30 marzo 2012

CIAO, MI CHIAMO CHIARA E HO UNA NEMICA

Non l'avrei mai pensato. Ma se mai avrò un figlio, e se continuo di questo passo non credo, visto che non ho manco i soldi per mantenermi da sola, figuriamoci un figlio, gli sconsiglierò di fare l'università. Ma proprio zero.
In sto periodo sto diventando parecchio cinica, o meglio il mio cinismo sta peggiorando. Al momento sto rimpiangendo quesi 5 anni di università. Sto rimpiangendo di aver fatto spendere ai miei cifre improponibili per delle rette e per delle pergamene di laurea che devono ancora arrivare (maledetta UniBo, se aspetti ancora me fai in tempo a chiudere), soldi per libri (la maggior parte fotocopiati perchè io 50 euro per un libro di 50 pagine non li spendo, specialmente se è tuo, prof, è sarebbe illegale far comprare ai tuoi studenti un tuo libro, pensa un po') e per menate varie.
Ovvio, non rimpiango le mie consocenze, i pranzi in via Indipendenza o le corse in via Zamboni e le risate durante le lezioni; come non rimpiango le mie conoscenze a Parma durante la specialistica o gli amici che ho trovato e che fortunatamente esistono ancora e sena cui, probabilmente, sarei sull'orlo del suicidio. Ma sinceramente, di tutti questi 5 anni spesi, non ne vedo l'utilità.
Quando ho finito le superiori, la mia prof di italiano (sempre in gloria, lei e le sua lezioni contro Berlusconi) mi ha consigliato una facoltà umanistica. Le sue parole erano state uno sprone a continuare a studiare, anche se finita la maturità, l'unico mio desiderio era di mandare a cagare per sempre La Merda Umana (brava Chiara, poi te la sei trascinata dietro fino al terzo anno di università) e poi boh. Non avevo un'idea chiara di quel che avrei fatto di lì a un mese, figuriamoci dopo dieci anni. Comunque la prof. mi aveva convinta aproseguire con facoltà che mi portassero a lavorare (hahahhahaah!) nell'ambito letterario, giornalismo, professoressa, roba così. Insomma, presa dall'ansia per l'università, mi son iscritta a Scienze della Comunicazione, eliminando Lettere solo perchè io di fare la prof non ne avevo e non ne ho la minima intenzione. Vabeh.
Ho finito dopo 3 anni giusti. Voto de merda, ma me ne fregava poco, Scienze della Comunciazione si è rivelata una "cagata pazzesca" (cit.) con esami praticamente identici nei 3 anni, se non qualche raro sprazzo di originalità, originalità che però non avrebbe aiutato a trovare un lavoro. Poi io ho scelto il curriculum semiotico. In pratica il sottotitolo del corso poteva essere "Se non vuoi trovare il lavoro, scegli questo". Ma io vivevo di ideali. Io facevo la pendolare e portavo le Gazzelle rosse e i jeans con le pezze al culo (ma davvero, mah ero ubriaca all'epoca) e andavo in giro col walkman. Leggevo Pirandello in treno e mangiavo le patate arrosto della mensa come se non ci fosse un domani. E studiavo sta roba pensando di essere negli anni 70, mica nel 2006, con l'idea che avrei lavorato in ufficio pubblicitario e vedendomi fighissima. Hahahahahahahahah!
Comunque poi ho fatto la specialistica in Giornalismo. Altra roba utile, devo dire, tenuto conto che ho dovuto recuperarare tipo 40 crediti di Lettere (potevo farla subito, no?). Senza contare le lezioni di Letteratura Italiana Contemporanea che hanno riguardato solo la poesia (e il romanzo, di grazia, fa così schifo?) e il programma arrivava a Pasolini. Contemporaneo, devo dire. Senza contare l'inutilità della mia tesi. Ma vabbè.
Tutto sto pippone per dire che se tornassi indietro farei ragioneria a indirizzo linguistico (evitando la scuola della Merda, ma andando nell'altro istututo) e poi sarei andata a lavorare. Almeno a quest'ora avrei un minimo di esperienza e starei messa meglio di adesso, sicuramente.
"Ma è il nervoso che ti fa parlare" Mamma, tu mi vuoi bene e per te sono una delle due bambine più belle del mondo (l'altra, per inciso, è mia sorella), mi porti a casa tutte le sere un cioccolatino diverso con grande gioia del mio culo, ma è così. Poi sarò nervosa, ma se poi vedo gente come Paola Maugeri che ha un lavoro e IO NO, ecco lì mi incazzo e di brutto.

