.



  • Ho deciso che verso novembre farò un post sui regali che voglio. Mia madre, ma anche mia nonna, mia sorella, mio babbo, mie amiche, tutti in pratica, mi chiedono cosa voglio per Natale, compleanno, eccetera. A sto giro il compleanno è servito a arredare la Casetta. Mobile del bagno, quadri e mobilio vario. A sto giro vedremo. Metterò roba economica, ma anche altra noh.

Ho finito i pensieri random.
Cia'.

23 settembre 2013

RUSH: RECENSIONE

Ieri io e A. dopo anni (no, saranno due mesi, ma per noi è come se fossero anni), siamo andati al cinema.
Eravamo fiacchi, lui con un principio di influenza, reduce dal pranzo con parenti per compleanno /laurea dei fratelli, io reduce, a mia volta, da un piatto di gramigna col ragù di Madre, e da un viaggio Parma-Reggio Emilia impossibile, e eravamo quasi tentati di stare a casa a guardare qualche film inutile.
Fatto sta che alla fine siamo andati al cinema a vedere "Rush", il nuovo film di Ron Howard.

(Hunt e Lauda: Chris Hemsworth e Daniel Bruhl)
 
Prima di partire con la "recensione", mi sembra doveroso precisare un paio di cose.
Innazitutto, io reputo la Formula Uno uno sport palloso, noioso, adatto per chi soffre d'insonnia. Non mi è mai interessato nulla di motori, cavalli, pistoni, piloti, scuderie e punteggi vari. 
La storia di Lauda la conoscevo già: sapevo che alla fine degli anni 70 aveva avuto un brutto incidente nel circuito tedesco del Nurburgring (l'ho dovuto googolare per scriverlo giusto) in cui è rimasto sfigurato. Della sua rivalità con Hunt non sapevo nulla, ma era anche lo stesso.
Però c'è un però. In casa mia la Formula Uno si è sempre guardata. Mio babbo si guarda qualifiche, prove, gara, dopo-gara e il dopo del dopo-gara. Per lui la Formula Uno è come il calcio per l'italiano medio. Ammetto che alcune volte anche lui guarda solo la partenza poi s'abbiocca sul divano, ma come dargli torto? Io, in 28 anni di pranzi domenicali passati a tavola avendo come sottofondo le prove, ho acquisito qualche informazione per inerzia. Ad esempio so che il Gp di Monaco non avrà grandi sorprese, essendo un circuito cittadino, infatti, non c'è molto spazio per sorpassi vari e spesso la griglia di partenza rispecchia l'ordine d'arrivo.
Qualche informazione per inerzia l'ho acquisita anche sulla Moto Gp. Fotte poco anche di quella (a parte i periodi di buona con la Merda in cui la domenica era destinata alla Moto Gp e quindi ero un po' più aggiornata. Ora zero).
Poi; altra cosa non da poco: gli attori del film non mi piacevano. Ad esempio Chris Hemsworth (interpreta James Hunt) non mi è mai piaciuto. Ma mai, eh! Non so c'era qualcosa che non mi convinceva del tutto. (Su questo tornerò più avanti).
L'altro Daniel Bruhl (Niki Lauda) mi fa schifo, sembra un topone, anche senza il trucco. Poi mi viene in mente la sua interpretazione dello soldato crucco scassaballe in Unglorious Basterds e lo ammazzerei.
Comunque, date queste premesse, il film non mi doveva ispirare. INFATTI.
 
Comunque data la programmazione reggiana, era l'unico accettabile.
Quindi eccoci all'Emiro, gran piadina come cena (Dio benedica il piadinaro di fronte al cinema) e via, film.
Come detto la storia narra della rivalità tra Lauda e Hunt negli anni 70. Uno molto posato, quasi militare nella sua guida, preciso, rispettoso del limite del rischio (il 20% non di più), l'altro quasi genio e sregolatezza: beve, si fa anche i pali della luce, guida come un disgraziato. Entrambi vengono da famiglie che ripudiano la loro scelta di correre in macchina. Lauda è quasi ingegneristico nel suo studio della macchina: corregge i meccanici, modifica il motore e il telaio. Hunt è fondamentalmente un cazzone, se ne fotte, basta che si vinca.
Arriva il momento in cui entrambi dalla Formula tre (o Due, boh non ricordo) approdano alla Formula Uno, Lauda alla Ferrari, l'altro alla McLaren. Un classico. Fino al giorno dell'incidente di Lauda.
La scena che mi ha colpito di più è quando Lauda, dopo aver subito il trapianto di pelle, tenta di mettersi il casco: la pelle è ancora viva e lui soffre un sacco, urla. Io stavo male. Una scena tragica, ma molto bella.
Lauda, dopo vari mesi di degenza in cui Hunt recupera i punti per raggiungerlo alla vetta della classifica del mondiale, si ripresenta in pista. La situazione è la medesima del Nurburgring: molto pericolosa. Lauda si ritira a metà corsa per pericolosità, mentre Hunt prosegue e, arrivando terzo, vince il titolo mondiale.
Alla fine del film, i due si incontrano: Hunt circondato da donne, Lauda che guarda il suo aereo (è diventato pilota). Si parlano e Lauda lo incoraggia a non mollare lo studio dell'auto e la guida per mantenere il titolo, Hunt invece si ritirerà dopo due anni riuscendo a entrare nel mondo della tv, fino a ritrovarsi per Londra in bici, scalzo e completamente ubriaco. Morirà a 43 anni.

(Gli originali: Lauda e Hunt)

Vabeh. A me è piaciuto. Ma tanto. E non pensavo. Due ore e passa di film e neanche le ho sentite. Le riprese sono molto veloci, scattanti. da sto film si capisce che Lauda è uno spaccaballe colossale, noioso e pure un po' stronzo, mentre Hunt viene descritto come un coglione fatto e finito che, per quanto bravo a guidare, sempre pirla rimane.
Gli attori: Daniel Bruhl è uguale a Lauda, identico.
Chris Hemsworth NOH. E io vorrei fare un appello a Chris Hemsworth: RIDI DI PIU'. Un figo, signori miei, mai visto. Ho già proposto la visione di Thor 2, giusto per.

