19 luglio 2013

"Ah, siamo a Lucca?" "No, a Collodi" "A COLLODI????"

Sono tornata ieri dopo due giorni a Lucca.
Non tanto per fare la turista inglese benestante, ma perchè c'è stato il concerto dei Killers. Il concerto fa parte del Lucca Summer Festival che prevede concerti per tutto il mese di luglio. Concerti con gente pure di un certo livello, tra cui Nick Cave e Mark Knopfler. A me piacciono parecchio i Killers, quindi ho obbligato A. accompagnarmi invogliandolo con le fiorentine da un chilo che si sarebbe potuto mangiare.
Un po' perchè è molto bravo, un po' per la fiorentina, ha accettato e dopo aver consultato in lungo e in largo booking.com abbiamo prenotato un alberghetto esattamente dietro alla piazza del concerto a poco.
Già il viaggio d'andata Reggio-Lucca è stato travagliato, nel senso che nonostante avessimo due navigatori, ce l'abbiamo cavata a perderci. Il suo Iphone non contempla Lucca, quindi siamo giunti a Collodi, ridente località con due anime. Abbiamo fatto retromarci a una velocità incredibile. Poi con il navigatore vero e proprio siamo arrivati a Lucca, ma senza trovare la via. Due poveretti. Alla fine abbiamo trovato l'albergo. Carino, temperatura interna pari a circa meno 20° e io mi sono ribaltata dalla goduria.
 
Solito elenco? Solito elenco.
1) Lucca è una città molto carina. Il centro storico è dentro le mura e a girarlo ci vuole circa un'oretta. Molto caratteristico, specialmente per alcuni negozietti che, si vede, sono gli stessi di magari un secolo fa, col bancone in legno e l'insegna dipinta a mano sopra l'ingresso.
 
2) E' chiamata la città delle 100 chiese. In effetti a ogni angolo ce n'è una. Molte sono in disuso, ma alcune sono imponenti e molto belle. Lucca è, secondo me, anche la città delle 100 gelaterie, vista la quantità inumana di gelaterie. La mia preferita è Gelatarium, una gelateria in cui ci serve da soli il gelato, lo si decora con cereali, creme alla nutella (la Gelatella) o con altre cose moto carine tipo questi cuoricini rosa. Si paga a peso (io ho pagato 2 euro un gelato grande come la mia testa) e poi si mangia dondolandosi sulle altalene che sono in negozio.
 
 
 
3) Il concerto si teneva in piazza Napoleone, centralissima. Da lì si dipartono tutte le viuzze strette del centro che arrivano poi alle mura.
 
4) Al concerto il pubblico era molto eterogeno, dal vecchietto carichissimo con tanto di maglia del gruppo, al 12enne accompagnato dalla mamma. Il fatto che ci fossero anche dei 15/16enni un po' mi fa ben sperare nelle generazioni future. Se vai al concerto dei Killers così scemo scemo non puoi essere.
 
5) L'anno scorso il mio ex capo andò a vedere i Killers a Verona e li definì "fighette" nel senso che il concerto durò circa un'ora e mezza. Qua è durato un po' di più, ma dal vivo sono molto bravi, quindi anche se non si danno come i Negrita (3 ore di concerto a Bologna), valgono sicuramente il prezzo del biglietto. Brandon, il cantante, non sta fermo un attimo e interagisce anche molto col pubblico, cosa che è difficile che gli stranieri facciano, proprio per il gap linguistico. Lui invece si è studiato qualche frasetta in italiano con cui ha esordito dicendo "Liucca è la ciccà gelle cencio chiesse, noi vniamo da Les Veigas, la ciccà cel paccacoiu" (Lucca è la cità delle cento chiese, noi veniamo da Las Vegas, la città del peccato) facendomi ridere parecchio perchè non pensavo che l'italiano fosse così ostico. Il concerto è diviso in due parti, la prima finisce con "All these things that I've done" (che ho cantato morendo fino alla fine. A. nel frattempo era adibito alla ripresa della canzone). La seconda finisce con "Mr. Brightside".  Altra cosa positiva è che non fanno gli alternativi di sto cavolo e hanno cantato tutti pezzi conosciuti, non la solita b-side che conosce un fan su 200. Hanno fatto tutti pezzi passati in radio e qualche altro dei cd, ma nulla di introvabile.
 

(Per foto decenti e non sfuocate, guardate qui è la pagina FB ufficiale del Lucca Summer Festival)
 
 
6) In Toscana deve resistere il mito dell'inglese che viene a scoprire se stesso. Non ho fatto altro che vedere inglesi, tutti ustionati, con cappelli di paglia e mise improponibili.
 