(La Paola nostra negli anni 90)

Paola Maugeri. Ha iniziato negli anni 90 cantando, con dei capelli blu a dir poco inguardabili che neanch'io nel mio periodo triste, in un gruppo che, giustamente non s'è cagato nessuno. E' finita, come tutti gli incapaci, a MTV. Lì faceva l'alternativa della situazione (che già lì, altrenativo e MTV? Mah), passando il tempo a intervistare gente inutile come lei, tipo Bono degli U2 (memorabile il suo commento "Intervistare Bono (perchè lei lo chiama Bono, è suo amico, capito) è come intervistare il Papa, ti tocca dentro" Ora, io non sono cattolica, aborro Papa e Chiesa, ma....sei veramente una sfigata senza pari), Chris Martin dei Coldplay, spacciandosi come grande fan di qualsiasi genere e cantante.
Però ogni tanto, il giusto contrappasso c'è. E il contrappasso si chiama Paul Weller.
Chi mi conosce sa. Sa che io lo amo alla follia. Sa che questo tizio inglese ha 54 anni (un anno in più di mio babbo), ma io me lo farei subito. Canta, ma bene. E conosce Pete Townshend e è chiamato il Mod Father non perchè è papà di quei mille sgorbi che ha fatto mettere al mondo, ma perchè il movimento Mod è LUI. Ho tutti i cd dei Jam e i suoi da solista.
Quindi IO sono fan, capito, Paola, IO. Io so che è nato in un sobborgo di Londra nel 1958, che ha mille figli dai nomi improponibili, gli ultimi son John Paul e Bowie, per intenderci. Io so che uno dei suoi migliori amici è Noel Gallagher, che suo padre (ribattezzato anche "Banana") è il suo manager e la sorella Nicole è l'addetta stampa.
Ma tu, Paola, che cazzo ne sai.
E infatti hai fatto una mega figura di merda e Paul, conosciuto per la sua affabilità tipica di un hooligan incazzato dopo 9 pinte di Guinness, ti ha risposto guardandoti come se fossi l'ultima caccola del pianeta.
Io pensavo l'avessi capita, Paola, che ti dovevi levare. Invece no. Schifi MTV, perchè è troppo mainstream per i tuoi gusti da alternativa mancata e sbarchi a Virgin Radio. Ti ho scoperta una sera in macchina. Non capivo chi fosse che parlava un inglese così pessimo e tanto impostato. La prima cosa che ho pensato è "Ma che è? Un programma con bambini delle elementari?" Poi inizi con la tua cantilena a parlare dei Guns n'Roses (gggganzerousiz, tu lo leggi così). Rabbrividisco. Mia sorella impreca contro la radio. Ho mandato anche una mail di lamentela a Virgin, giuro. Mai avuta risposta.
Poi ieri sera, nel mio zapping compulsivo tra un programma di cucina e l'altro approdo a Virgin Tv.
E brava Paoletta. Ancora tu? Ma non dovevamo non vederci più? Ancora in tv? Adesso fai una trasmissionona, "She's in fashion" dove intervisti personaggi della moda, dalle fashion blogger agli stilisti. E fai le domande. Banali, perchè giustamente, le poni tu, mica le pone Eco ste domande, quindi il livello è quel che è. E non aspetti manco le risposte. Appena viene proferita una sillaba, tu inizi "Beh, ovvio, certo, anche io la penso così, giusto, perfetto, mi trovi d'accordo". Posso? MA CHI SE NE FOTTE DI QUELLO CHE PENSI TU!?!?!? Io no. Anche perchè erano domande talmente tanto retoriche che la risposta poteva essere solo una.

(Paola l'alternativa)

E per inciso, Paola, tu di moda non ne capisci un cazzo. Io neanche, ma mai nella vita mi sarei sognata di indossare la giacca a paillettes FUXIA che tu avevi su ieri sera e, nel caso, non me ne sarei bullata per mezz'ora. Sappilo.
(E anche basta con sta menata della vita a impatto zero. Hai vissuto per un mese o due senza inquinare. Ti è piaciuto? Bene, happy for you, ma anche basta, non sarà di sicuro grazie a te che la terra non imploderà, quindi, BASTA, hai rotto).