Ora, io non so se sia un film che rispecchia la realtà o è romanzato, ma andateci. Davvero. Le auto sono quelle originali dell'epoca. E è un film che può piacere a tutti, anche a chi reputa la Formula Uno e le corse una palla mondiale (come me). La storia è comunque bella e la regia (per quano ne possa capire io) è fatta veramente bene.
Vabeh, io non sono la Detassis, ma insomma, andateci che merita.

16 settembre 2013

Non so cosa passa per la testa delle persone

Non so cosa passa per la testa delle persone.
E' un periodo in cui sono parecchio incazzata. Se fossi la protagonista di un film probabilmente sarei una quasi-trentenne che ha la classica "rabbia interiore" e che quindi sfascia tutto, si droga e magari si taglia gli avambracci. Ma io non ho le palle per fare queste cose e quindi ripiego nel ben meno pericoloso mutismo, a parte sfociare in momenti di nervoso acuto in cui al 99% ci prende male mia madre che, per quanto santa e brava donna, ha i suoi bei momenti in cui sminuzza e tritura i coglioni con fare da maestra. Quei momenti in cui sono arrivata magari in casa da 5 minuti dopo un viaggio Reggio Emilia- Parma, iniziato con la macchina completamente scarica, con le risposte date di merda a A., con la batteria che "è partita, ciao vado. Oddio, magari poi mi si ferma a Calerno e è la fine, poi piove". Un viaggio durante il quale ho ucciso, almeno a parole, metà della popolazione reggiana (REGGIANI, VOI NON SAPETE GUIDARE, BASTA, METTETEVELO IN TESTA E ANDATE A PIEDI) per la loro inettitudine alla guida (disse quella che partì una volta col freno a mano tirato) e per le loro tagliate di strada, che CRISTO DIO, giuro che prima o poi vi tampono e vi meno.
Ecco, già l'umore era questo. Tetro. Poi arrivo, mangio. Poco perchè sono a dieta (a parte il mio pasto di libertà settimanale in cui mangio come un unno) quindi altro nervoso. Dopo pranzo mi siedo e tento di leggere qualcosa al che mia madre che non mi vede da neanche 24 ore inizia con le sue 23479284798326436498372 domande. Tutte nell'arco di 10 secondi.
Ora. Lo sa A. che mi conosce da 2 anni, lo sa mia nonna, perchè tu, santa donna che mi hai anche partorito, che ascolti i miei pianti, le mie lamentele e non mi mandi mai a cagare nonostante me lo meriti almeno 10 volte al giorno, mi devi fracassare le palle mentre leggo? Eh? Perchè? Ti diverti? Ti piace interrompermi mentre tento di capire cos'è successo a Bologna quel maledetto 2 agosto (sto leggendo un libro sulla strage di Bologna. Allegria)? E' un gombloddo? Madre, sei una gombloddista?
Ovvio, neanche da dire, sono domande inutili. "Ieri sera hai mangiato?" "Cosa?" "Dove sei andata?". Ma la domanda migliore credo sia stata "Con chi eri?". Lì l'ho guardata e sono andata a rinchiudermi al cesso a leggere. Poi sono uscita. E lei "Ah ma non ti si può dire nulla, perchè sei così" e via un'altra mezzoretta di frasi su gente di cui non me poteva fottere di meno.
Poi alla miliardesima notizia su X che parla di Y con Z mi fa "Hai capito? " che era un po' il "adesso ripetimi con parole tue" della scuola. Anche lì mi sono voltata e ho ripreso a leggere.
 
Ho ripreso con l'invio forsennato di cv.
Oggi vi lascio stare e non do il via alle mie filippiche che sfociano in anatemi. Oggi no. Anche se devo (ovviamente) lamentarmi di una cosa: annunci di aziende che cercano "addetti alla comunicazione", poi si legge meglio e cercano in verità un agente di commercio, molto più banalmente un impiegato commerciale (errore, l'impiegato commerciale è colui che sbriga le pratiche, non il poveretto che guadagna su provvigione). Ecco, io dico che magari se anche le aziende imparassero a scrivere effettivamente quello che cercano, le cose sarebbero migliori.
 
Basta.
 
A breve uscirà "Mood Indigo". Io ho già chiesto alla C. cosa ne pensa. Io Gondry lo apprezzo, un po' lo odio, ma lo apprezzo, ma sto film ha qualcosa che mi turba: forse perchè è ambientato a Parigi? Forse perchè c'è quella cessa di Audrey Tatou? Perchè Gondry? Ma andrò, anche da sola (amicici che ne avete voglia, follow me al cinema a piangere insieme).
 
Sono Pechino Express-addicted. Non dico altro.
 
Nota: la gente mi annoia e un po' la disprezzo. Leggo certe robe sul Twitter di gente triste che dice ad altra gente triste "Sei invidiosa, sei ossessionata da me". Oh. Ragazzi, riprendetevi. Fate cagare come tutti, eh. Non è che perchè magari avete 10 follower più degli altri avete vinto. Siete tristi come gli altri.
 
Madonna, che du' maron.

2 settembre 2013

ZITTI TUTTI E RELIGIOSO SILENZIO! (cit.)

Sono tornata.
Ho fatto 12 giorni di mare.
Poteva andarmi peggio.
Potevo stare a casa a piangermi addosso per la disoccupazione. C'è da dire che avendo prenotato il traghetto prima di sapere la mia sorte di precaria ha aiutato. Se avessi dovuto prenotare dopo la notiziona, non sarei mai andata via.
Sono andata in Sardegna, a Isola Rossa, a casa del nonno di A. Una fortuna non indifferente, direi.
Soprattutto per il posto, che non è in cima al Gennargentu, ma è in Gallura, il che significa: 40 gradi di giorno, 18 di sera, acqua azzurra che a Parma neanche nella vasca è così, porcetto, culurgiones e pane carasau come se piovesse. Insomma sono tornata rotoland, praticamente, anche perchè abbiamo pensato (= io ho obbligato A.) a fermarci un paio di giorni in Liguria. Quindi pure qua mi sono abbottata di focaccia e gelato semifreddo al bacio.

