25 maggio 2012

AAA CERCASI CAMERA SINGOLA DISPERATAMENTE (dopo un anno sono qui a pensare alla mia ricerca)

L'anno scorso di questi tempi ero una milanèse.
Uscivo di casa alle 8 per rientrare alle 7. Non dormivo, non leggevo e ero stronza a dei livelli inumani, avevo l'ansia, ero drogata di Maalox e ero sempre di fretta. Avevo un nervoso che la metà sarebbe bastato, odiavo chi parlava mezzo inglese e mezzo italiano ("Chiara, dobbiamo essere smart"..ma smartati sto cazzo, va'!), chi metteva i tacchi e poi si incastrava nelle rotaie del tram e odiavo le anoressiche del quadrilatero che non vedevano un carboidrato dal 1990, mentre io mi strafogavo di Kinder Buoeno e Magnum Algida al triplo cioccolato. E io ero comunque incazzosa come una iena, loro poverine dovevano aver una vita pran difficile.
Comunque.
Ho fatto la pendolare parecchio, da gennaio a maggio. A marzo ho iniziato a cercare casa. E per casa intendo un buco con un letto, un tavolo per metterci il pc, un armadio per metterci i 4 stracci con cui mi abbiglio e una finestra giusto per respirare.
Partendo dal fatto che io sono molto schizzinosa, alcune camere le ho eliminate proprio, quindi niente condivisione, chè se io voglio passare il sabato in mutande e basta voglio essere libera di farlo senza che qualcuno si lamenti del dubbio spettacolo. Poi, diciamolo, le persone, almeno al 90%, hanno un'allergia all'acqua e alla doccia, e io, di condividere la camera con un puzzone, anche no. Del sesso dei miei coinquilini me ne sono fottuta, uomo, donna, ermafrodita, non mi interessava, era sufficiante che si facesse i cazzi propri e rispettasse la mia privacy.
Comunque ho inziato a ricerca una casa normale, con quegli accorgimenti di cui sopra, con Internet e una lavatrice, possibilmente comoda coi mezzi. E se dico lavatrice, non è così scontato, anche se eravamo nel 2011 e al fiume a lavare i panni non ci si va più.
Cercavo camere singole nella zona di Milano come normalmente cercherei della Nutella, come se non ci fosse un domani.
Dal lunedì al venerdì pendolarizzavo, dormendo 6 ore a notte e il sabato in compagnia della mamma (non per altro, ma almeno mi faceva compagnia, cari, che pazienza) me ne andavo a Milano a cercare un tugurio.
Ne ho viste parecchie, ma le migliori sono le seguenti

1) Una delle prime camere che ho visto era a circa 3 chilometri a piedi da dove lavoravo io. L'annuncio riportava la dicitura "centralissimo, in via Bramante" (io lavoravo in via Bramante). Ecco, peccato che via Bramante fosse la prima via dalla casa in cui passassero i mezzi. Quindi per andarla a vedere ho dovuto scarpinare mezz'ora. Mi immaginavo col mio trolley formato emigrante che scarpinavo lungo la via tentando di evitare gli scaracchi dei cinesi (via Bramante è in zona Paolo Sarpi) e le merde dei cani, aumentante esponenzialmente nell'arco di tempo passato a osservare la casa. La camera era descritta nell'annuncio come "luminosa e spaziosa". Peccato che si fossero dimenticati il dettaglio a mio avviso fondamentale: era sprovvista di porta, per avere la mia privacy (=per girare in mutande) avrei dovuto tirare una tenda. Era una sala a cui avevano sostituito il divano con una branda. Niente armadio perchè è una sala e "quando la coinquilina non c'è, visto che è grande, lo usiamo per mettere gli stenditoi". L'armadio avrei dovuto dividerlo con un coinquilino, e ovviamente l'armadio era nella sua camera. Ecco, il tipo era fumatore. E di per sè, il fatto che uno fumi a me non frega particolarmente, basta che non fumi addosso a me e nella mia camera, perchè non voglio avere l'odore di una fumeria. Peccato che il tizio fumasse in camera, col risultato che tale camera avesse un odore improponibile. Tenuto conto che i miei vestiti avrebbero dovuto stazionare nell'armadio a momenti vomito. I due bagni tanto declamati nell'annuncio erano due stanzetti, uno coi servizi, l'altro senza servizi con delle valigie, quindi il secondo bagno era solo ipotetico. I tipi erano anche simpatici, per carità, ma in casa c'era un odore di fumo che mi ha fatto sboccare la piadina dopo un secondo che ero nell'appartamento. E la mia camera era chiusa da una tenda. PARLIAMONE. Il costo era di 350euro escluse le bollette e internet, ma con contratto. Per una stanza senza porta e senza armadio praticamente a Monza. STOCAZZO.