20 marzo 2012

AMARCORD

"Tuo nonno l'ho conosciuto a ballare. Lui faceva le liste dei partecipanti alle gare e io andavo lì con una mia amica (ma pensa te, mio nonno era un pierre ante-litteram). Prima di conoscere tuo nonno, mi veniva a prendere quello che abitava sopra di me, ma faceva lo stupido, allungava le mani e a me quelli che allungano le mani non mi piacciono (quel brutto porco che ha approfittato di mia nonna). Adesso è morto, poveretto, ma era un asino. Vuoi altre patate arrosto (no nonna, grazie, ne ho mangiate tipo un campo, basta)? Poi una domenica in Giardino ero con mia mamma e lui girava in bici e allora si è fermato a salutarmi. Abbiamo parlato un po' poi ho scoperto che lavorava vicino al negozio (la famosa "bottega" coi vasi dove poteva starci dentro seduta) e una sera me lo son ritrovato all'uscita e mi ha accompagnato a casa. Si fermava poi a parlare giù dal portone e un giorno prima di Natale mi ha fatto un regalo con un biglietto. Scriveva delle cose che sembravano poesie (basta, sto già piangendo dentro). Va' che tuo nonno in 50 anni di vita da sposati non si è mai addormentato senza dirmi "Buonanotte" e senza darmi un bacio. Non è mica da tutti (eh, lo so grazie. Però mo basta che ho il magone). Comunque poi lui lavorava da un ingegnere, che adesso è morto (pure lui è morto?), e sto ingegnere lo mandava in montagna a controllare dei cantieri. Una volta mi ha scritto che aveva fatto vedere la mia foto, ero in Giardino con una gonna blu a pieghe e un maglione bianco, non so se di cotone o lana, a tutto il paesello e anche il prete gli ha fatto i complimenti e lui mi diceva "Mica ci voleva il prete per dire che sei bella". Poi il prete gli aveva dato un vespetta vecchia che faceva po-po-po (oddio, un terribile deja-vu, ma stavolta con un trattore) per andare al cantiere. Poi quando siamo andati in viaggio di nozze a Sestri abbiamo incontrato il suo capo e il suo capo guai per lui, perchè tuo nonno lavorava bene e si impegnava. Una volta dopo che era tornato da un viaggio mi ha portato a casa un regalo bellissimo che però io non mi metto mai perchè è un regalo mio e basta (uh, mia nonna riservata...ma da quando?) e quindi non me lo metto mai, ma è bellissimo, fidati. Poi quando è nata tua mamma, lui è come impazzito, diceva che era la sua benedizione, tua mamma. Penso di non averlo mai visto così contento come è quando nata la mamma. Anzi sì, quando siete arrivate tu e la Paola. Poi tuo nonno era sempre arrabbiato. Odiava tutti, gli dicevo sempre che era noioso perchè mi sembrava di uscire con un temporale. Vuoi delle altre fragole? (no, di grazia, basta, sto implodendo lentamente) Comunque poi uscivamo e andavamo in Giardino a passeggiare e lui si calmava, ma aveva un nervoso subito, che era proprio cattivo. E io mi stancavo a passeggiare con uno sempre arrabbiato con tutti. Comunque con me è sempre stato educato e non ha mai alzato la voce (il nonno, infatti, aveva una pazienza da record, poveretto). Ah, ho preso due cestini di fragole anche per te così le mangi a casa (evviva, divento bonza di fragole!). Poi il vicino di casa non è più venuto a prendermi per andare a ballare perchè gliel'ho detto che era uno sporcaccione e poi, per me, non si lavava nemmeno. Guarda che io, tua nonna e Carlo eravamo poveri, ma io ero sempre pulita e in ordine, quindi a me quelli che non si lavano fan proprio schifo".