Sul Twitter avevo anticipato che avrei fatto un paio di post sulle mia holidays in terra sarda e sulla brutta fauna con cui tocca condividere il viaggio in traghetto.
Potrei eh.
Ma non lo farò. Prima di tutto perchè, a parte la litigata con uno che "Ragazzi, fate silenzio, se no vi sbatto fuori" "Chi sbatti fuori tu???" (ndr: ha russato ininterrottamente per tutto il viaggio Olbia- Livorno senza troppo sforzo), la gente dovrebbe essere abbattuta senza troppe remore.
Ho avuto vari esempi.
In spiaggia. A Isola Rossa c'è una spiaggia di un paio di chilometri e sistematicamente noi ci mettevamo con i teli e l'ombrellone (quest'anno niente trono per A.) e sistematicamente una coppia con annessi figli urlanti di 4 anni con 3 sacchi di giochi si mettevano a 50 centimetri da noi.
 Vi affogo nell'acqua cristallina.
In traghetto. Capisco che il traghetto non avesse questo aspetto di nave da crociera (la Goinsardinia (compagnia per i poveretti slirati) ha noleggiato la nave da una compagnia greca (RENDIAMOCI CONTO!), ma non è possibile che appena si sale il tipo dietro di me in coda chiama tutti i parenti e inizia a dire "Ah guarda secondo me non arriviamo. Fa dei rumori assurdi." Poi chi è che non ha dormito tutta notte per la paura che quel cigolio presagisse a naufragio nel Tirreno? CHI? IO, ovvio.

Comunque diciamo che il traghetto e il fatto di aver a che fare con gente di merda vale tutto l'azzurro che c'è intorno.
La foto qua sopra è la caletta di Tinnari, a circa mezzora di macchina da Isola Rossa, vicino a Costa Paradiso. Fate conto che per stare lì a mollo nell'acqua azzuraazzurraazzurra, o ci si arriva via mare o si fa una scarpinata di 40 minuti giù dal monte Tinnari. Che all'andata va bene, ma il ritorno è in salita. Con una pendenza del 70% sotto il sole cocente. Ma merita.

La mia preferita però rimane la Marinedda,spiaggia a 20 minuti a piedi da Isola Rossa.
Eccola. Bella, vero? Ho obbligato A. a andarci quelle mille volte. Il primo giorno che siamo andati c'era il mare mosso. Per dire, ci facevano surf.
E io ho deciso che è il posto più bello della terra.

Per chi volesse andare in terra gallurese, vi consiglio di fare un salto da Paolino.
Paolino è il tipico sardo: anzianotto, cubico, col bastone che cazzia a destra e sinistra e che fa (o meglio comanda chi cucina) piatti tipici sardi.
Immaginatevi un all you can eat a 25 euro a testa in cui mangiate tutta la quantità di cibo che volete. E per cibo intendo antipasto, due primi e chili di porcetto come secondo, dolci e filu e ferru e cannonau come digestivo. Lì nel paesino la stessa sera c'era anche la festa della frittella lunga. Avete presente le frittelle normali tonde? Ecco, queste sono lunghe tipo mezzometro e arrotolatte guarnite con zucchero o miele (io zucchero chè il miele nun me piasce). Chi vede le mie opere su Instagram, avrà visto la frittellina.
 Va beh. Andateci. Da Paolino, in Gallura, in Sardegna. Andateci. Magari a giugno o settembre, chè c'è meno gente e ci si può godere tuttol il mare e l'isolotto del paese senza nessun romanazzo semianalfabeta che urla nelle orecchie dei vicini ("Aòòò, viè qua" "Ma che ttttte pare? Nun se ne parla brobrio" MA MORITE!)
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In vacanza ho visto anche Radiofreccia. Mai visto perchè il protagonista è Stefano Accorsi che ho sempre odiato e insultato da che vidi "Jack Frusciante". L'ho visto perchè è ambientato a Correggio, mi piace Ligabue (ma non ditelo a nessuno) e poi mi faceva ridere chegli attori parlassero con cadenza reggiana(bòòòòcca, novèèèèèèmbre, frèèèèèccia).
Poi ho visto Radiofreccia. E la antipatia per Accorsi è svanita. Anzi,se qualcuno osa dire "A" vengolì egli alzo le mani. Un figo mai visto. Infatti,adesso, a 15 anni dal film è più bolso e più stempiato. Ma io me lo guardo in Radiofreccia e boh.
(No,ma infatti. E' proprio brutto, eh)
 
 
Fine parentesi bimbominkia.
Il film di per sè non è malaccio. La colonna sonora vale l'ora e mezza di film. E Guccini, nel ruolo del barista/allenatore, fa piegare dal ridere.
 
Comunque sono tornata.
Invio cv da una settimana e per oraho inviato tutto in Lombardia perchè nella "grande e operosa" Emilia vogliono tutti dei minchia di agenti di commercio a partita Iva. Quanto cazzo ci marciate su,oh.

19 luglio 2013

"Ah, siamo a Lucca?" "No, a Collodi" "A COLLODI????"

Sono tornata ieri dopo due giorni a Lucca.
Non tanto per fare la turista inglese benestante, ma perchè c'è stato il concerto dei Killers. Il concerto fa parte del Lucca Summer Festival che prevede concerti per tutto il mese di luglio. Concerti con gente pure di un certo livello, tra cui Nick Cave e Mark Knopfler. A me piacciono parecchio i Killers, quindi ho obbligato A. accompagnarmi invogliandolo con le fiorentine da un chilo che si sarebbe potuto mangiare.
Un po' perchè è molto bravo, un po' per la fiorentina, ha accettato e dopo aver consultato in lungo e in largo booking.com abbiamo prenotato un alberghetto esattamente dietro alla piazza del concerto a poco.
Già il viaggio d'andata Reggio-Lucca è stato travagliato, nel senso che nonostante avessimo due navigatori, ce l'abbiamo cavata a perderci. Il suo Iphone non contempla Lucca, quindi siamo giunti a Collodi, ridente località con due anime. Abbiamo fatto retromarci a una velocità incredibile. Poi con il navigatore vero e proprio siamo arrivati a Lucca, ma senza trovare la via. Due poveretti. Alla fine abbiamo trovato l'albergo. Carino, temperatura interna pari a circa meno 20° e io mi sono ribaltata dalla goduria.
 