7) Io amo i toscani. L'ho sempre detto. L'accento che hanno, il modo di fare...va beh, lasciatemi qua (ma anche un po' a Genova, dai).
 
(hahahahha, ma muoro!)
 
8) Un caldo mai visto. Sarà che dall'anno scorso sono ingrassata e quindi lo soffro di più, ma io un caldo uguale non l'ho mai sentito. Alla sera c'era un'afa incredibile. Sono tornata dal concerto in uno stato pietoso. A. poverino completamente rosso nonostante la protezione 30 che l'avevo obbligato a mettersi per il giorno. Un caldo, un caldo....

9) Il giorno dopo siamo ripartiti e ci siamo fermati a Barberino del Mugello. Abbiamo fatto un giretto all'outlet e magnato una fiorentina. Una sberla di un chilo.
 
 
Detto ciò, se potete, andate a vedervi i Killers. Intanto perchè Brandon è figo, anche se indossa delle camice inguardabili che manco mio nonno (e ringraziamo che non aveva il solito giubbotto di pelle con le piume di aquila applicate), poi perchè sono proprio bravi. E soprattuto NON MODIFICANO IL RITMO DELLE CANZONI. Così sono sul cd, così ve le fanno.
 
Poi vabeh, io ve lo dico, ma rimane sottinteso: andate in Toscana: non importa dove o a fare cosa. Andateci. Il colore del tramonto così non lo trovate neanche a Miami (almeno credo, chi c'è mai stato a Miami?). Il rosso e l'arancio sono i colori predominanti e la luce riflessa dalle case in mattone e dalle finestre a arco è meravigliosa. 
Poi vabeh a me l'accento fa calare le mutande, ma è un dettaglio.





16 luglio 2013

LE DONNE IN "SEX AND THE CITY" A NY E IN ITALIA (si dice il peccato, ma non il peccatore)

Ultimamente uso Twitter molto più di Fb, perchè a differenza di Facebook, ti permette di essere molto più fancazzista. Puoi vomitare tuìt su tuìt e nessuno dice nulla. Forse perchè anche i giornalisti, i manager, gli stilisti e i cantanti lo usano, quindi se anche Letta mi tuìtta che è al cesso, lo potrò ben fare anch'io, giusto?!
L'unica pecca è che, a differenza di Facebook, con Twitter bisogna essere concisi, brevi. E io, specialmente quando insulto, voglio tutto lo spazio che esiste. Voglio avere fogli bianchi, schermate intere, tastiere intonse da utilizzare per a) dare dello stronzo/ignorante a chi dice delle boiate; b) spiegare perchè è stronzo/ignorante.
Comunque, l'altro giorno ho leggo un tuìt di una freelance e blogger che scrive anche per Vanity Fair e per Gioia. Il sunto del tuìt era "se il lavoro che avete vi fa cagare, cambiatelo o fatevi mantenere, ma non parlatemi di ingiustizia".
Ecco, io anche fino a quando un lavoro ce l'avevo, certe affermazioni mi hanno sempre mandato fuori dai gangheri. Perchè certe affermazioni sono proferite da persone che: a) lavorare sottopagati non sanno neanche che vuol dire; b) sono ricchi di famiglia; c) se fossero dei datori di lavoro, sarebbero ancora più stronzi dei datori di lavoro attuali (e ce ne vuole).
Ho tolto IMMEDIATAMENTE il follow a sta "freelance" e le ho risposto che a tacere, ogni tanto, si fa bella figura. Lei puntalmente mi ha risposto che lei ha iniziato nel 1994 e io? Quando? Ieri?
ECCO.
Io, la avessi avuta sottomano l'avrei menata. A parte la gara a chi ce l'ha più lungo ("Io sono qua dal 94, tu? Gnegnegne"), che già si commenta da sola, il nodo del problema è proprio nel  numerino: 94.
Nel 1994 io avevo 9 anni. E mi pare che tutta sta crisi del lavoro non ci fosse. Certo, la disoccupazione c'era, ma non ai livelli odierni. Giusto? Mi pare che gli stipendi fossero in media più alti e non ci fossero quei contratti di lavoro come i co.co.co o le collaborazioni, o che, se c'erano, erano in numero minore rispetto a oggi. Mi pare che le cose a livello lavorativo (di contratto) fossero migliori rispetto o oggi. Ma lei dice che ho capito male. Beh in effetti, capire male un tuìt del genere ce ne vuole. "Non ti dà da vivere? non è un lavoro. trovatene uno vero, o continua a farti mantenere da mamma senza menarmela coll'ingiustizia del sistema".