13 marzo 2012

AAA CERCASI SCHIAVO CONTENTO DI ESSERLO. ASTENERSI PERDITEMPO

Dunque. Iniziano a girarmi pesantemente. Io non voglio essere sempre polemica. Giuro, non vorrei. Ma è che mi disegnano così (cit.). A parte tutto, uno vorrebbe anche essere tranquillo e pensare positivo e tutto. Poi succedono mille cose e uno dopo un po' esplode (io anche prima di "dopo un po' ": io esplodo alla prima, anzi neanche). Comunque. Ad esempio una persona (io, ad esempio) si alza e già bestemmia in aramaico per il fatto di doversi scollare dal letto, poi entra nelle doccia e si accorge che il bagnoschiuma è finito e si deve lavare con quell'abominio al bergamotto che è lì più per bellezza che per uso reale. Finisce l'acqua calda. Poi esce e la bicicletta è sgonfia. Tre ore per capire che la gomma non si gonfierà mai perchè ha una valvolina da levare. Una bicicletta dell'anteguerra con la valovolina fetente. Vabbè. Venti minuti di bici e degli effetti della doccia non si vede neanche l'ombra. Andare in posta con la nonna che dopo un'ora si rende conto che "No, non ho tutti i documenti. Torniamo domani". A pranzo dalla nonna, mangiare chili di patate arrosto come se non ci fosse un domani e tonnellate di fragole allo zucchero, neanche fosse l'ultima pasto prima della sedia elettrica. sentire la nonna che dice che 40 anni fa era tutta campagna. Respiriamo. Manda giù. La nonna ha quasi 80 anni e l'arterio è il minimo che le può capitare. Poi già il fatto che sia in grado di cucinare le patate in QUEL santissimo e benedetto modo, boh, bisogna perdonarla.


Torno a casa e ci si mette al pc per controllare le offerte di lavoro e magari se per caso qualche buon'anima ci offre una straccio di lavoro. E lì io esplodo. Ero già esplosa al bagnoschiuma finito, ma per il quieto vivere mi son trattenuta. Poi leggo offerte di lavoro che ci vuole un coraggio e una faccia da culo non indifferente per chiamarle offerte o lavoro. Per dire dopo mesi, ho trovato un annuncio di ufficio stampa. ah, gioia, gaudio e tripudio.
Poi leggo meglio.
E' a Rubiera ( o Cavriago, non mi ricordo), comunque, per arrivarci, devo usare la macchina, ma va beh, il bolide ha superato avversità ben più importanti (tipo un viaggio Parma-Orio al Serio carico di valige per la vacanza a Barcellona).
Il contratto è per 3 mesi, senza possibilità di assunzione. Va beh, mica mi lamento, l'ultimo contratto era di un mese e mezzo, 3 mesi sono un'eternità. E capirai senza possibilità di assunzione. E chi se l'aspetta, l'assunzione.
Bisogna avere già esperienza pregressa in un ufficio stampa. Beh quella ce l'ho. Se poi ci mettiamo anche l'anno trascorso in Gazzetta i miei anni di esperienza son 4.
Richiedono flessibilità oraria e disposizione a straordinari e a lavori non pertinenti al contratto (faranno pulire l'ufficio a fine turno, minimo). Va beh dove lavoravo prima, andavo pure a far la spesa per la capa, quindi, non mi preoccupo. Spero sia solo qualcosa di meno umiliante che andare a comprare le medicine per il cane del boss.
Poi, bisogna essere pratici di computer, Power Point, Office, programmi di Windows. Ok, ci sono: il pc lo so accendere e le mie presentazione in Power Point son sempre figherrime e mi diverto pure a farle. Ottimo.
Bisogna avere la passione del cinema e per la letteratura. Ok, ci sono anche qua. Di film ne vedo a mazzi e i miei soldi, invece di spenderli in droga, li spendo in libri o in trucchi di Sephora che non uso. Perfetto. Son già carica a inviare il cv.
Poi leggo, in carattere 1 di Times New Roman: Stage di 3 mesi non retribuito.
(Sì, poi magari ti devo anche ringraziare se mi prendi a lavorare con te).
Ripeto: non retribuito.
....
...
....
MA ANDATE A CAGARE.
MA DAVVERO, ANDATECI.
Io giuro, volevo mandargli una mail di insulto.
Ora mi sto segnando i vari siti e le varie mail che propongono lavori non retribuiti o pagati una fame. Poi giuro su Dio e/o su quel che ho di più caro che quando avrò un lavoro decente e/o sarò ricca, manderò mail di insulti a tutte queste brave persone che propongono lavori che sarebbero anche decenti, ma che o pagano una miseria o non pagano.
Solo che non avrò mai un levoro decente e non sarò nemmeno ricca, quindi il problema non si pone.
Vi è andata bene.