Solito elenco? Solito elenco.
1) Lucca è una città molto carina. Il centro storico è dentro le mura e a girarlo ci vuole circa un'oretta. Molto caratteristico, specialmente per alcuni negozietti che, si vede, sono gli stessi di magari un secolo fa, col bancone in legno e l'insegna dipinta a mano sopra l'ingresso.
 
2) E' chiamata la città delle 100 chiese. In effetti a ogni angolo ce n'è una. Molte sono in disuso, ma alcune sono imponenti e molto belle. Lucca è, secondo me, anche la città delle 100 gelaterie, vista la quantità inumana di gelaterie. La mia preferita è Gelatarium, una gelateria in cui ci serve da soli il gelato, lo si decora con cereali, creme alla nutella (la Gelatella) o con altre cose moto carine tipo questi cuoricini rosa. Si paga a peso (io ho pagato 2 euro un gelato grande come la mia testa) e poi si mangia dondolandosi sulle altalene che sono in negozio.
 
 
 
3) Il concerto si teneva in piazza Napoleone, centralissima. Da lì si dipartono tutte le viuzze strette del centro che arrivano poi alle mura.
 
4) Al concerto il pubblico era molto eterogeno, dal vecchietto carichissimo con tanto di maglia del gruppo, al 12enne accompagnato dalla mamma. Il fatto che ci fossero anche dei 15/16enni un po' mi fa ben sperare nelle generazioni future. Se vai al concerto dei Killers così scemo scemo non puoi essere.
 
5) L'anno scorso il mio ex capo andò a vedere i Killers a Verona e li definì "fighette" nel senso che il concerto durò circa un'ora e mezza. Qua è durato un po' di più, ma dal vivo sono molto bravi, quindi anche se non si danno come i Negrita (3 ore di concerto a Bologna), valgono sicuramente il prezzo del biglietto. Brandon, il cantante, non sta fermo un attimo e interagisce anche molto col pubblico, cosa che è difficile che gli stranieri facciano, proprio per il gap linguistico. Lui invece si è studiato qualche frasetta in italiano con cui ha esordito dicendo "Liucca è la ciccà gelle cencio chiesse, noi vniamo da Les Veigas, la ciccà cel paccacoiu" (Lucca è la cità delle cento chiese, noi veniamo da Las Vegas, la città del peccato) facendomi ridere parecchio perchè non pensavo che l'italiano fosse così ostico. Il concerto è diviso in due parti, la prima finisce con "All these things that I've done" (che ho cantato morendo fino alla fine. A. nel frattempo era adibito alla ripresa della canzone). La seconda finisce con "Mr. Brightside".  Altra cosa positiva è che non fanno gli alternativi di sto cavolo e hanno cantato tutti pezzi conosciuti, non la solita b-side che conosce un fan su 200. Hanno fatto tutti pezzi passati in radio e qualche altro dei cd, ma nulla di introvabile.
 

(Per foto decenti e non sfuocate, guardate qui è la pagina FB ufficiale del Lucca Summer Festival)
 
 
6) In Toscana deve resistere il mito dell'inglese che viene a scoprire se stesso. Non ho fatto altro che vedere inglesi, tutti ustionati, con cappelli di paglia e mise improponibili.
 
7) Io amo i toscani. L'ho sempre detto. L'accento che hanno, il modo di fare...va beh, lasciatemi qua (ma anche un po' a Genova, dai).
 
(hahahahha, ma muoro!)
 
8) Un caldo mai visto. Sarà che dall'anno scorso sono ingrassata e quindi lo soffro di più, ma io un caldo uguale non l'ho mai sentito. Alla sera c'era un'afa incredibile. Sono tornata dal concerto in uno stato pietoso. A. poverino completamente rosso nonostante la protezione 30 che l'avevo obbligato a mettersi per il giorno. Un caldo, un caldo....

9) Il giorno dopo siamo ripartiti e ci siamo fermati a Barberino del Mugello. Abbiamo fatto un giretto all'outlet e magnato una fiorentina. Una sberla di un chilo.
 
 
Detto ciò, se potete, andate a vedervi i Killers. Intanto perchè Brandon è figo, anche se indossa delle camice inguardabili che manco mio nonno (e ringraziamo che non aveva il solito giubbotto di pelle con le piume di aquila applicate), poi perchè sono proprio bravi. E soprattuto NON MODIFICANO IL RITMO DELLE CANZONI. Così sono sul cd, così ve le fanno.
 
Poi vabeh, io ve lo dico, ma rimane sottinteso: andate in Toscana: non importa dove o a fare cosa. Andateci. Il colore del tramonto così non lo trovate neanche a Miami (almeno credo, chi c'è mai stato a Miami?). Il rosso e l'arancio sono i colori predominanti e la luce riflessa dalle case in mattone e dalle finestre a arco è meravigliosa. 
Poi vabeh a me l'accento fa calare le mutande, ma è un dettaglio.





16 luglio 2013

LE DONNE IN "SEX AND THE CITY" A NY E IN ITALIA (si dice il peccato, ma non il peccatore)