Voi ci leggete altri significati? Qualche recondito significato che mi sfugge? Ditemi e illuminatemi perchè io mi sento stupida.
 
Poi vabbeh, potrei fare della facile ironia sul fatto che è stata con un politico che, stando a Wikipedia, ha militato nella DC, che ha uscite superinfelici (tipo contro i gay o contro l'aborto. Un genio ora nel PD). Potrei dirvi che ha scritto qualche libro, tra cui uno che parla delle mogli cornificate dagli uomini con cui va, ma non la farò. Sarò elegante e non parlerò del suo tono spesso snob e altezzoso. Non lo farò.
C'è pure da dire che anche Moccia ha scritto vari libri, quindi non mi pare una discriminante.
Ma sarebbe bello se certa gente tacesse e non venisse a spiegare ai precari che la precarietà esiste (ma va?) e che bisogna ingegnarsi (ma va #2?). Meno male che la giornalista me lo ha detto, eh, perchè se no non ci sarei arrivata.
Che poi non so neanche se sia giornalista. A me fotte sega, detto proprio così, se lo è, perchè faccio parte di quel gruppo di "illuminati" (o pirla, fate voi) che non giudicano uno scrittore dal tesserino che ha, ma dalla qualità della sua penna. Esistono blogger che, se anche parlano di smalti Chanel e di minigonne, si esprimono meglio di lei che è "freelance dal '94" (cit.). Parere personale. Poi se certe testate * la pagano mi dispiace per loro.
 
A parere mio la colpa è anche di quella puttanata partorita dalla HBO che risponde al nome di Sex and the City.
(MA IO DICO, HBO, HAI PARTORITO GAME OF THRONES, MA PRIMA ERI SBRONZA?!?!?)
Una roba che alle femministe degli anni 70 avrebbe fatto rizzare tutti i peli del corpo. Probabilmente negli anni 90, SATC era una serie all'avanguardia ("Oddio, una milf parla di pompini, aiuto"; "Una scrittrice newyorkese la da via a caso"), non so per quale oscuro motivo, ma a rivederla oggi mi cadono le balle che non ho. Ho sempre reputare la Cherri Bredsciò (si, lo so che si scrive in un altro modo, ma lo scrivo così per dare l'idea della profondità della tizia) un personaggio malcostruito, con la mentalità di una 15enne nel corpo rachitico di una 40enne dal muso da cavallo. Il suo modo di fare da gatta morta la rende pressochè insopportabile. E solo uno come Big poteva prendersela. Infatti Haydan, l'unico uomo con le palle della serie, l'ha smollata in mezzo a una strada. Certo le ha chiesto di sposarlo, ma non tutti sono perfetti. Prima che diciate che "eh però le puntate le hai viste", vi dico subito che ho visto qualche puntate quando mi capitava, più che altro per dare il beneficio del dubbio a una serie tanto acclamata quanto amata.
 
Tornando a noi, la suddetta freelance (ma non solo lei, qua ci metto anche la Paola Jacobbi, 'n'altra buona che scriveva  per VF....tutti lì eh!?) ha quest'impostazione: sono figa, ergo posso permettermi di dire qualsiasi cosa. Che è un po' la moda dei fashion blogger e delle pseudo giornaliste che ammorbano le rubriche sui giornali.
Anche se fino a prova contraria si parla e si scrive dopo aver pensato.
Poi, boh. Fate voi, eh.
 
Piccolo sfogo.
 
 
 
* Un paio d'anni fa ho fatto l'abbonamento a Vanity Fair per il semplice fatto che veniva pochissimo. All'arrivo delle copertine con Silvio Muccino e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro fatti passare come fighi e star inarriivabili, ho deciso di evitare qualsiasi ulteriore contatto con VF e la Condèe Nast (o come si scrive). Poi mia mamma, grazie a degli sconti, ha rifatto nuovamente l'abbonamento quest'anno. Il pensiero che il suo abbonamento finisca nelle tasche di sta gente mi fa innervosire. Motivo per cui le impedirò il rinnovo.
 
 
(Qua sotto un post vecchio mai "pubblicizzato", se vi va mi farebbe piacere lo leggeste, giusto per capire se sono solo io a farmi ste pare mentali.
Per le ribriche sui libri e sui film devo avere voglia, ma come già aniticipato su Twitter, tratterò di titoli e pellicole già in commercio da parecchio, ma tant'è. Nessuno mi invita alle prime, quindi prendete quel che passa al convento. Love.)