Però un augurio posso farvelo: spero falliate, spero che un giorno, magari non troppo lontano, vi ritroviate nel mio stato attuale, a dover parlare con gente che il più delle volte non sa neanche coniugare un verbo e vi dice che avete poca esperienza, a dover combattere per avere un lavoro, anche se di merda, a ricevere mail dal server che dicono "La tua mail è stata cestinata senza essere letta". E vi auguro di poter leggere anche voi degli annunci del genere e di poter pensare un attimo a come ci si può sentire. Se il sentimento di odio supera o meno l'umiliazione e la tristezza, se il senso di inutilità che prende la mattina appena ci si sveglia vi fa sorridere o meno.
Vi auguro il peggio.
Davvero.
Ciao, adesso vado mangiare altre fragole.

8 marzo 2012

"OGGI E' L'8 MARZO" "AUGURI!" "PERCHE'????"

Ok.
Mi sveglio e mi trovo un messaggio di un amico (che per altro non sento da secoli) con scritto "Auguri!". Controllo. No, non è Natale (non ci sono i Babbi Natali che suonano appesi alla mia finestra), non è Capodanno (non ho il cerchio alla testa e non sono a Porto), non compio gli anni (non sto morendo di caldo e non sto bestemmiando la dea Khalì per il fatto di abitare in pianura), non è il 6 gennaio (ho amici burloni che mi fanno gli auguri per la Befana). Controllo. Sono sotto il piumone. E' marzo, che cazzo vuole questo. Dopo un'oretta apro Facebook, il male del millennio, e vedo mille mila foto di mimose. Gente che mi ha taggato in foto gialle e con didascalie tremende del tipo "Auguri donne, fatevi valere come persone e non come oggetti". Mi sono staggata prima ancora di vedere i commenti.
Quindi è di nuovo l'8 marzo. La maledetta festa della donna.
E ho un flashback di tutti i maledetti 8 marzo che ho vissuto. Fino ai 12 anni son stata ignara: non sono donna, son bambina quindi nessuno mi ammorba. Però mi ricordo che una mia prof delle medie il giorno dopo, il 9 marzo, ci aveva raccontato che era andata a vedere uno striptease con delle sue amiche. Già all'epoca l'avevo guardata come dire "E tu dovresti insegnare a me qualcosa?!?!?" Per una settimana non avevo fatto i compiti, in segno di spregio.
Comunque poi alle superiori iniziano tutti a rompere le balle: al bar di fronte a scuola, mentre compravo l'estathe, il barista, porgendomi un rametto di mimosa, mi salutava con un"Auguri" e io "Per cosa?" e lui "Festa della donna" e io "Ah" con un'espressione disgustata. Forse perchè il barista era la persona più porca sulla faccia della terra e la cosa più carina che l'ho sentito dire nei confronti di una donna è stata che aveva conosciuto una con la bocca perfetta per una cosa sola. L'avrei ammazzato. Per 5 anni, ho sentito sto idiota parlare delle donne come esseri da accoppiamento e da cucina e basta, poi l'8 marzo diventava un cavalier servente. Un odio mai sopito. Ancora oggi, quando lo vedo mi auguro che gli fallisca il bar.
Comunque forse più del fastidio degli uomini che mettono i link su quanto siano belle le donne e i negozi che mi ammorbano con le mimose, sono le donne che solo l'8 marzo si ricordano di esserlo. O solo quando fa comodo.
Per dire, io le mie amiche le vedo e ceniamo abbastanza spesso insieme, non è necessario vederci per l'8 marzo e magari andare a vedere 4 truzzi con meno peli di me che agitano il pube in direzione del mio naso. Che voglio dire, mi fai ribrezzo. Poi, fortunatamente, le mie amiche vanno oltre il tauro, quindi il problema dello spogliarello non si è mai nemmeno posto.
Ma a parte questa povertà, mi fan tristezza le donne che si accorgono dopo mille anni che le sono. Un esempio per me è stata la manifestazione "Se non ora quando". Una mia amica mi aveva chiesto di andare. Ho rifiutato. Non perchè reputo giusta la situazione che si era venuta a creare, ma perchè trovo riduttivo e anche ridicolo che tutto sto genere femminile si sia svegliato a causa di una ragazzetta che l'ha data all'ex premier. Voglio dire, Berlu sarà un essere (aggettivi negativi a caso), ma è libero di farlo con chi vuole. Se poi lo fa con minorenni esigo che venga giudicato per quello che è, ma che le donne si siano svegliate per quello, mi è sembrato il classico esempio di Italietta bigotta e moralista.