Ultimamente uso Twitter molto più di Fb, perchè a differenza di Facebook, ti permette di essere molto più fancazzista. Puoi vomitare tuìt su tuìt e nessuno dice nulla. Forse perchè anche i giornalisti, i manager, gli stilisti e i cantanti lo usano, quindi se anche Letta mi tuìtta che è al cesso, lo potrò ben fare anch'io, giusto?!
L'unica pecca è che, a differenza di Facebook, con Twitter bisogna essere concisi, brevi. E io, specialmente quando insulto, voglio tutto lo spazio che esiste. Voglio avere fogli bianchi, schermate intere, tastiere intonse da utilizzare per a) dare dello stronzo/ignorante a chi dice delle boiate; b) spiegare perchè è stronzo/ignorante.
Comunque, l'altro giorno ho leggo un tuìt di una freelance e blogger che scrive anche per Vanity Fair e per Gioia. Il sunto del tuìt era "se il lavoro che avete vi fa cagare, cambiatelo o fatevi mantenere, ma non parlatemi di ingiustizia".
Ecco, io anche fino a quando un lavoro ce l'avevo, certe affermazioni mi hanno sempre mandato fuori dai gangheri. Perchè certe affermazioni sono proferite da persone che: a) lavorare sottopagati non sanno neanche che vuol dire; b) sono ricchi di famiglia; c) se fossero dei datori di lavoro, sarebbero ancora più stronzi dei datori di lavoro attuali (e ce ne vuole).
Ho tolto IMMEDIATAMENTE il follow a sta "freelance" e le ho risposto che a tacere, ogni tanto, si fa bella figura. Lei puntalmente mi ha risposto che lei ha iniziato nel 1994 e io? Quando? Ieri?
ECCO.
Io, la avessi avuta sottomano l'avrei menata. A parte la gara a chi ce l'ha più lungo ("Io sono qua dal 94, tu? Gnegnegne"), che già si commenta da sola, il nodo del problema è proprio nel  numerino: 94.
Nel 1994 io avevo 9 anni. E mi pare che tutta sta crisi del lavoro non ci fosse. Certo, la disoccupazione c'era, ma non ai livelli odierni. Giusto? Mi pare che gli stipendi fossero in media più alti e non ci fossero quei contratti di lavoro come i co.co.co o le collaborazioni, o che, se c'erano, erano in numero minore rispetto a oggi. Mi pare che le cose a livello lavorativo (di contratto) fossero migliori rispetto o oggi. Ma lei dice che ho capito male. Beh in effetti, capire male un tuìt del genere ce ne vuole. "Non ti dà da vivere? non è un lavoro. trovatene uno vero, o continua a farti mantenere da mamma senza menarmela coll'ingiustizia del sistema".

Voi ci leggete altri significati? Qualche recondito significato che mi sfugge? Ditemi e illuminatemi perchè io mi sento stupida.
 
Poi vabbeh, potrei fare della facile ironia sul fatto che è stata con un politico che, stando a Wikipedia, ha militato nella DC, che ha uscite superinfelici (tipo contro i gay o contro l'aborto. Un genio ora nel PD). Potrei dirvi che ha scritto qualche libro, tra cui uno che parla delle mogli cornificate dagli uomini con cui va, ma non la farò. Sarò elegante e non parlerò del suo tono spesso snob e altezzoso. Non lo farò.
C'è pure da dire che anche Moccia ha scritto vari libri, quindi non mi pare una discriminante.
Ma sarebbe bello se certa gente tacesse e non venisse a spiegare ai precari che la precarietà esiste (ma va?) e che bisogna ingegnarsi (ma va #2?). Meno male che la giornalista me lo ha detto, eh, perchè se no non ci sarei arrivata.
Che poi non so neanche se sia giornalista. A me fotte sega, detto proprio così, se lo è, perchè faccio parte di quel gruppo di "illuminati" (o pirla, fate voi) che non giudicano uno scrittore dal tesserino che ha, ma dalla qualità della sua penna. Esistono blogger che, se anche parlano di smalti Chanel e di minigonne, si esprimono meglio di lei che è "freelance dal '94" (cit.). Parere personale. Poi se certe testate * la pagano mi dispiace per loro.
 
A parere mio la colpa è anche di quella puttanata partorita dalla HBO che risponde al nome di Sex and the City.
(MA IO DICO, HBO, HAI PARTORITO GAME OF THRONES, MA PRIMA ERI SBRONZA?!?!?)
Una roba che alle femministe degli anni 70 avrebbe fatto rizzare tutti i peli del corpo. Probabilmente negli anni 90, SATC era una serie all'avanguardia ("Oddio, una milf parla di pompini, aiuto"; "Una scrittrice newyorkese la da via a caso"), non so per quale oscuro motivo, ma a rivederla oggi mi cadono le balle che non ho. Ho sempre reputare la Cherri Bredsciò (si, lo so che si scrive in un altro modo, ma lo scrivo così per dare l'idea della profondità della tizia) un personaggio malcostruito, con la mentalità di una 15enne nel corpo rachitico di una 40enne dal muso da cavallo. Il suo modo di fare da gatta morta la rende pressochè insopportabile. E solo uno come Big poteva prendersela. Infatti Haydan, l'unico uomo con le palle della serie, l'ha smollata in mezzo a una strada. Certo le ha chiesto di sposarlo, ma non tutti sono perfetti. Prima che diciate che "eh però le puntate le hai viste", vi dico subito che ho visto qualche puntate quando mi capitava, più che altro per dare il beneficio del dubbio a una serie tanto acclamata quanto amata.
 
Tornando a noi, la suddetta freelance (ma non solo lei, qua ci metto anche la Paola Jacobbi, 'n'altra buona che scriveva  per VF....tutti lì eh!?) ha quest'impostazione: sono figa, ergo posso permettermi di dire qualsiasi cosa. Che è un po' la moda dei fashion blogger e delle pseudo giornaliste che ammorbano le rubriche sui giornali.
Anche se fino a prova contraria si parla e si scrive dopo aver pensato.
Poi, boh. Fate voi, eh.
 
Piccolo sfogo.
 
 
 
* Un paio d'anni fa ho fatto l'abbonamento a Vanity Fair per il semplice fatto che veniva pochissimo. All'arrivo delle copertine con Silvio Muccino e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro fatti passare come fighi e star inarriivabili, ho deciso di evitare qualsiasi ulteriore contatto con VF e la Condèe Nast (o come si scrive). Poi mia mamma, grazie a degli sconti, ha rifatto nuovamente l'abbonamento quest'anno. Il pensiero che il suo abbonamento finisca nelle tasche di sta gente mi fa innervosire. Motivo per cui le impedirò il rinnovo.
 
 
(Qua sotto un post vecchio mai "pubblicizzato", se vi va mi farebbe piacere lo leggeste, giusto per capire se sono solo io a farmi ste pare mentali.
Per le ribriche sui libri e sui film devo avere voglia, ma come già aniticipato su Twitter, tratterò di titoli e pellicole già in commercio da parecchio, ma tant'è. Nessuno mi invita alle prime, quindi prendete quel che passa al convento. Love.)

9 luglio 2013

Chi è troppo geloso ha qualcosa da nascondere (cit.)