9 luglio 2013

Chi è troppo geloso ha qualcosa da nascondere (cit.)

Non sono mai stata una troppo felice di condividere le cose.
Da piccola ero molto gelosa delle mie cose, dei miei giochi, del telecomando, delle mie magliette e della mia mamma.
Non ho mai prestato volenitieri le mie cose, forse perchè vedevo come venivano trattate quelle che venivano prestate da altri. Chi prestava era tutto fiducioso mentre chi riceveva in prestito usava a cazzo, perdendo e/o rovinando le cose.
Io ho prestato una volta alle elementari un libro perchè mia mamma mi aveva obbligato: ricordo ancora il discorso "Non devi essere egoista. Magari non ha i soldi per comprarsi il libro. Poi la conosci, è una brava bambina". E io come una pita ci sono cascata.
Dopo 2 mesi in cui io reclamavo indietro il mio libro (perchè ovviamente volevo leggere quello, anche se ne avevo mille in libreria), dopo scuse del tipo "Lo sto finendo" (e nessuno ci crede, ok? Se un libro ti piace non ci metti due mesi a leggerlo, specialmente se si è alle elementari e non si ha niente da fare, OK???), alla fine è saltato fuori che il libro era andao perso.
Io ho recriminato, pianto e strepitato.
Ovviamente ho dato tutta la colpa a mia madre, perchè LEI mi aveva obbligato facendpmi anche sentire cattiva e inadeguata verso la mia compagna di scuola. Da quel giorno i libri sono come figli persi e ritrovati: non li presto neanche se mi pagano. Esistono le biblioteche, non si vuole comprare un libro. Stento a prestarli anche a mia sorella. Quindi, il livello è questo.
Io sono gelosa delle mie cose. Gelosa marcia. Odio chi tocca, mette a posto (secondo la sua idea), sposta e sistema le mie cose. Ma cosa tocchi? Ma vengo io a toccarti le tue, di cose? NO, quindi i tuoi artigli tienili adesi al tuo corpicino (cit.).
Sono gelosa dei miei spazi, del mio letto, dei miei vestiti, delle mie cose (carabattole), delle mie amicizie e non me ne frega niente, ma niente proprio, di conoscere i genitori dei miei amici. Non me ne frega assolutamente nulla di due adulti che mi chiedono le cose ma a cui, probabilmente, frega di più della coltura nigeriana del dattero.
Non voglio conoscere gente di cui non me ne frega niente. Non me ne frega niente di conoscere il boss o il padrone di un tale posto, perchè il posto mi fa cagare e di sicuro non tornerò perchè conosco il proprietario.
Non me ne frega nulla di conoscere gente con cui non ho nulla da spartire, se non magari una birra una sera all'anno. Non mi interessa niente di cosa fanno per vivere o come impestano il suolo. Non mi interessa nulla.
"Che persona di merda" direte.
Non sono così di merda. Io ho un carattere di merda, me ne rendo conto, ma mi rendo conto anche che se esplodessi tutte le volte che vorrei esplodere, mi avrebbero già arrestata. Caccio giù, quindi il carattere di merda andatelo a appioppare a altri.
Mia madre, santissima donna (sul serio), mi dice sempre che somiglio in modo pericoloso a mio padre. Mio padre è uno che sta molto per i fatti suoi, parla poco e si incazza con niente. Io sono così, con l'aggravante che sono pure donna, quindi il mio scazzo quotidiano ce l'ho sempre, per un motivo o per l'altro. Poi ho sempre un nervoso incredibile perchè sento che non sto facendo nulla che mi porti avanti. Io dieci anni fa non mi immaginavo così, ma proprio no. Non mi immaginavo a quasi 28 anni ancora in casa coi miei, senza lavoro e con un nervoso tale che la settimana scorsa sono andata e tornata a piedi da Monticelli (20 km) e al ritorno ero ancora scazzata peggio di quando sono uscita.
Ormai stare in casa mi pesa perchè ho delle abitudini diverse dai miei, vedo la vita in modo diverso, non tollero certe loro abitudini, le reputo vecchie, maleducate e pure impiccione.
Mi urta la situazione in generale.  Mi urta non avere un cazzo da fare e dover sempre stare qua.
Mi fa schifo stare qua.
 