2) Zona Zara, proprio davanti alla fermata della metro di Zara. Era anche carina, come zona. Di giorno. Di sera era un susseguirsi di travoni che facevano paura. Ma a me fregava poco, ero talmente morta alla sera che era già tanto se mangiavo. Comunque era in un viottolo interno, quindi ci ho messo 8 ore a trovarla. Era un villino a due piani, al piano terra c'erano altre due ragazze, al primo piano io e altri 3 ragazzi. La mia camera era buia, ma buia da matti perchè davanti c'era un albero (d'estate avrei goduto molto con tutte le zanzare che già c'erano a marzo). Il letto era singolo, ma volendo si poteva mettere un matrimoniale, un comò e un armadio. Internet niente, dovevo farmi la chiavetta. Mi fa vedere la sala: anche qui una tenda "sai s'è rotto lo sportello e il padrone si dimentica di sistemarlo"). La cucina larga un metro con la lavatrice, che "però non funziona". "Scusa, non per criticare, ma dove lavate i vestiti?" "Torniamo a casa tutti i weekend, quindi portiamo a casa le cose da lavare, se no c'è la lavanderia in fondo al viale". Costo: 500 euro in nero. Ammazzatevi (Caro padrone di casa, se vai all'Ikea con l'affitto di un mese di tutta la gente del villino ci rifai l'arredamento, pidocchio).

3) Zona Sesto Marelli. La casa era molto carina, la coinquilina era la padrona di casa, aveva un gatto (avrei messo un filo spinato sulla porta, chè io i peli non li reggo) insostenibile e era un chilometro dalla metro in vialone che di sera quando ci sono andata, quello con faccia più rassicurante probabilmente aveva appena commesso un furto con scasso. 450 euro tutto compreso, ma in nero.

4) Zona Martesana. Appena ristrutturato, in una zona residenziale, non c'era neanche un Conad o un alimentari a gestione familiare che ti fa pagare il latte 8 euro. Niente. Il nulla. "Heheheh, ma abbiamo la chiesa che scampana ogni mezz'ora". Avrei iniziato a tirare madonne alle 7 del mattino, senza avrele mai tirate in vita mia. Non sarebbe stato bello. I coinquilini erano pure carini, gentili, mi hanno anche accompagnato alla metro, pagato il gelato e chiamato 2 volte per convincermi a accettare. Peccato che da dove lavoravo ci avrei messo un'ora abbondante.

Poi c'è stata la mia casetta in viale Monza. Le troie non c'erano di notte ma la domenica alle 11. Mi sono alzata per andare a bere dopo una serata difficile e guardando giù ho visto due ragazze in mutande. Mah, orari strani. Io sono abituata alle donnette della via Emilia che senza mutande stazionano a Calerno, ma alle 11, mai successo. La camera era un corridioio, ma c'era tutto, era comodo con la metro e per andare al lavoro. Aveva la lavatrice, una connessione internet e una porta. Luminosa era luminosa, visto che dava su viale Monza. nulla da dire, se non che, essendo al primo piano, avevo le macchine direttamente in camera.


(La vista dalla mia camera)

Poi vabbè ho abbandonato tutto.
L'unica cosa che mi è dispiaciuto lasciare è stata la casa. La casa, anche se la mia camera condivisa con la sorella a Parma mi è mancata più di quel che avrei mai potuto immaginare, era bella. Bella nel senso che tornavo e stavo bene. Ero tranquilla. Le coinquiline erano tutte ragazze, brave, non rompevano e col mio storico arterio avrebbero potuto ammazzarmi. Sono state compagne di un viaggio anche se breve che mi è dispiaciuto non poter continuare. Ero schizzata più del solito all'epoca e credo non sia stato facile aver a che fare con me, ma vabbè.
(E ringrazio la cinese della pizzeria sotto casa che mi ha sfamato).







2 commenti:

  1. Bei tempi i nostri regionali delle 7.03 e delle 19.20..

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  2. Efficacissima descrizione delle peripezie milanesi di una non milanese volenterosa...:-)

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