Non sono mai stata una troppo felice di condividere le cose.
Da piccola ero molto gelosa delle mie cose, dei miei giochi, del telecomando, delle mie magliette e della mia mamma.
Non ho mai prestato volenitieri le mie cose, forse perchè vedevo come venivano trattate quelle che venivano prestate da altri. Chi prestava era tutto fiducioso mentre chi riceveva in prestito usava a cazzo, perdendo e/o rovinando le cose.
Io ho prestato una volta alle elementari un libro perchè mia mamma mi aveva obbligato: ricordo ancora il discorso "Non devi essere egoista. Magari non ha i soldi per comprarsi il libro. Poi la conosci, è una brava bambina". E io come una pita ci sono cascata.
Dopo 2 mesi in cui io reclamavo indietro il mio libro (perchè ovviamente volevo leggere quello, anche se ne avevo mille in libreria), dopo scuse del tipo "Lo sto finendo" (e nessuno ci crede, ok? Se un libro ti piace non ci metti due mesi a leggerlo, specialmente se si è alle elementari e non si ha niente da fare, OK???), alla fine è saltato fuori che il libro era andao perso.
Io ho recriminato, pianto e strepitato.
Ovviamente ho dato tutta la colpa a mia madre, perchè LEI mi aveva obbligato facendpmi anche sentire cattiva e inadeguata verso la mia compagna di scuola. Da quel giorno i libri sono come figli persi e ritrovati: non li presto neanche se mi pagano. Esistono le biblioteche, non si vuole comprare un libro. Stento a prestarli anche a mia sorella. Quindi, il livello è questo.
Io sono gelosa delle mie cose. Gelosa marcia. Odio chi tocca, mette a posto (secondo la sua idea), sposta e sistema le mie cose. Ma cosa tocchi? Ma vengo io a toccarti le tue, di cose? NO, quindi i tuoi artigli tienili adesi al tuo corpicino (cit.).
Sono gelosa dei miei spazi, del mio letto, dei miei vestiti, delle mie cose (carabattole), delle mie amicizie e non me ne frega niente, ma niente proprio, di conoscere i genitori dei miei amici. Non me ne frega assolutamente nulla di due adulti che mi chiedono le cose ma a cui, probabilmente, frega di più della coltura nigeriana del dattero.
Non voglio conoscere gente di cui non me ne frega niente. Non me ne frega niente di conoscere il boss o il padrone di un tale posto, perchè il posto mi fa cagare e di sicuro non tornerò perchè conosco il proprietario.
Non me ne frega nulla di conoscere gente con cui non ho nulla da spartire, se non magari una birra una sera all'anno. Non mi interessa niente di cosa fanno per vivere o come impestano il suolo. Non mi interessa nulla.
"Che persona di merda" direte.
Non sono così di merda. Io ho un carattere di merda, me ne rendo conto, ma mi rendo conto anche che se esplodessi tutte le volte che vorrei esplodere, mi avrebbero già arrestata. Caccio giù, quindi il carattere di merda andatelo a appioppare a altri.
Mia madre, santissima donna (sul serio), mi dice sempre che somiglio in modo pericoloso a mio padre. Mio padre è uno che sta molto per i fatti suoi, parla poco e si incazza con niente. Io sono così, con l'aggravante che sono pure donna, quindi il mio scazzo quotidiano ce l'ho sempre, per un motivo o per l'altro. Poi ho sempre un nervoso incredibile perchè sento che non sto facendo nulla che mi porti avanti. Io dieci anni fa non mi immaginavo così, ma proprio no. Non mi immaginavo a quasi 28 anni ancora in casa coi miei, senza lavoro e con un nervoso tale che la settimana scorsa sono andata e tornata a piedi da Monticelli (20 km) e al ritorno ero ancora scazzata peggio di quando sono uscita.
Ormai stare in casa mi pesa perchè ho delle abitudini diverse dai miei, vedo la vita in modo diverso, non tollero certe loro abitudini, le reputo vecchie, maleducate e pure impiccione.
Mi urta la situazione in generale.  Mi urta non avere un cazzo da fare e dover sempre stare qua.
Mi fa schifo stare qua.
 
Mia nonna, altra santa donna vista la vita che ha fatto, al momento mi sta dando una grandissimi mano. Davvero. Mi sta dando una mano gigante. Delle cose per cui mi sta aiutando ne ho parlato con poche persone. 
So solo che al momento sarei pronta per un miliardo di quelle cose che si fanno verso i 30 anni. Sarei pronta a tutte quelle cose lì. Una mia ex collega mi ha detto "Anch'io avevo quei dubbi lì, ma non lasciare che il lavoro ti blocchi. Oggi non è così semplice come 15 anni fa. Se vuoi, fallo, ma non pensare a quello". Lei ha superato lo scoglio e è lì.
Io vorrei, ogni tanto la butto lì, ma mi rendo conto che non sarebbe giusto. Poi magari penso che anche altri hanno fatto quello che vorrei fare io, ma senza il mezzo che ho io (la nonna, che vabbeh non è un mezzo, ma insomma ci siamo capiti, forse) e allora mi sembra facile.
Io l'ho già buttata lì un paio di volte, la riposta è stata un "Certo" ma non credo che si sia capito BENE cosa intendessi.
So solo che io fino a un paio d'anni fa ero gelosa anche dell'aria che respiravo e adesso non la sono più.

1 luglio 2013

IL LAVORO NOBILITA L'UOMO

Ieri è finito ufficialmente il mio periodo di lavoro.
Ora faccio parte di quel 35% di disoccupati under 35 in Italia.. Vedremo come andrà tra parole, promesse e milioni stanziati (sempre meno che per gli F35, ci tengo a dirlo. Non perchè sia pacifista, ma perchè credo ci siano cose più importanti, tipo il welfare. Fine della polemica). Promesse e parole da datori di lavoro e da politici.
Ripeto, vedremo.
Stamattina sono andata al Centro per l'Impiego. Il Centro per l'Impiego è un ufficio del Comune in cui ci si può iscrivere alle liste di disoccupazione e poi, dopo un colloquio d'orientamento con un'impiegata, si deciderà a chi e per quale mansione mandare il proprio cv. Una sorta di agenzia interinale, ma forse ancora più macchinosa.
A parte che fa orari vergognosi, tipo o solo il mattino, o 2 ore al pomeriggio, stamattina sono arrivata alle 9 e avevo 100 numeri davanti. Poco male, ho aspettato e letto un libro nell'attesa.
 