Non fraintendetemi, mi ha fatto schifo, ma era una novità? Io mi sarei indignata più per il fatto che le donne son sempre descritte dalla tv come delle zoccole perverse che col solo potere di una gamba semiaperta fan fare tutto quello che vogliono (vedi il tatuaggio di Belen. Sticazzi, anche. Ha un tatuaggio lì, e quindi? C'è gente che lì ha persino il piercing e allora? Non lo sapevate che era una un po' sui generis, quando le avete dato quella vagonata di euro per presentare quella roba pietosa che è San Remo? No? Allora, informatevi meglio) Che voglio dire, ci saranno anche quelle (ci sono donne che sono zoccole all'asilo, quindi perchè stupirsi?), ma è veramente necessario indignarsi così profondamente per una cosa che è da anni che succede? Boh. Tutto sto spiegamento di vip donne che hanno detto delle banalità assurde e per cui ho spento la tv dopo 5 minuti di interviste.
Ok. Le donne sono svantaggiate. Gli uomini guadagnano di più. Le donne lavorano anche a casa e non hanno tempo, mentre i mariti vanno a farsi le partite di briscola al bar. La colpa di chi è? La società sarà anche maschilista, ma i maschi vanno al bar invece di tirare l'aspirapolvere perchè son stati cresciuti così. La loro mamma li ha cresciuti con l'idea che la donna deve lavare, stirare e pulire e lavorare fuori casa e che l'uomo uscito alle 6 dall'ufficio può farsi i cazzi propri. Se fossi sposata e mio marito facesse tutto, io mi guardarei bene dal dire "Te le tiro io l'aspirapolvere", col cavolo. Andrei da Zara a spendere i miei soldi. Quindi, se l'uomo è un po' egoista e per nulla casalingo, la colpa non è (totalemente) sua. Nel senso, un paio di mutande te le potrai lavare da solo, o no? O hai bosogno della bali fino a 50 anni? Mio nonno, se non ci fosse stata mia nonna, sarebbe morto di fame: non sapeva neanche far bollire l'acqua per la pasta, figuriamoci, farla la pasta. La colpa sarà anche sua, che non ci si è messo, ma se mia non avesse fatto finta di nulla, lui almeno due spaghetti in bianco sarebbe stato in grado di farseli.
Poi. Le quote rosa. Vogliamo la parità? Vaffanculo le quote rosa. Ma cosa siamo delle mentecatte che dobbiamo avere per forza la quota? E se ci fosse un uomo più capace di noi? Un esempio. Ho lavorato in ufficio la cui direzione doveva essere composta, per forza di legge, da almeno una donna. Peccato che abbiano dovuto eleggere una donna incapace. E posso testimoniare che questa non sapeva coniugare il verbo avere. E il suo compito era prevalentemente parlare. Per legge lei è stata eletta, non per merito. La direzione non la voleva, ma ha dovuto eleggerla.
Sarà che vivo nel mondo dei sogni ma la festa della donna mi pare il classico contentino. La pacca sulla spalla, della serie "Avete anche la festa, cosa volete di più, non vi potete mica lamentare". Mi lamento sì, perchè è triste.
E poi, ok, la mimosa cresce nei primi di marzo, e simboleggerà anche la donna, ma, Cristo Benedetto, puzza di pipì. Mi volete dire che non c'era un fiore migliore che non mi sfiorisce dopo mezza giornata, che non mi impesti la stanza di tanfo di urina e che sia un minimo apprezzabile dal punto di vista estetico? Un bel giglio, no? Un tulipano? No, una mimosa puzzona.
Ditemi voi. Le donne son cresciute, grazie alla Chiesa, con un senso di colpa innato. E le donne, con sto senso di colpa, si accontentano. Si accontentano di un giorno l'anno in cui l'uomo è meno cavernicolo del solito, e si accontentano delle mimose. Dei fiorni gialli che odorano come il campo dove portavo il cane della vicina quest'estate.
Apprezzo solo la torta mimosa.

Che tristezza.