Mia nonna, altra santa donna vista la vita che ha fatto, al momento mi sta dando una grandissimi mano. Davvero. Mi sta dando una mano gigante. Delle cose per cui mi sta aiutando ne ho parlato con poche persone. 
So solo che al momento sarei pronta per un miliardo di quelle cose che si fanno verso i 30 anni. Sarei pronta a tutte quelle cose lì. Una mia ex collega mi ha detto "Anch'io avevo quei dubbi lì, ma non lasciare che il lavoro ti blocchi. Oggi non è così semplice come 15 anni fa. Se vuoi, fallo, ma non pensare a quello". Lei ha superato lo scoglio e è lì.
Io vorrei, ogni tanto la butto lì, ma mi rendo conto che non sarebbe giusto. Poi magari penso che anche altri hanno fatto quello che vorrei fare io, ma senza il mezzo che ho io (la nonna, che vabbeh non è un mezzo, ma insomma ci siamo capiti, forse) e allora mi sembra facile.
Io l'ho già buttata lì un paio di volte, la riposta è stata un "Certo" ma non credo che si sia capito BENE cosa intendessi.
So solo che io fino a un paio d'anni fa ero gelosa anche dell'aria che respiravo e adesso non la sono più.

1 luglio 2013

IL LAVORO NOBILITA L'UOMO

Ieri è finito ufficialmente il mio periodo di lavoro.
Ora faccio parte di quel 35% di disoccupati under 35 in Italia.. Vedremo come andrà tra parole, promesse e milioni stanziati (sempre meno che per gli F35, ci tengo a dirlo. Non perchè sia pacifista, ma perchè credo ci siano cose più importanti, tipo il welfare. Fine della polemica). Promesse e parole da datori di lavoro e da politici.
Ripeto, vedremo.
Stamattina sono andata al Centro per l'Impiego. Il Centro per l'Impiego è un ufficio del Comune in cui ci si può iscrivere alle liste di disoccupazione e poi, dopo un colloquio d'orientamento con un'impiegata, si deciderà a chi e per quale mansione mandare il proprio cv. Una sorta di agenzia interinale, ma forse ancora più macchinosa.
A parte che fa orari vergognosi, tipo o solo il mattino, o 2 ore al pomeriggio, stamattina sono arrivata alle 9 e avevo 100 numeri davanti. Poco male, ho aspettato e letto un libro nell'attesa.
 
Più andavo avanti nell'attesa, più arrivavano persone e più sentivo lamentele per l'attesa.
 
Ho osservato un po' la gente che era in attesa con me: extracomunitari e gente del Sud Italia. Di Parma pochi, un gruppo di ragazzi che appena hanno visto la coda hanno rinunciato, e qualche altra ragazza che si è messa l'anima in pace e ha aspettato il proprio turno. Probabilmente, per i parmigiani andare al centro dell'impiego è poco figo, quindi meglio essere senza lavoro. Gente di merda, comunque,
 
Nell'attesa ho anche fatto la pettegola e ho ascoltato i discorsi dei miei "compagni" di coda. Riporto qua di seguito alcuni stralci di conversazione:
- "Se mi chiedono di andare al lavoro alle 7 non se ne parla. Io al mattino voglio dormire"
- "Io cerco un lavoro di 3 ore al giorno perchè ho una figlia da andare a portare e a prendere a scuola"
- "Se mi offrono un lavoro ad agosto dico no, devo andare giù in Puglia dai miei. E' da Pasqua che non vado"
- "Io di pulire delle scale non ne ho voglia. E' da poveretti"
- "Beh per meno di 1200 euro non alzo una mano, altro che il sedere dal letto"
- "Mio marito fa il libero professionista, sa, meno male che l'altr'anno non abbiamo dichiarato tutto, se no, le vacanze chi le faceva?"
 
Ecco, io qui lo dico e qui NON lo nego.
Io godo che queste persone siano senza lavoro, ci godo proprio. Proprio se lo meritano. Sta gente mi fa schifo, mi repelle. Merita il peggio del peggio. E' gente che se per caso viene assunta, poi non fa niente e viene anche presa in simpatia dal capo. E' gente che gira per l'ufficio raccontando i fatti suoi e poi gli altri devono finire il suo lavoro. E' gente che, se viene l'occaasione, da anche dell'idiota ai colleghi, perchè si fanno il mazzo. E' gente che appena deve fare due cose, sta a casa un mese per stress da lavoro. E' gente che si prende la malattia a cavolo. E' gente che, se rimane incinta, si fa fare i certificati fasulli dal ginecologo per stare a casa di più. Io sta gente la odio e le auguro le peggiori cose.
Certa gente non andrebbe bene neanche per fare l'elemosina per strada.