Più andavo avanti nell'attesa, più arrivavano persone e più sentivo lamentele per l'attesa.
 
Ho osservato un po' la gente che era in attesa con me: extracomunitari e gente del Sud Italia. Di Parma pochi, un gruppo di ragazzi che appena hanno visto la coda hanno rinunciato, e qualche altra ragazza che si è messa l'anima in pace e ha aspettato il proprio turno. Probabilmente, per i parmigiani andare al centro dell'impiego è poco figo, quindi meglio essere senza lavoro. Gente di merda, comunque,
 
Nell'attesa ho anche fatto la pettegola e ho ascoltato i discorsi dei miei "compagni" di coda. Riporto qua di seguito alcuni stralci di conversazione:
- "Se mi chiedono di andare al lavoro alle 7 non se ne parla. Io al mattino voglio dormire"
- "Io cerco un lavoro di 3 ore al giorno perchè ho una figlia da andare a portare e a prendere a scuola"
- "Se mi offrono un lavoro ad agosto dico no, devo andare giù in Puglia dai miei. E' da Pasqua che non vado"
- "Io di pulire delle scale non ne ho voglia. E' da poveretti"
- "Beh per meno di 1200 euro non alzo una mano, altro che il sedere dal letto"
- "Mio marito fa il libero professionista, sa, meno male che l'altr'anno non abbiamo dichiarato tutto, se no, le vacanze chi le faceva?"
 
Ecco, io qui lo dico e qui NON lo nego.
Io godo che queste persone siano senza lavoro, ci godo proprio. Proprio se lo meritano. Sta gente mi fa schifo, mi repelle. Merita il peggio del peggio. E' gente che se per caso viene assunta, poi non fa niente e viene anche presa in simpatia dal capo. E' gente che gira per l'ufficio raccontando i fatti suoi e poi gli altri devono finire il suo lavoro. E' gente che, se viene l'occaasione, da anche dell'idiota ai colleghi, perchè si fanno il mazzo. E' gente che appena deve fare due cose, sta a casa un mese per stress da lavoro. E' gente che si prende la malattia a cavolo. E' gente che, se rimane incinta, si fa fare i certificati fasulli dal ginecologo per stare a casa di più. Io sta gente la odio e le auguro le peggiori cose.
Certa gente non andrebbe bene neanche per fare l'elemosina per strada.

23 giugno 2013

QUANTA GIOIA, QUANTI GIORNI, QUANTI SBAGLI

Questi sono giorni di abbruttimento brutto.
Ho già le balle divelte.
 
Ieri mi sono ritrovata a rimpiangere la mia (breve) vita milanese.
Rimpiang(ev)o:
- le cazziate su cose inutili,
- il comportamento isterico del 90% delle mie ex colleghe (voi due che mi leggete, no, sappiatelo, io vivibì),
- le sveglie all'alba per il treno,
- gli smadonnamenti in metropolitana e contro quei poveretti che si cacciavano sempre sotto i treni della linea verde o rossa proprio quando io dovevo tornare a casa,
- le modelle rachitiche che vedevo in giro per la strada, SEMPRE bellissime anche con 90 gradi all'ombra e io sembravo un camionista curdo con alle spalle un mese di viaggio nel deserto del Gobi,
- l'organizzazione dei press day ("MA NON TI SEI VESTITA DI NERO!?!??!?!?" "Ehm, no, nessuno me l'ha detto" "VAI  IMMEDIATAMENTE IN GUARDAROBA A TROVARTI QUALCOSA DI NERO" Risultato: l'unica cose in cui potevo entrare era un vestito a tubino nero. Bello, per carità, ma io necessitavo di ceretta FORTE, e le scarpe col tacco erano delle trappole),
- i casting con le modelle che pranzavano con le bottigliette d'acqua mentre io mi scofanavo Kinder Bueno a ogni ora per tentare di reggere la tensione (ero talmente tesa che anche se mangiavo circa 8000 calorie al giorno ero pure calata di 5 chili, UNICA nota positiva di Milano),
- gli inutili salamelecchi verso quei vippazzi a cui prestavamo i vestiti e verso alcuni stylist che erano vestiti come degli scappati di casa e che, se veniva l'occasione, trattavano le persone alla stregua degli schiavi,
- gli uomini coi mocassini senza calze, o con le calze, ma dai colori imbarazzanti,
- più vedevo in giro delle modelle e dei fighi (pochi a dire il vero, perchè avevano tutti l'aura del gay perchè a Milano, c'è, c'è, cioè c'è la MODA e se non sei gay non ci lavori nella moda) più io mi trascuravo: capelli (più) di merda (del solito), mangiare più porcate possibile (negli annali rimarrà un mio viaggio su Freccia Rossa durante un ritorno a Parma in cui mi sono scofanata un intero pacco da mezzo chilo di taralli pugliesi con gli occhi dei manager rampanti piantati addosso), vestirmi da poveraccia (quello anche adesso).
 
Ma rimpiango anche (e forse è questo che mi manca davvero tanto):
 
* la cinese della pizzeria sotto casa che ormai mi salutava con "Il solito da portar via?"
* Il tramonto in piazza Duomo. Sarò provinciale ma merita. E comunque il Duomo di Milano è più bello di Notre Dame. (Ora linciatemi);
* L'aperitivo sui Navigli. Come ogni provincialotta che si rispetti a me i Naviglia piacciono molto. Secondo me è uno dei luoghi più belli di Milano
* Tornare a casa e stare il weekend in mutande a letto a mangiare Magnum e a bestemmiare contro le mignotte della domenica mattina.
* L'idea di essere finalmente diventata grande: vivere da sola, lavorare in un ufficio stampa e di stare a Milano. Poi mi sono svegliata. Sta vita mi faceva cagare (o meglio la vita da vivere a Milano mi fa cagare), ma la sensazione di essere "arrivata" mi faceva stare bene (sempre nel limite dello stress/depressione/ansia perpetui)
 
 
Io rimpiango tutto questo. Davvero. Lo rimpiango. Perchè forse se avessi tenuto duro un po' di più forse adesso avrei un lavoro più fisso di quello che ho adesso (ci vuole poco), avrei probabilmente la depressione cronica o un esaurimento nervoso, ma almeno avrei un lavoro.
 

(Parco Sempione, dove andavo a pranzare con panino alla feta e crudo mentre le modelle si cibavano di aria)


Io a Milano ero un po' provata anche per vicissitudini che avevo a Parma, ma avevo una colonna sonora dei viaggi in treno da pendolare e delle giornate milanesi che se ci penso adesso la mia continua malinconia è nulla.
Breve elenco:
+ "Indietro" Tiziano Ferro, voglio dire, parliamone. Titti fa delle canzoni per cui se si è tristi da tagliarsi le vene con le lamette all'epatite, poi ci si spara, giusto per essere sicuri di farla finita. Io, come capirete, sono ancora qua. E visti miei pensieri all'epoca posso affermare di essere una con le palle neanche quadrate, bensì cubiche, perchè la combo "mie seghe mentali più Titti" sarebbe stata fatale per chiunque. MA HO SUPERATO!!
+ "Stay the night" James Blunt: 'n'altro allegrone. Questa, a differenza delle sua canzoni è davvero allegra e poi mi dava l'idea d'estate e in più aveva il messaggio intrinseco perchè pregava la sua donnina del momento a restare con lui a 72 gradi Fahrenheit e io ero un po' esaltata (bimbominkia dentro). Poi almeno mi caricava.
+ "So long Maryanne" di Leonard Cohen: l'ho scoperta nel film "I love radio rock" (scaricatevelo compratevelo e guardatevelo tutti) e l'ho subito scaricata acquistata su Itunes. Pianti isterici nell'anno precedente e poi a Milano, quando volevo abbruttirmi ulteriormente, la mettevo in loop, piangevo e stiravo (che agonia, Cristo).
+ "Sei bellissima" Loredana Bertè: NON CHIEDETEMI IL PERCHE'. Quando stiravo (si vede che stiravo sempre) la cantavo a squarciagola.
+ "La guerra è finita" e "Un romantico a Milano" dei Baustelle: la seconda per ovvi motivi, la prima è stata l'inizio della "rinascita" dopo un periodo inaffrontabile (e che riesco a affrontare da un annetto a questa parte, dopo 3 anni). La cantavo sempre quando andavo a fare la spesa , 'na matta.
+ "I consigli di un pirla" degli Articolo31: canzone di Ax dedicata al fratello minore. Diciamo che era una sorta di codice tra me e mia sorella. Quando ero particolarmente triste gliela postavo su Fb (o le mandavo degli stralci di canzone via sms) e lei mi chiamava o mi mandava un messaggio di conforto (spesso iniziava così "Chiappa, non essere triste!" io ridevo a ricacciavo giù il magone). I primi tempi a Milano gliela postavo anche 3 o 4 volte al GIORNO (eh che pesantezza!).
"Nel cuore, nell'anima" di Lucio Battisti: ascoltatela poi saprete indovinare la mia situazione.
+ "La città vecchia" di Fabrizio De Andrè: forse questa è "falsa" nel senso che è una delle mie canzoni preferite in assoluto e probabilmente questa sarebbe stata presente anche se fossi stata nel peradiso terrestre
+ Qualsiasi canzone dei Mumford and Sons, maledetti inglesi di merda. Li ascolto e ho il magone fisso per dei mesi (al momento la canzone della vita è questa, perchè qua si è sempre allegroni, eh!)
 
UNA GIOIA INTERIORE MAI VISTA, NEVVERO?
 
Poi sono scappata.
Lavorativamente parlando fa schifo tutto, ma ho delle persone intorno a me che andrebbero premiate dal Presidente della Repubblica per la pazienza che hanno con me, per le mie prese di posizione, per le mie idee che non cambio neanche sotto tortura, per le mie risposte di merda, per il fatto che io non ci sono mai per nessuno, ma esigo che gli altri ci siano per me. Ma loro ci sono e questo mi fa sentire meglio.
 
Oggi, va così.
C'è il sole, quindi già qua le cose vanno di schifo. Essendo metereopatica al contrario, io salto di gioia se c'è freddo e sto sole maledetto è dietro le nuvole. La neve no, però, sta bene in montagna mentre ci si abbotta di stinco o di cioccolata calda. In città andrebbe vietata.
Poi A. è partito per le vacanza con un suo gruppo di amici: 10 giorni in Sardegna. LO INVIDIO (lo so che leggi, ti invidio!!!). Anch'io voglio andare in ferie. Se va male ci sarò a tempo indeterminato da venerdì, se no mi attendono altri 60 giorni di Parma, caldo e altri bei pomeriggioni come questo, in cui mi annoio anche solo a respirare.
Mi sto leggendo un miliardo di blog (inutili) uno più palloso dell'altro (anche questo lo sarà), sto tentanto di scaricare le serie di Games of Thrones ma sta menghia di connessione salta ogni 3 nanosecondi e io non posso vedermi Jon Snow sulla barriera e quindi ho i coglioni girati ulteriormente.
La mia fantasia ultimamente sta a zero e sto prendendo spunto (cioè, sto copiando) da qualche blog decente per alcuni post. L'unica cosa è che tra un po' mi sa briga anche respirare, e sti post prevedono l'inserimento di foto e, Dio mi scampi dal faticare anche dall'inserire 2 foto nel blog. Essendo io un donnino (forse) ho trovato dei post parecchio carucci, tipo su cosa contiene la mia borsa o in cosa consiste la mia beauty (hahahahahhaha) routine, con le spiegazione del perchè e del percome uso certe cose piuttosto che altre. Certo, non aspettatevi cose roboanti come creme Chanel, struccanti Dior e mascara Guerlain, chè io sono povera e vado da Kiko. Siate liberi anche di scrivere "Cazzomene" che rimaniamo amici come prima e se una mattina mi sveglio col piede giusto (raramente capita e se capita dopo 3 secondi ho già il culo girato) potrei anche farli postando addirittura qualche foto.
Se no, rimango sui miei pensieri random che a me van bene e boh. Minima spesa, massima resa.
 
 
(Per Milano ho un sacco di rimpianti. Ma rimpensandoci, se fossi ancora là non avrei conosciuto A. e questo pareggia le cose)